GLI STRANIERI IN ITALIA PRODUCONO 127 MILIARDI L’ANNO

Rapporto della Fondazione Leone Moressa sull'impatto fiscale dell'immigrazione. I contributi previdenziali degli stranieri in Italia pagano 640mila pensioni

Gli stranieri in Italia contribuiscono con 127 miliardi al Pil complessivo del Paese, pagano 7 miliardi di Irpef e versano 11 miliardi di contributi previdenziali, che equivalgono a 640mila pensioni italiane. È quanto emerge dal rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione della Fondazione Leone Moressa, presentato martedì 11 ottobre presso la sala conferenze del Viminale. La fotografia scattata dalla sesta edizione del rapporto, incentrato quest’anno sull’impatto fiscale dell’immigrazione,  testimonia la grande importanza dell’apporto degli stranieri all’economia italiana sotto diversi aspetti.

L’impatto fiscale degli stranieri in Italia

La ricchezza prodotta dagli stranieri in Italia si attesta attorno all’8,8% del valore aggiunto nazionale, di poco inferiore al fatturato della Fiat, come fanno notare nel rapporto i ricercatori della Leone Moressa. Oltre all’importante contributo sul gettito fiscale e previdenziale già accennati, a cui si devono aggiungere altri tre miliardi di tasse indirette, è da segnalare anche un significativo incremento dell’imprenditoria straniera e della relativa ricchezza prodotta. Negli ultimi cinque anni le imprese straniere sono cresciute di oltre il 20%, in netta controtendenza rispetto alle imprese a conduzione italiana, diminuite di quasi il 3% nello stesso periodo. Con 550mila imprese, l’imprenditoria straniera rappresenta l’8,7% del totale nazionale, con percentuali significative in alcuni settori, come quello della ristorazione (20%) e dell’edilizia (15%).

stranieri in italia lavoroParallelamente a questi importanti contributi positivi, il rapporto evidenzia anche la bassa incidenza che gli immigrati hanno sulla spesa pubblica totale. La stima, elaborata da dati forniti dal Ministero delle Finanze e dalla Corte dei Conti, è di appena il 2% della spesa pubblica italiana. Questo dato è fortemente influenzato dalla composizione demografica della popolazione immigrata, dove la percentuale di anziani, la parte della popolazione che maggiormente pesa sulle casse dello stato in termini di pensioni e servizi sanitari, è estremamente ridotta. Infatti, dei circa 5 milioni di stranieri residenti in Italia (pari all’8,3% della popolazione), il 78% si trova in età lavorativa (con una forte componente di giovani), contro il 64% degli italiani.

Tasso di occupazione più alto, stipendi più bassi

Il rapporto evidenzia però anche alcune criticità relative all’economia dell’immigrazione italiana. Basandosi su un serie di indicatori relativi all’integrazione degli stranieri e al benessere del Paese, l’Italia risulta infatti uno dei Paesi europei in cui l’indice di integrazione risulta più basso, insieme agli altri paesi mediterranei.
I dati negativi che emergono al riguardo dal rapporto sono soprattutto gli alti differenziali di reddito tra italiani e stranieri, la scarsa mobilità sociale della popolazione immigrata e un’alta quota della stessa che vive in una situazione di povertà. Nonostante il tasso di occupazione degli stranieri sia nettamente maggiore di quello degli italiani infatti, nella maggior parte dei casi si tratta di lavori a bassa qualifica, solo parzialmente giustificabili con il più basso tasso di formazione della popolazione straniera. I differenziali di stipendio e di reddito tra italiani e stranieri raggiungono cifre significative (21mila euro annui medi per gli italiani di fronte ai 13mila euro degli stranieri), che si traducono anche in un relativo minor gettito fiscale.
Anche in riferimento all’imprenditoria straniera, la maggior parte di questa risulta essere una reazione alla perdita di lavoro dipendente e si basa spesso sulle reti parentali degli stranieri, trovando difficoltà a raggiungere uno stadio di imprenditoria avanzata.

stranieri pilIl trend di integrazione degli stranieri in Italia, seppur ancora basso rispetto alla media europea, è però in aumento se si considerano l’aumento del numero di matrimoni misti, la crescente percentuale di studenti stranieri nelle scuole italiane (circa il 10%) e l’aumento delle richieste e dell’ottenimento della cittadinanza italiana. Ed è proprio sul versante dell’integrazione che bisogna continuare ad agire per incrementare e migliorare i benefici che la migrazione porta all’Italia sia in termini quantitativi (ben rappresentati da questo rapporto) che qualitativi.

 

GLI STRANIERI IN ITALIA PRODUCONO 127 MILIARDI L’ANNO

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