DOPO CUTRO: IL GOVERNO VUOLE RENDERE FANTASMI I MIGRANTI

Alla Festa delle Liberazioni organizzata da Poléis, il Polo Civico Dell’Esquilino, si è parlato del Decreto Cutro, una riforma che nega gli strumenti di inclusione, cambia le condizioni dei richiedenti asilo e punta a rendere i migranti meno consapevoli dei loro diritti

Arrivati a Piazza Vittorio, verso sera, venerdì 21 aprile, abbiamo provato prima un senso di gioia e liberazione. E poi, subito dopo, un grande senso di rabbia. Siamo stati alla prima giornata di Liberazioni, la seconda edizione della Festa delle Liberazioni organizzata da Poléis, il Polo Civico Dell’Esquilino dal 21 al 25 aprile a Piazza Vittorio ed in tutto il Rione Esqulino di Roma. Un’iniziativa che vede il protagonismo di oltre 30 associazioni ed enti del terzo settore che operano sul territorio e che aderiscono al Polo Civico. Perché gioia e perché rabbia? Perché è un momento di festa, ma anche di intensa riflessione sui tempi che stanno vivendo l’integrazione e le migrazioni del nostro paese. Siamo stati accolti da una danza africana a cui hanno partecipato grandi e bambini, italiani e stranieri, seconde generazioni. Abbiamo letto l’Editto di Caracalla, scritto in tutte le lingue, l’editto con cui, nell’anno 212 d.C., l’imperatore Antonino Caracalla concesse la cittadinanza romana a tutti, o quasi, gli abitanti dell’Impero. Un grande insegnamento per i politici di oggi in fatto di integrazione. Ma Liberazioni vuol dire anche riflettere sui problemi di oggi, e allora si è parlato anche del Decreto Cutro, che, proprio il giorno prima, è passato al Senato con sostanziali modifiche. Dopo Cutro, questo il titolo dell’incontro, è stata un’assemblea aperta delle comunità rifugiate a Roma e agli attivisti in difesa delle vite e dei diritti umani dei richiedenti asilo. Per una resistenza contro questo Decreto l’appuntamento è il 28 aprile a Roma, alle 14, a piazza Esquilino, per una grande manifestazione contro le nuove norme in fatto di migrazione.

Il Decreto Cutro, una riforma razzista

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L’Editto di Caracalla in italiano

Ma di che cosa parliamo quando parliamo del Decreto Cutro? «È un decreto orribile, una riforma razzista, nel pieno segno di quelle che sono le politiche e i discorsi che questo governo ha iniziato sin da subito a promuovere, di cui i partiti di maggioranza sono promotori da anni», ha spiegato Carlo Caprioglio della Clinica Legale dell’Università Roma 3. «È un decreto che si inserisce in piena continuità con le politiche di Salvini del 2018 e 2019 che attaccano la vita delle persone migranti in profondità, nella tutela degli affetti e delle relazioni sociali. Sono tanti i punti su cui questo decreto interviene» continua. «I più importanti sono quelli che riguardano la possibilità di rimanere regolari sul territorio, accedere ai diritti, l’abrogazione della protezione speciale, che riguarda decine di migliaia di persone in Italia. È un tema su cui dovremmo mobilitarci, su cui molti si stanno mobilitando, a partire dalle comunità migranti» aggiunge. «C’è un attacco alla possibilità di convertire i permessi di soggiorno, e quindi di restare nel territorio con continuità, passando da forme precarie a forme più stabili e accedere poi nel tempo a permessi di lunga durata. Alla cittadinanza». «C’è un investimento rinnovato con tempi più lunghi e nuove ragioni di trattenimento sulla detenzione amministrativa, su quella forma più estrema di violenza istituzionale contro le persone migranti basata sul fatto di essere, appunto, migranti, di non avere la cittadinanza italiana» ci illustra Caprioglio. «Ci aspettano anni con nuove forme e più gravi di limitazioni della libertà personale basate sulla questione etnica. Sono nuove norme contro la facilitazione dell’immigrazione irregolare, che aumentano le pene, aggravano il trattamento sanzionatorio e vengono mascherate come norme per contrastare il traffico di esseri umani e per limitare le morti in mare, ma in realtà renderanno ancora più pericolosi i viaggi dei migranti, l’attraversamento in mare e dei confini interni. E che limita la sacrosanta libertà di movimento all’interno dell’Unione Europea».

Meno consapevolezza sui diritti

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«Il Decreto Cutro si inserisce in piena continuità con le politiche di Salvini del 2018 e 2019 che attaccano la vita delle persone migranti in profondità, nella tutela degli affetti e delle relazioni sociali»

Giovanna Cavallo, del Forum Per Cambiare l’Ordine delle Cose, va ancora più nello specifico per spiegarci che cosa comporta questo decreto. «Il Decreto Cutro, cambiato ieri (giovedì, ndr) al Senato, apporta due gravissime modifiche alle leggi sulle migrazioni» spiega. «La prima riguarda il sistema di accoglienza, che costruirà un meccanismo nel quale i richiedenti asilo resteranno fuori dal sistema ordinario dello Sprar, che oggi si chiama Cai. Era un sistema d’accoglienza dove era tutelata la libertà di movimento, ma soprattutto c’erano strumenti per costruire inclusione: l’orientamento linguistico, l’orientamento sanitario e quello lavorativo. Tutti questi strumenti saranno negati ai richiedenti asilo, che saranno concentrati in strutture fuori dalle logiche democratiche». «Saranno dei centri di contenzione, nei quali verranno detenute, concentrate le persone che arriveranno in Italia. Chi invece già vive nei centri di accoglienza o farà richiesta d’asilo, dalla conversione in legge in poi, non potrà più accedere al sistema d’accoglienza ordinario. Tutto questo comporta un problema enorme dal punto di vista sociale e democratico: non ci sarà la possibilità di interfacciarci e incontrare le persone che saranno concentrate, o addirittura detenute, in questi grossi centri. Che verranno stabiliti dalla Protezione Civile, in collaborazione con la Prefettura, perché in Italia nel frattempo è subentrato lo stato di emergenza, per cui tutto questo non sarà più governato dalla legge sulla trasparenza. Per cui tutti gli atti amministrativi e gli appalti non saranno pubblici e verranno gestiti direttamente dagli organi di polizia». «In questi centri saranno eliminati i servizi di orientamento linguistico, psicologico e lavorativo e le persone verranno schedate, controllate: verrà creato un sistema che eviterà che prendano consapevolezza dei loro diritti».

Cambia anche la protezione speciale

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Contro il Decreto Cutro è prevista una manifestazione il 28 aprile a Roma, alle 14, a piazza Esquilino

Ma c’è un altro grande punto che è stato modificato.«È la possibilità di ottenere un permesso di soggiorno nel caso in cui una persona non possa essere espulsa dal territorio, la famosa protezione speciale che altro non è che la protezione umanitaria» ci spiega Giovanna Cavallo. «È stato cancellato dalla norma italiana l’obbligo per l’Italia di osservare delle tutele per chi non può essere espulso dal territorio, perché ha legami, perché ha una famiglia, perché lavora, perché è qui da tanti anni. Non solo l’Italia cerca di negare questo diritto, ma  sarà complicato per chi non potrà essere espulso fare questa richiesta, perché è stata cancellata la possibilità di farlo alla questura, mentre si potrà ottenere soltanto attraverso la richiesta di asilo. Tutti coloro che dovranno chiedere un permesso di soggiorno per essere protetti da un’espulsione, saranno costretti a diventare richiedenti asilo, anche se non è loro intenzione chiedere la protezione internazionale. Ma è importante capire che dietro questa riforma della legge non c’è solo una volontà di nascondere un obbligo, che l’Italia ha perché sta in Europa; ma ostacoleranno la possibilità amministrativa di richiedere questo diritto perché la dovranno fare in tribunale. Ci sarà una grande confusione per ottenere questo diritto». Secondo Giovanna Cavallo, è fondamentale capire la strategia di governo. «Sta cercando di cancellare un diritto perché vuole rendere fantasmi le persone che vorrebbero ottenerlo. Dobbiamo stare attenti, affinché non si estingua come i dinosauri, a mantenere accesa la luce su coloro che questo diritto ce l’hanno, e aiutare i migranti in questo senso. È un meccanismo di grande resistenza alla narrazione. Il Senato ha votato e il decreto andrà alla Camera e verrà convertito in legge entro il 9 maggio».

Sudan: ci sono morti nelle strade di Khartum

Dalle nostre leggi sulle migrazioni si è passati a una testimonianza sul Sudan, che non è uno dei principali paesi di partenza dei flussi migratori, ma è molto importante per i flussi che attraversano il Corno d’Africa. I sudanesi non hanno considerato la migrazione come un meccanismo di sopravvivenza. Ma in questi giorni il Sudan sta vivendo una sanguinosa guerra civile. Ce lo ha raccontato Eshraga Mohamed. «Il Sudan ha attraversato fasi di guerre civili fino al 2019, l’anno in cui è stato destituito il presidente Bashir, che governava il paese da trent’anni con una dittatura autoritaria» ci ha raccontato. «I processi politici che sono seguiti alla rivoluzione del 2019 non hanno ricevuto il supporto da parte della comunità internazionale e la situazione è sfociata nel conflitto scoppiato alcuni giorni fa. Non è facile vivere all’interno di una società dove le persone si sono sentite svuotate della propria identità e del proprio diritto ad essere rappresentate, al pari di un migrante o di un richiedente asilo in un altro paese». continua. «A partire dal 2019 sono stati strutturati diversi dialoghi a livello politico per fare in modo che il Paese potesse arrivare verso una transizione democratica piena. Questo non è avvenuto: c’è stato un colpo di stato militare nel 2021 e sabato scorso è scoppiata una guerra civile tra l’esercito regolare e una milizia paramilitare. Ci sono morti nelle strade di Khartum, dove viveva la mia famiglia, che ora è in sicurezza, e stava a pochi metri da dove l’artiglieria dell’esercito colpiva i paramilitari. Mi auguro che si arrivi a una stabilità e a una transizione a livello democratico che permetta ai sudanesi di avere delle relazioni normali e produttive con il resto del mondo».

Iran: Donna, vita, libertà. Un messaggio universale

E dal Sudan si è passati anche a parlare dell’Iran, grazie alla testimonianza di una cittadina iraniana che vive qui. «In Iran la lotta continua, la resistenza continua, nonostante una grande oppressione del governo» ci ha raccontato. «Nonostante studenti, avvocati, famiglie siano sotto arresto e sotto tortura. Nonostante donne siano state stuprate per strada e abbiano perso la vista». Ma questa donna ci ha fatto capire un concetto importante. «La lotta è diventata per tutti noi» ha spiegato. «Quando diciamo donna, vita, libertà diciamo un no a tutti i modi di oppressione al sistema patriarcale. Tante persone che devono essere la voce del popolo iraniano sono in arresto, e purtroppo tanti dei nostri connazionali, legati ai regimi totalitari, che erano stati abbattuti già 40 anni fa, hanno preso la retorica di dire noi: vogliamo essere la voce del popolo iraniano. Nessuno può essere la voce di nessuno. Anche io posso essere qui, racconto quello che so del mio paese. Noi persone possiamo essere solidali tra di noi. Ma nessun parlamentare italiano, oggi, ci può aiutare».

DOPO CUTRO: IL GOVERNO VUOLE RENDERE FANTASMI I MIGRANTI

DOPO CUTRO: IL GOVERNO VUOLE RENDERE FANTASMI I MIGRANTI