A TRASTEVERE IN RETE CONTRO IL FREDDO

Fino al 13 marzo 25 senza fissa dimora hanno cibo e un riparo dal freddo. Ma con le associazioni si punta su percorsi di reinserimento

di Ilaria Dioguardi

È partito il 12 gennaio il progetto di accoglienza invernale realizzato dal Primo Municipio, le Acli di Roma, il Centro Regionale S. Alessio e la Croce Rossa di Roma.
Il piano freddo a Trastevere, avviato in Via Dandolo 63, offre un riparo notturno, ma anche un insieme di servizi socio sanitari per promuovere un percorso di inclusione delle persone accolte.

Il progetto nasce dalla proposta del Primo Municipio di chiedere alle Ipab se avessero dei locali disponibili per il Piano freddo, l’Ipab S. Alessio ha accolto la richiesta e ha dato la possibilità di usufruire di tre grandi appartamenti disabitati.

 

L’IMPORTANZA DELLA RETE. Le Acli di Roma e la Croce Rossa di Roma hanno aderito al progetto per il piano freddo a Trastevere mettendo a disposizione mezzi e risorse per affrontare le accoglienze. Le Acli forniscono un pasto caldo a cena e la colazione al mattino, assistenza psicologica, consulenza legale, orientamento al lavoro, servizio di esigibilità dei diritti e attività aggregative. La Croce Rossa offre accoglienza e, a chi ne ha bisogno, assistenza medica ed infermieristica.

piano freddo a trastevere«Le Acli di Roma, grazie al progetto di recupero del pane “il pane a chi serve 2.0”, hanno messo a disposizione pane e pizza. Inoltre, abbiamo raccolto adesioni da diversi ristoranti della città che hanno deciso di fare a gara di solidarietà donando alcune sere i pasti agli ospiti del centro», spiegano Lidia Borzì, Presidente ACLI di Roma, e Giulia Di Gregorio, responsabile Sviluppo associativo. «In questo progetto, per le Acli sono impiegati solo volontari, sia volontari di servizio civile che operatori delle nostre sedi fino ai dirigenti dell’associazione. È una scelta condivisa quella di portare il nostro contributo volontario e solidale ai più fragili della città».

«Grazie alla rete costruita con il Primo Municipio, la Croce Rossa e Ipab S. Alessio, abbiamo dato vita ad un progetto unico e sperimentale», dicono Lidia Borzì e Giulia di Gregorio.
«Il fatto di vivere in appartamenti facilita l’idea di una nuova occasione per il proprio reinserimento sociale e lavorativo. Infatti, Acli e Primo Municipio mettono in campo altri servizi, oltre ad animare le serate con cineforum e musica. Sono molte le associazioni della città che si sono messe a disposizione ed hanno donato tempo e/o risorse».

«Al di là della sola accoglienza, è importante il tentativo di reinserimento nel mondo del lavoro di alcune persone», spiega Debora Diodati, Presidente della Croce Rossa di Roma. «L’assistenza medica ed infermieristica è assicurata da noi della Croce Rossa di Roma. La struttura è al completo, sono presenti 25 persone, che vengono accolte alle ore 18, verso le 19,30 si cena, alcuni ospiti svolgono dei piccoli lavori e mangiano più tardi. La struttura è aperta fino alle 9 di mattina, la domenica stiamo cercando di chiudere più tardi per permettere alle persone di dormire un po’ di più. Al momento abbiamo 3 donne e 22 uomini all’interno della struttura, ospitiamo anche dei ragazzi».

 

LA CENTRALITÀ DEL VOLONTARIATO.  «Il volontariato in progetti come questi è indispensabile, senza le associazioni purtroppo non potremmo andare da nessuna parte. In questo caso c’è stata un’ottima unione tra istituzioni e associazioni di volontariato, il Primo Municipio ha voluto fortemente questo progetto», continua Debora Diodati. Purtroppo viviamo in un periodo in cui, troppo spesso, le associazioni di volontariato si vanno a sostituire al lavoro e alle attività svolti dalle istituzioni, anziché ad affiancare e a supportare.

piano freddo a trastevere

Anche se questo non dovrebbe avvenire, è innegabile che, in strutture come queste, i progetti non si potrebbero portare avanti senza il grande lavoro dei volontari».
«Con questo progetto abbiamo voluto mettere a disposizione della rete cittadina di accoglienza altri 25 posti, con alcuni elementi di innovazione», dichiarano Sabrina Alfonsi, Presidente del Primo Municipio, ed Emiliano Monteverde, assessore municipale alle Politiche sociali. «Il primo, che va in continuità con l’esperienza realizzata lo scorso anno in Via della Penitenza sempre in collaborazione con Acli e Croce Rossa, è quello di provare a costruire al di là dell’accoglienza – per quanto possibile – un percorso di recupero strutturato sulle persone. L’ulteriore innovazione di quest’anno è che il progetto si realizza in una palazzina articolata in veri e propri appartamenti perfettamente attrezzati per l’accoglienza, il che facilita sicuramente l’aiuto per alcune tipologie che presentano problematiche specifiche, come i nuclei familiari e le donne sole». La struttura resterà aperta fino al 13 marzo.

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