SPORT INTEGRATO: LA POLISPORTIVA CASTELLINSIEME VINCE, SU TUTTI I PIANI

Fa integrazione e conquista medaglie, anche se il territorio non mostra molto interesse. Gli appuntamenti del 13 aprile e del 30 giugno

«Lo sport integrato è una visione comune di futuro». A dirlo è Fabrizio Izzo, presidente della Polisportiva Castellinsieme onlus, contenitore che racchiude circa quaranta società sportive che fanno giocare diversamente abili e normodotati insieme. «A volte lo si pensa solo come un mezzo d’integrazione, senza dare importanza alle prestazioni sportive. Ma se si continua a fare sport esclusivo e categorizzato, quando si potrebbe non farlo, è limitante».

Un diversamente abile si confronta con un normodotato: non c’è uno svantaggio?
«La Federazione a cui siamo iscritti, la Special Olympics Italia, prevede delle regole che limitano un po’ le prestazioni degli atleti normodotati. Un esempio è la pressione sul giocatore con disabilità. Un normodotato non si può smarcare tutti gli avversari e, ad esempio, andare a canestro».

 

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Diversamente abili e normodotati si confrontano dentro e fuori del campo

Che tipo di caratteristiche hanno i vostri giocatori?
«I nostri ragazzi hanno una disabilità cognitivo-relazionale, cioè si va da un lieve ritardo all’autismo e alla sindrome di Down. La nostra proposta non è quella di un centro diurno, ma un’associazione sportiva dove non ci sono disabili, ma atleti.  Diversamente abili che si confrontano con quelli normodotati dentro e fuori dal campo, replicando le dinamiche di spogliatoio tipiche di qualsiasi altra società».

Come è organizzato il vostro mondo?
«Il campionato è gestito dalla Special Olympics Italia, sezione italiana di una federazione nata in America e diffusa in Europa. Ogni due o tre mesi si organizzano sessioni concentrate di una determinata disciplina, a cui di solito partecipano sette o otto squadre. A giugno, durante un unico evento, si disputano le finali. Castelliinsieme fa parte di altri due progetti. Uno si chiama Quarta categoria, un campionato regionale organizzato dalla Federazione italiana Giuoco calcio (Figc). Ogni squadra è adottata da una società di serie A o serie B, che fornisce tutto il materiale sportivo. L’altro è la Coppa del Sorriso, del Centro sportivo italiano (Csi)».

 

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La squadra ha ottenuto molti buoni risultati

Quali sono le differenze principali tra allenare una persona normodotata e una disabile?
«L’intervento specifico è lo stesso: si usa fare un progetto individuale e uno di squadra. Avendo a che fare con la disabilità, si sta attenti a non fissare obiettivi che i ragazzi non possano raggiungere, altrimenti lo sport diventa una fonte di frustrazione. Gli allenamenti dell’intera stagione sono proporzionati a quello che la squadra è in grado di fare».

Come è nata la Polisportiva Castellinsieme?
«La Polisportiva nasce da un’idea mia e degli altri due soci fondatori, Remigio Massa e Gabriele Biacoli. Stavamo cercando di creare un’esperienza nuova sul territorio. Siamo partiti da un’idea di condivisione, di sport integrato appunto. Abbiamo iniziato con calcio e basket, poi abbiamo incluso anche ginnastica, nuoto, pallamano, judo e laboratori di artigianato e musica, fino ad arrivare a 67 atleti.

 

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Leonardo Cesaretti, Alfiere della Repubblica

Che risultati avete raggiunto fino a ora?

«Con la squadra di calcio a 5 abbiamo vinto una medaglia d’oro alle finali nazionali e due secondi posti nel campionato di Quarta categoria. Con il basket un argento e un bronzo alle ultime finali regionali. Un nostro atleta è stato convocato nella Nazionale di calcio a 11 integrata e ha partecipato all’International Cup di Chicago, che si è tenuta nel marzo scorso. Altri due, atleta e partner, hanno vinto la medaglia di bronzo ad Abu Dhabi nei mondiali di calcio a 5. A livello umano il risultato più grande è vedere i nostri atleti aver voglia di lavorare e di fare un passo in più verso la completa integrazione. Dello staff invece Leonardo Cesaretti è stato insignito dell’onorificenza di Alfiere della Repubblica da parte de Capo dello Stato Sergio Mattarella».

 Che difficoltà incontrate nell’organizzazione delle vostre attività?
«Il territorio non è molto aperto e pronto ad accogliere lo sport integrato. Prendiamo i premi vinti: se i nostri fossero stati atleti normodotati e avessero vinto una medaglia di bronzo ai Mondiali di calcio avremmo avuto ben altro riconoscimento. Su dieci atleti che hanno rappresentato l’Italia ai Mondiali di calcio a 5, la metà erano di Albano, due della Polisportiva Castellinsieme e tre dell’Albano Primavera di Stefano Soro. E nessuno nel comune lo sa».

 Qual è il vostro prossimo appuntamento?
«Sabato 13 aprile inauguriamo per la prima volta ai Castelli romani una tappa della Special Olympics. Verrà ospitata nella palestra della scuola media Dante Alighieri di Pavona. Saremo lì dalla mattina alle 10 fino al pomeriggio alle 17. Il prossimo appuntamento sarà “Salto alle barriere”, che si terrà il 30 giugno a Castel Gandolfo, a cui parteciperanno circa 40 associazioni, per un totale di 140 atleti».

Se avete correzioni o suggerimenti da proporci, scrivete a comunicazione@cesv.org

 

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