PROGETTO QUIRINALE: L’INTEGRAZIONE NON È SOLO LINGUISTICA

Un pomeriggio tra curiosità e stupore alla “casa del Presidente”, con gli allievi dei corsi di italiano delle associazioni aderenti alla Rete Scuolemigranti

di Ilaria Dioguardi

Un giovedì al mese, nell’ambito delle Passeggiate didattiche, si svolge il Progetto Quirinale, un’iniziativa della Presidenza della Repubblica che si avvale della collaborazione di Scuolemigranti ed è rivolta agli allievi che stanno frequentando corsi di lingua e cultura italiana nelle scuole del volontariato aderenti alla rete. L’idea è nata nella primavera del 2016, Scuolemigranti ha organizzato alcune visite per i propri allievi, guidate da volontari del Touring Club Italiano, a cui è affidata l’illustrazione del palazzo.
Il Progetto Quirinale si inserisce in un contesto che è quello di un impegno costante da parte della rete, per lo sviluppo di una collaborazione tra le associazioni che aiuti ad individuare risposte efficaci non solo ai bisogni linguistico-comunicativi, ma anche a quelli formativi e culturali degli studenti.
Noi di Reti Solidali siamo andati in visita con un gruppo di migranti, in un freddo e piovoso pomeriggio di gennaio. Alle visite partecipano gruppi di 30 persone, oggi gli allievi presenti frequentano i corsi di lingua delle associazioni Caritas La Storta, Centro Welcome e Fondazione Migrantes.

Un percorso studiato sulle caratteristiche dei migranti

Il percorso, studiato ad hoc, è calibrato sulle competenze linguistiche e gli interessi dei migranti che stanno imparando l’italiano. «Sapete quant’è grande il Quirinale? Come 11 campi di calcio», spiega la guida Felicia.

progetto quirinale
La rete Scuolemigranti riunisce le associazioni che insegnano gratuitamente italiano L2 a migranti adulti e bambini a Roma e nel Lazio. Foto Scuolemigranti

C’è molta curiosità per la figura dei corazzieri, molti dei migranti sanno il nome dell’attuale Presidente della Repubblica. Nonostante il brutto tempo, i partecipanti sono molti, impazienti di entrare nel palazzo. Dopo l’ingresso nel cortile presidenziale, il primo salone visitato è quello dei Corazzieri, con enormi arazzi alle pareti, un pregiato pavimento di marmo e un soffitto in legno, con lavorazione simmetrica rispetto al pavimento. C’è chi ha difficoltà a capire la parola “simmetrica”, prontamente la guida cerca di spiegare che significa “a specchio”. Dopo esserci affacciati alla Cappella Paolina, passiamo al Salone delle Feste, con grandi specchi e lampadari sfarzosi; la guida Felicia spiega che «qui presta giuramento il Governo». Alcuni annuiscono, altri prendono appunti, qualcuno chiede spiegazioni aggiuntive o chiarimenti su una parola che non gli è chiara. «Bellissimo, mamma mia», esclama estasiata Krotoume Kone, 54 anni, originaria della Costa d’Avorio, da 34 anni in Italia. «Mi sento mondiale. È la mia prima visita alla “casa del Presidente”, sono così entusiasta delle sale che ho visto, piene di arazzi, di specchi, di lampadari fantastici che per un pomeriggio sono ridiventata bambina. Studio l’italiano a livello base, al Centro Welcome, non ho mai studiato la lingua finora. Al momento sono disoccupata ma ho fatto tanti lavori, se in un settore non lo trovo passo ad altri. Non sono molto contenta per la situazione di precarietà che c’è in Italia, ma mi trovo molto bene con gli italiani, non ho avuto mai problemi di integrazione, grazie anche alla mia filosofia di vita: faccio come i cavalli, se non sono simpatica a una persona non la guardo e passo altrove». Dopo altre sale, visitiamo lo Studio del Presidente, la stanza dove «il capo dello Stato parla con i politici (cioè dove si fanno le consultazioni) per le decisioni di governo»,  spiega la guida ai migranti, molto attenti e curiosi. Usciamo nel grande giardino, dove la meraviglia è tutta per l’eliporto (per l’elicottero del Presidente) e per la meridiana, l’orologio solare di Francesco Borromini.

Progetto Quirinale: avvicinare i migranti alla storia democratica del paese di accoglienza

Passiamo in una stanza con quattro bellissime carrozze dei cavalli e poi nella Sala dei Re. «Questo palazzo è stato per secoli una residenza dei Papi e per oltre settant’anni la casa dei Re, prima di essere il simbolo della Repubblica», racconta la guida.

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Una foto di gruppo dei partecipanti alla giornata di visita nell’ambito del Progetto Quirinale

L’attenzione, soprattutto da parte delle donne migranti, è tutta per un abito da ballo, un busto della moglie di Vittorio Emanuele II e una tavola apparecchiata con un servizio di piatti d’epoca. «Questo luogo è così lussuoso, così antico che sembra più un museo che una casa. Anche la parte in cui vive il Presidente nella vita di tutti i giorni è così antica?», chiede Angela Gomez, peruviana di 43 anni, da 10 anni in Italia. «Sì, è antica anche l’altra parte», le risponde Felicia. «Questa visita mi piace molto, peccato che non vedremo tutto il palazzo ma solo una parte, conto di tornarci per visitare tutto il Quirinale», mi spiega Angela.
«L’architettura di questo palazzo è molto interessante, è la prima volta nella mia vita che vedo un luogo con stanze così grandi. La visita mi ha incuriosito anche per quanto riguarda la Costituzione. Guardo i telegiornali e seguo un po’ la politica. Mi sembra che la Costituzione italiana dia buoni diritti e che ci metta tutti sullo stesso piano», dice Parteina Dogosou, che proviene dal Ciad, è in Italia solo da tre mesi, ma parla già un buon italiano. «Sono qui con mia moglie e mio figlio di un mese, Massimo. Non ho un lavoro, sono un medico, sto studiando l’italiano, mi piacerebbe lavorare come chirurgo qui o in un altro paese. Mi piacciono la lingua e la cultura italiana, spero di tornare al Quirinale con mia moglie e mio figlio, nel frattempo imparerò meglio la lingua e potrò fare loro da guida».
Dopo essere passati nella Stanza dei Presidenti, dal 1948 ad oggi, ecco quella con la copia della Costituzione e le foto del Presidente Sergio Mattarella, scattate in questi quasi due anni di Presidenza. «La Costituzione italiana afferma che siamo tutti uguali di fronte alla legge, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione», spiega Felicia, invitando a leggere gli articoli più importanti, una volta tornati a casa. «La Costituzione è molto importante, questo palazzo è la casa degli italiani. Per molto tempo è stato chiuso, poi è stato riaperto perché è giusto che tutti noi possiamo visitare quello che è anche il nostro palazzo».
«Come nella realtà quotidiana delle scuole d’italiano, anche in questa occasione emerge con forza la varietà di esigenze che hanno i migranti, alcuni ormai in Italia da anni, altri appena arrivati. Con questa iniziativa noi volontari cerchiamo di avvicinare i migranti al Palazzo degli italiani, emerge quanto l’interesse per la storia democratica del paese di accoglienza e la curiosità siano aspetti che è nostro dovere valorizzare nell’esperienza dei migranti”, mi spiega la tutor Sara Eise, mentre ci avviciniamo all’uscita.

 

 

PROGETTO QUIRINALE: L’INTEGRAZIONE NON È SOLO LINGUISTICA

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