PER UNA RIFORMA IN CHIAVE ECOLOGICA DELLA SCUOLA

La proposta di riforma in chiave ecologica della scuola mira a far penetrare in ogni materia di studio l’ecologia integrale. Teachers for Future: «Investire su un sapere connettivo vuol dire generare una coscienza civica e critica consapevole della complessità delle sfide presenti»

«Chiediamo al Ministro dell’Istruzione, ai dirigenti scolastici, agli studenti e studentesse, ai loro genitori e a tutta la società civile di ripensare i fondamenti stessi dell’istruzione primaria e secondaria, mirando ad un’alfabetizzazione ecologica delle nuove generazioni che sappia superare ogni idea di separazione tra umanità e natura. La scuola e il mondo della cultura in generale sono chiamati a riconoscere l’essere umano come parte integrante della natura». Sono circa 300 i firmatari della proposta di Riforma in chiave ecologica della scuola italiana un documento (ma soprattutto un movimento culturale) nato lo scorso anno in Spagna quando a Barcellona attivisti e studenti hanno occupato alcune aule dell’Università chiedendo al rettore di introdurre un corso di studi dedicato alla crisi climatica in atto (qui è possibile firmare il documento). La crisi ecologica del nostro Pianeta – si legge nella lettera – non può ridursi solo ai concetti di “crescita verde” o “sviluppo sostenibile” ma quella climatica e ambientale è (e sarà sempre più) la madre di tutte le crisi, da quella economia a quella alimentare, da quella democratica a quella geo-politica.

Riforma in chiave ecologica della scuola: intervenire già dalla scuola primaria

riforma in chiave ecologica della scuola
Davanti ad una scuola fatta di saperi “frammentati” l’obiettivo del collettivo che propone una riforma in chiave ecologica della scuola è quella di collegare sempre più discipline per innescare un cambiamento di mentalità

Lo scorso 2 dicembre è stata l’aula Magna del Liceo Classico Socrate di Roma ad ospitare il dibattito sulla riforma ecologia della scuola dialogando con ricercatori, docenti, studenti e dirigenti scolastici proponendo azioni concrete per far sì che i temi ecologici non siano solo appannaggio di attivisti, proposto da Associazione per la Decrescita, Associazione Lavoratori Scuola, Teachers for Future, Movimento per la Decrescita Felice, Fridays for Future. «La nostra attuale culturale rappresenta noi esseri umani e l’ambiente come due entità separate tra loro», afferma Federico Calò Carducci del Movimento per la Decrescita Felice. «L’uomo non solo crede di poter disporre della natura come fosse una merce ma pensa anche di poterla migliorare. Convertirsi ad un dimensione ecologica vuol dire considerare che noi siamo parte integrante della natura, dipendiamo da essa perché tutto è connesso e interdipendente. Ho due figli e ho chiesto loro di realizzare un disegno che rappresenti il concetto di natura: hanno inserito gli alberi, il sole, le nuvole, gli animali ma a nessuno dei due è venuto in mente di inserire un essere umano. Se già a 6 anni è chiara questa separazione, allora il nostro compito è quello di intervenire già dalle scuole primarie e secondarie. Decolonizzare questa visione antropocentrica che sta causando danni visibili a tutti». Non si tratta solo di introdurre un corso universitario dedicato alla crisi climatica o di riformare la lezione di educazione civica bensì di far penetrare in ogni materia di studio (dalla matematica alle lettere classiche) il concetto di ecologia integrale.

L’eco-ansia tra i giovani

A pilotare questa riforma didattica è il progetto Teachers for Future, un collettivo di insegnanti, educatori, docenti e dirigenti scolastici scesi in campo assieme agli studenti e studentesse dei Fridays for Future. Lavinia è una delle attiviste che hanno raccolto l’appello di Greta Thunberg e che spesso si trova a dover fare i conti con la eco-ansia. «Avere l’opportunità di manifestare in piazza è importante ma davanti a ricercatori che ci dicono che l’Italia del 2075 sarà un Paese invivibile con molte città quasi del tutto sommerse, è urgente cambiare i paradigmi con cui pensiamo e cresciamo. Il mondo ci sta dimostrando che cambia a prescindere dalla nostra volontà e capacità tecnologica, alcune risorse da infinite stanno diventando scarse mettendo a rischio la nostra stessa sopravvivenza. L’eco-ansia è una situazione che molte ragazze e ragazzi della mia età sperimentano tutti i giorni e consiste nell’essere sopraffatti, la paura di svegliarsi e non avere più tempo per cambiare lo stato delle cose. Sappiamo che c’è ancora possibilità di fare qualcosa, partire dall’educazione dei più piccoli è una delle vie d’uscita».

Scuole Green in rete

riforma in chiave ecologica della scuola
La rete di Scuole Green coinvolge oggi 89 province italiane

Non è un caso che ad ospitare un dibattito sulla crisi climatica sia proprio il Liceo classico Socrate di via Giuliani, infatti proprio in questo istituto, nel 2019 fu firmata la prima circolare che autorizzava gli studenti a partecipare alla prima manifestazione dei Fridays for Future, seguita poco dopo dal Liceo Ginnasio Orazio. «Davanti a questo grido di emergenza ambientale e alla delibera del sindaco di New York che in quelle ore giustificava le assenze degli alunni che partecipavano alla manifestazione, decidemmo con convinzione di replicare anche a Roma questa iniziativa: in poche ore fu ripresa da tutti i principali quotidiani e ricevette un plauso anche dall’allora sottosegretario del Ministero» racconta Carlo Firmani, dirigente scolastico del Liceo Socrate. «Da quel momento il nostro Liceo diventò il promotore di una rete di Scuole Green oggi arrivata a coinvolgere 89 province del nostro Paese. «Una rete che ha aderito sin dall’inizio ad un modello orizzontale e non di “regia” dall’alto: scambiare le buone pratiche di ecologia integrale e mettere la stessa ecologia al centro dei nostri “saperi”. L’idea di base è stata quella di utilizzare i goal dell’Agenda 2030 come orizzonte di senso di tutti i nostri curricola scolastici maturando la vicinanza a questioni che riguardano il nostro stare su questo Pianeta». Davanti ad una scuola fatta di saperi “frammentati” l’obiettivo del collettivo che propone una riforma in chiave ecologica della scuola è quella di collegare sempre più discipline per innescare un processo di cambiamento di mentalità. Non è vero che viviamo nel migliore dei mondi possibili ecco perchè investire su un sapere connettivo può voler dire «generare una coscienza civica e critica consapevole della complessità delle sfide presenti».

PER UNA RIFORMA IN CHIAVE ECOLOGICA DELLA SCUOLA

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