ROMA CAPITALE, LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI PER L’AMMINISTRAZIONE CONDIVISA

Cosa prevede la Cassetta degli Attrezzi, che rende operativo il Regolamento sui rapporti con gli ETS. Funari: «Il risultato di un percorso di co-progettazione e dialogo interistituzionale. Non solo una raccolta di strumenti, ma un metodo di lavoro per migliorare concretamente l’efficacia delle politiche sociali sul territorio»

di Maria Enrica Braga

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L’Assessorato alle Politiche Sociali e alla Salute con il Dipartimento Politiche Sociali e Salute di Roma Capitale, ha avviato un ampio processo partecipativo per la realizzazione della Cassetta degli Attrezzi, un insieme di strumenti operativi e gestionali destinati a semplificare l’applicazione del Regolamento Capitolino sui rapporti con gli ETS n. 113 del 22 ottobre 2024, uno strumento, quindi, a supporto della messa a terra operativa del Regolamento, nato da un processo proposto ai principali rappresentanti delle diverse forme giuridiche del terzo settore in ambito socio-sanitario ed educativo – tra cui Confcooperative Feder Solidarietà Lazio, Agci Solidarietà e Legacoop Lazio – nonché gli enti di secondo livello dell’associazionismo della città come il CSV Lazio e il Forum del Terzo Settore. I tre incontri di consultazione e lo scambio lungo tutto il percorso avevano l’obiettivo comune di costruire un’efficace infrastruttura dotata di strumentazione tecnica condivisa in grado di garantire chiarezza, trasparenza e uniformità nell’applicazione delle norme, tanto per i funzionari dei servizi e le strutture capitoline quanto per gli ETS.

Fino ad ottobre 2025 un programma formativo dedicato

«La Cassetta degli Attrezzi», ha dichiarato l’Assessore alle Politiche Sociali Barbara Funari, «rappresenta essa stessa un risultato importante di un percorso di co-progettazione e dialogo interistituzionale. Non è solo una raccolta di strumenti, ma un metodo di lavoro per migliorare concretamente l’efficacia delle politiche sociali sul territorio».

Per sostenere, promuovere ed accompagnare l’adozione e la corretta applicazione di tutti gli strumenti operativi che la Cassetta degli Attrezzi fornisce, la Direzione Apicale del Dipartimento Politiche Sociali e Salute, in collaborazione con IFEL – Fondazione ANCI e ANCI Lazio, ha predisposto un programma formativo per il personale di Elevata Qualificazione di alcuni Dipartimenti Centrali e dei Municipi di Roma Capitale che proseguirà fino ad ottobre 2025, con una replica nel 2026. Ulteriori sessioni formative da circa 19 ore saranno destinate anche al personale degli ETS e ad altri attori coinvolti nei processi collaborativi. L’intento è quello di costruire un linguaggio comune e un approccio condiviso tra pubblico e privato sociale, rendendo l’intero sistema di ideazione e definizione dei servizi delle politiche pubbliche più efficace, trasparente e partecipato.

La Cassetta degli Attrezzi di Roma Capitale: gli strumenti utili

Nella cassetta degli attrezzi esistono strumenti utili a disposizione delle diverse fasi del percorso di amministrazione condivisa:

  • gli schemi per la fase di co-programmazione, per costruire percorsi per la pianificazione a lungo termine dei servizi: l’individuazione, da parte della PA, dei bisogni da soddisfare, degli interventi necessari e delle modalità per realizzarli, delle risorse disponibili;
  • gli schemi per l’avvio della co-progettazione per la definizione e realizzazione di specifici progetti di servizio o di intervento che soddisfino bisogni definiti;
  • gli schemi per le convenzioni, finalizzate all’affidamento di servizi per OdV e APS.

Gli schemi di istanza di parte

Gli schemi di istanza di parte, sia per la co-programmazione che per la co-progettazione, sono la vera novità procedurale della Cassetta degli Attrezzi per l’amministrazione condivisa che vede come veri protagonisti gli ETS, che legittima la possibilità di richiesta di apertura di un procedimento amministrativo di co-programmazione o co-progettazione pensato e voluto e presentato unicamente da parte degli Enti di Terzo Settore. Questo sottintende però la consapevolezza e la conoscenza da parte di ETS e attori civici della possibilità di attuarla, del contesto in cui avviarla, del fenomeno o servizio territoriale da trattare, una visione della proposta di collaborazione e la capacità di trasformarla in procedimento. Una vera sfida aperta di protagonismo propositivo per gli ETS attivi suoi diversi territori romani. L’intento collaborativo va tradotto in un disegno collaborativo e quindi in uno o più strumenti collaborativi da mettere in atto durante tutto il percorso, anche grazie a questa Cassetta degli Attrezzi del Comune di Roma.

Alcune considerazioni 

Gli strumenti di amministrazione condivisa camminano, si muovono e crescono sulle gambe delle relazioni solide tra le persone. La vera trasformazione culturale è data dalla potenza trasformativa della costruzione di una visione collettiva verso una direzione ed un obiettivo condiviso, basata sulla conoscenza reciproca degli attori che la vivono, la fiducia nelle risorse messe a disposizione, le competenze di tutti e la costruzione di relazioni solide in un’ottica generativa di cambiamento.

Come ha scritto Gianfranco Marocchi su welforum.it, «La fiducia, la collaborazione non sono innate, si costruiscono: con un percorso che sarà tanto più lungo e impegnativo quanto la situazione di partenza è disgregata e conflittuale. Si costruiscono con la necessaria gradualità, sperimentando reciprocamente aperture di fiducia che, se non tradite, generano ulteriore fiducia e collaborazione…Ogni atto può rappresentare un passo verso la diffusione di rapporti collaborativi o al contrario distruggere il capitale di fiducia che si sta faticosamente costruendo».

Un cammino molto complesso, lento ed ambizioso che porta in sé un grande potenziale trasformativo, ma con molte possibilità di fallimento, di desiderata insoddisfatti e di confusione di ruoli, percorsi e visioni. In un cammino così controverso è importante per l’amministrazione pubblica e gli ETS avere una cassetta degli attrezzi che aiuta sicuramente la PA a mettere a terra a livello di procedimento amministrativo e con strumenti chiari e comuni i percorsi di amministrazione condivisa.

Il dubbio è allora cosa c’è prima, durante e dopo l’avvio di un procedimento di amministrazione condivisa. Sempre citando Marocchi, «Il procedimento – quello che si apre con una determinazione dell’ente che approva un avviso pubblico e si chiude con un documento finale (co-programmazione) o con un progetto definitivo (coprogettazione) – dura da pochi giorni ad alcune settimane o alcuni mesi; ma si situa in una storia di relazioni che generalmente ha, alle spalle, diversi anni o decenni ed è seguita da un periodo di alcuni anni in cui quando insieme è stato convenuto va effettivamente messo in atto».

Questo solo per dire che la complessità del processo collaborativo ha radici molto più profonde e prospettive molto più ampie di trasformazione e cambiamento, che non possono essere racchiuse solo in una cassetta degli attrezzi, sicuramente indispensabile alla realizzazione effettiva, ma, come in tutte le grandi opere collettive realizzate insieme da uomini e donne, prima esiste un bisogno condiviso, poi un pensiero creativo che vede coinvolti tutti gli attori e gli stakeholder del territorio, va tracciata una bozza di disegno che serve a visualizzare gli intenti, poi va organizzato un progetto operativo e solo infine si apre un cantiere per la realizzazione del servizio.

«È abbastanza frequente» – ancora Marocchi – «che le pubbliche amministrazioni più avanzate e coscienziose investano risorse per essere supportate il e nel procedimento, per condividere e redigere gli atti o per facilitare i tavoli. Non capita quasi mai di assistere a investimenti sul “prima” o sul “dopo” o a vedere riflessioni compiute su ciò che avviene “a fianco” del procedimento».

ROMA CAPITALE, LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI PER L’AMMINISTRAZIONE CONDIVISA

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