
IL PROBLEMA DEGLI ADOLESCENTI SONO GLI ADULTI CON CUI SI CONFRONTANO?
Come e dove si incontrano il mondo adulto e il mondo adolescente nel tempo del digitale e dell’identità smarrita? È questo il tema al centro di La società adolescente, del neuropsichiatra infantile Narciso Mostarda. «Questa società adolescente è una società senza padri»
23 Settembre 2025
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«La serie Adolescence», premio miglior miniserie agli Emmy 2025, «certifica il fallimento della famiglia di oggi. Padri e madri incapaci di essere un punto di riferimento per i propri figli. Il vuoto che vivono in casa lo riempiono con le chat, i social, che diventano il capro espiatorio di aggressioni e violenze». È questo il punto di vista del neuropsichiatra infantile Narciso Mostarda, che ha approfondito il tema del tracollo della famiglia come nucleo educante nel saggio La società adolescente. Padri e figli al tempo dell’identità smarrita, pubblicato da Rubbettino. «Gli atteggiamenti dei ragazzi nascono da emozioni come la rabbia, la paura, la vergogna, che un tempo erano al centro delle relazioni tra i genitori e figli. Ci vorrebbero dei padri disposti ad accogliere questa sofferenza. Invece siamo circondati da individui spaventati, immaturi, che non sanno farsi carico delle emozioni e di fatto abbandonano i figli nell’età in cui hanno più bisogno di loro. Il risultato è questa “società adolescente”, come la definisco nel mio libro, determinata da fragilità e precarietà. Una società senza padri, che è come una psiche senza funzione paterna: caotica e infeconda», evidenzia il medico, dallo scorso anno direttore generale dell’Ares 118, sistema sanitario regionale.
«Il vero problema per gli adolescenti sono gli adulti con cui si confrontano»
Se «“fragile” e “immaturo” sono due aggettivi che spesso vengono associati per descrivere un adolescente, non un adulto, ancora meno lo stato di salute di un Paese», eppure «mai come oggi, se dovessimo definire le caratteristiche distintive dell’epoca postmoderna e della società in cui viviamo, dovremmo utilizzare queste due parole». Infatti, se gli adolescenti «sono attraversati da emozioni intense e instabili che a volte sfociano in stati ansiosi o addirittura in veri e propri disturbi mentali, possono sperimentare sentimenti di solitudine e isolamento sociale, specialmente se si sentono incompresi o esclusi dai loro coetanei, sono più inclini a sperimentare comportamenti che possono mettere a rischio la loro salute pur di essere accettati», una fase di transizione dovuta a sbalzi ormonali, il vero problema sono gli adulti con cui si confrontano. «Adulti mai cresciuti, adulti-bambini, che vivono un eterno presente, senza passato e senza futuro, spinti a conservare la loro giovinezza, a vestirsi giovani come i loro figli, impegnati ad apparire vincenti, luminosi, spensierati». L’Oxford Dictionary ha coniato il neologismo “adultescente”, «una persona adulta che si comporta con modi giovanili, compiacendosi di ostentare interessi e stili di vita da adolescente».

Riscoprire la fragilità come luogo di convivenza
Mostarda definisce l’adulto contemporaneo «un uomo fragile, abitato dal senso di precarietà e dalla sfiducia esistenziale, mascherati però da un delirio di onnipotenza per il progresso raggiunto dall’umanità». Eppure «esiste un’altra fragilità, quella che si combina con la capacità di emozione, con la percettività sensibile, con la flessibilità che consente di mantenere gli equilibri fra le varie componenti fisiche e psichiche. Sperimentare un legame con l’altro fa sentire che la fragilità dell’altro aiuta la propria fragilità. Conoscersi dentro una relazione che è possibile attivare solo attraverso la fragilità è fondamentale. E il bisogno dell’altro non è retto dal dominio ma dalla condivisione. Dunque, è possibile pensare alla fragilità non come sinonimo di debolezza ontologica, bensì come luogo dove è possibile sviluppare i valori cruciali del compatire e del convivere umano, quali la sensibilità, la delicatezza, la compassione». Tuttavia oggi «l’età della giovinezza ha preso il sopravvento e, mentre gli adulti scivolano nell’immaturità, gli adolescenti, diventati fisicamente adulti, restano bambini, sviluppando nei casi migliori un senso di inadeguatezza causato dall’inesperienza della vita e dalla mancata trasmissione di conoscenza di chi dovrebbe educarli e formarli; nel peggiore dei casi facendo emergere problemi di salute mentale, segnati da depressione, ansia, disturbi comportamentali, a cominciare da quelli alimentari».
Come allora rapportarsi con gli adolescenti?
Sono necessari – auspica il neuropsichiatra infantile – «dei padri disposti ad accogliere questa sofferenza, padri capaci di ascoltare, di gratificare ogni sforzo e rendersi empatici nelle difficoltà. Invece si ritrovano di fronte padri assenti, indaffarati, indifferenti, con lo sguardo rivolto ai cellulari in mano. I ragazzi si mostrano delusi, demotivati, aggressivi, senza prospettive. Una situazione che fa emergere sempre più una fragilità emotiva e una personalità immatura sia nei ragazzi che nei genitori». L’autore individua «altri tre aspetti che rendono la nostra società fragile e immatura. Il primo riguarda l’iperstimolazione digitale causata dall’utilizzo degli smartphone: dalla loro introduzione abbiamo visto crescere i problemi di salute mentale nei più giovani, con un aumento significativo di isolamento sociale di frustrazione, così come sono cresciuti in modo impressionante i disturbi psicopatologici sia nell’età scolare che preadolescenziale». Il secondo aspetto? «La mancanza di un racconto comune, di una storia che ci renda uniti. Oggi a comandare è la frenesia dell’informazione, dei social e dello storytelling, una tecnica di comunicazione che serve a veicolare informazioni commerciali. Si è persa la capacità di raccontare storie – portatrici di valori e norme – di ascoltarle e, infine, di trasmetterle». In terzo luogo, «è scomparso il concetto di etica, nell’epoca dell’individualismo e della ricerca del piacere, in cui l’idea del sacrificio è stata delegittimata e gli uomini non hanno più intenzione di salvaguardare valori morali o perseguirne, l’etica è stata sostituita dall’estetica, dalla ricerca di ciò che mi piace e ciò che mi serve».
Piste educative consigliate agli adulti per rapportarsi con gli adolescenti? «Mettiamoli nelle condizioni di seguire i loro desideri, stiamogli vicino senza stargli addosso, lasciamo che se la cavino da soli, non perdiamo la capacità di dire i no, che aiutano a crescere più dei sì, non nascondiamo il dolore e la morte che sono parte integrante della vita; quando saranno grandi ci ringrazieranno».
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Narciso Mostarda
La società adolescente. Padri e figli al tempo dell’identità smarrita
Rubbettino 2025
pp.112, € 13.00
