ROOM. SE IL MONDO DI UN BIMBO È TUTTO IN UNA STANZA

Il film di Lenny Abrahamson, ora in dvd, racconta la vita di un bimbo e la sua madre in una stanza di nove metri quadri. Inquietante, e tenero

di Maurizio Ermisino

Jack ha cinque anni, una mamma che lo ama, lo cura e vive per lui. I due giocano, fanno il bagno, fanno i dolci insieme e, dopo aver letto le favole, vanno a dormire. Ma Mà e Jack vivono da soli in una stanza di 9 metri quadri. Non sono mai usciti e, da quando Jack è nato, quello è stato il suo mondo. Il piccolo cerca di capire che cos’è reale e cosa no, e se è reale quello che vede in tv. Sa che c’è qualcosa fuori, ma che non può vederlo. E, alla sua età, comincia a fare domande, a cercare di capire meglio. Un uomo ogni tanto viene la notte e dorme con la mamma. È Old Nick, porta da mangiare, e un “premio della domenica”. È la storia di Room, sorprendente film di Lenny Abrahamson, coproduzione tra Irlanda e Canada, che ha fruttato a Brie Larson (Mà) l’Oscar come miglior attrice protagonista.
Perché? Perché sono lì? È la prima domanda che ci facciamo per tutta la prima parte del film. Che, nonostante ci si aspetti questo, non è girato in unità di tempo e luogo. Dopo mezz’ora avremo la risposta. Dopo le favole e le storie inventate per spiegare una cosa così strana a un bimbo troppo piccolo per capire, Mà dice la verità a Jack. E dal perché cominciamo a chiederci “come” per tutta la seconda parte del film. La risposta è meno assurda della situazione in cui vivono in due, è cronaca di tutti giorni.

room il film
Un’immagine da “Room”, il film di Abrahamson

Inquietante, misterioso, claustrofobico e poi catartico, ma soprattutto tremendamente tenero e appassionante. Questo è Room. Un film, tratto da un libro best seller, che prende la cronaca, la realtà e le capovolge per incuriosire. Riesce a fare poesia da quella che è una brutta storia di tutti i giorni. Abrahamson vita la tentazione di fare un film virtusistico, girato tutto in un unico interno, che forse sarebbe stato già visto, ma fa evolvere la storia, ci fa capire come può cambiare la vita dei nostri personaggi. Il mistero e la tensione durano abbastanza, ma poi c’è l’approfondimento. Perché la chiave del film non è solo il perché i due siano lì, quanto come la vita possa proseguire dopo un trauma. Come il mondo di un bambino sia quello a cui è abituato, con le sue regole, magari anche con le sedie, le porte, il letto e l’armadio che diventano persone. E quanto sia difficile cambiare mondo.
Room è un film sulla scoperta del mondo da parte di un bambino, ed è bello anche per noi scoprirlo insieme a lui, che ci guida con i suoi occhi e la sua voce narrante. «C’è tantissimo spazio nel mondo. E il tempo è poco, perché deve essere spalmato come il burro in tutti i luoghi».

ROOM. SE IL MONDO DI UN BIMBO È TUTTO IN UNA STANZA

ROOM. SE IL MONDO DI UN BIMBO È TUTTO IN UNA STANZA