“CURA” È IL NUOVO NOME DELLA PACE

Il tema dell'edizione 2021 della marcia Perugia Assisi è proprio questo: pace significa prendersi cura. Degli altri, dell'ambiente, del futuro

Al centro della nuova edizione della Marcia Perugia-Assisi della pace e della fraternità c’è il concetto di cura, intorno al quale si è soffermato in più occasioni anche il programma di incontri dell’edizione del 2020 intitolata Time for Peace – Time to Care. in altre parole, pace significa prendersi cura.
«I Care», ovvero «ci tengo, ho a cuore», era il motto che accoglieva gli studenti di Don Lorenzo Milani nella scuola di Barbiana, nell’entroterra toscano, negli anni ‘50. Questo concetto, che sintetizza il senso di responsabilità e dedizione caratterizzante l’attività del sacerdote, era anche lo spirito (contrario all’indifferenza e alla distrazione rispetto ai problemi sociali e altrui) che egli voleva trasmettere ai suoi studenti.

Cura come salute

I Care torna al centro della Marcia, con i molteplici significati che vi si attribuiscono. Il primo è quello legato alla medicina e alla sanità, tornato in primo piano con la pandemia da Covid 19. Non a caso l’edizione di quest’anno della Marcia sarà dedicata proprio a Gino Strada, la cui perdita cade in un contesto internazionale ulteriormente turbato dalle vicende in corso in Afghanistan, terra alla quale il medico era profondamente legato e dove ebbe sede uno dei primi progetti di Emergency nel 1998.

Gino Strada e la sua Onlus hanno però destinato le proprie attività di cura anche all’Italia. La sua attività viene associata ai territori afflitti dalla guerra, ma Strada ha più volte ricordato che dal 2006 anche in Italia sono stati aperti ambulatori originariamente destinati ad erogare servizi di cura a favore di irregolari e clandestini. Gradualmente, tuttavia, hanno visto aumentare la platea di destinatari con un crescente numero di italiani in situazione di povertà. Tale attività è segno della necessità di compensare le difficoltà assistenziali dello Stato, nonostante l’art.32 della nostra Costituzione prescriva che «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti».

Cura come pace e attenzione all’ambiente

Al concetto di cura come servizio sanitario si affiancano però ulteriori significati, anch’essi al centro della Marcia: cura come principio che regola i rapporti tra i cittadini (fratellanza e Pace) e cura della Terra e dell’Ambiente.

Nel programma di quest’anno, infatti, si pone al centro la scadenza dei prossimi 10 anni, ripresa nella scorsa edizione da Roberto Savio, come termine ultimo entro il quale intervenire per frenare ulteriori cambiamenti ambientali e climatici altrimenti irreversibili.

Nel concetto di cura come principio guida dei rapporti umani siede il cuore della Marcia, riconducibile ai principi di Pace, fratellanza, condivisione, cooperazione, collaborazione e molto altro.

Dai molteplici princìpi che ne possiamo ricavare, si deduce la difficoltà di realizzare questo progetto di società nel contesto odierno, dove i social media hanno sostituito le piazze e l’empatia dell’incontro con la discriminazione del pensiero e la separazione dei punti di vista attraverso barriere virtuali. Roberto Savio nella scorsa edizione si è soffermato proprio sulle conseguenze tangibili delle nuove tecnologie, che hanno ampliato lo scontro, fomentato dalla diffusione, per mano politica, di notizie false favorite dal sempre più marginale ruolo delle voci giornalistiche accreditate e meno accessibili

L’Economia della cura

Sono dunque necessarie nuove basi sulle quali costruire quell’Economia della cura, teorizzata da Riane Eisler, che vede una società nuova costruita sull’educazione al rispetto e alla collaborazione. Il rispetto dell’altro deve affiancarsi al rispetto dell’ambiente, al centro dell’agenda globale, anche alla luce delle allarmanti evoluzioni climatiche che sono ormai sotto gli occhi di tutti. Tutto ciò necessita di una rivoluzione completa che deve investire l’economia, i rapporti umani e il sistema attuale nella sua totalità.
«Cura delle giovani generazioni, cura della scuola, cura degli altri, cura del pianeta, cura del bene comune e dei beni comuni, cura dei lavori di cura, cura della città, cura dei diritti umani, cura della democrazia. C’è bisogno di una politica e un’economia della cura

Le conclusioni riportate da questo contributo convergono con la visione che Papa Francesco ha più volte presentato circa l’economia del presente e la necessità di un’economia nuova, solidale e che risponda ai bisogni umani.

In virtù di questa necessità è nato il progetto “L’Economia di Francesco”, nel cui ambito hanno luogo scambi tra giovani economisti e imprenditori intorno alla ricerca di progetti e politiche che diano luogo ai profondi cambiamenti economici di cui la società umana necessita.

Come San Francesco ebbe la forza e coraggio di spogliarsi “degli idoli” e cambiare la sua vita, anche il singolo ha il dovere di agire, spezzando il circolo vizioso di azioni che alimentano l’economia odierna e generano ulteriori diseguaglianze. In particolare, è nota l’attenzione e l’allarme che più volte Papa Francesco ha lanciato sul tema ambientale, tanto da dedicarvi l’enciclica “Laudato si’” del 2015.
Questo ci riporta proprio ad Assisi, la destinazione della Marcia dove, come ricorda Papa Francesco, vennero pronunciate le parole che smossero il giovane Bergoglio ad agire per il cambiamento: «Francesco va’, ripara la mia casa che, come vedi, è in rovina».

Leggi anche: SESSANT’ANNI DELLA MARCIA DELLA PACE: ALDO CAPITINI E L’IMPEGNO PER LA SOLIDARIETÀ TRA I POPOLI (retisolidali.it)

 

“CURA” È IL NUOVO NOME DELLA PACE

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