LA TOPONOMASTICA È MASCHILISTA

"Sulle vie della parità" è il concorso nazionale, giunto alla terza edizione, per una toponomastica al femminile

«Sta diventando sempre più importante il nostro impegno nelle scuole, nella convinzione che una nuova cultura paritaria debba partire dai giovani e tanti sono i progetti didattici promossi, dalla Sicilia alla Lombardia, passando per il Lazio», dice Livia Capasso, tesoriera e vicepresidente ad interim dell’associazione Toponomastica femminile e presidente della giuria del concorso nazionale “Sulle vie della Parità”.

Le regole del concorso

Giunto alla sua terza edizione, il concorso “Sulle vie della Parità” è rivolto alle scuole di ogni ordine e grado, agli atenei e agli enti di formazione ed è finalizzato a riscoprire e valorizzare il contributo offerto dalle donne alla costruzione della società. Attraverso percorsi di ricerca-azione chiede di individuare e descrivere itinerari Dioguardi donne 2in grado di riportare alla luce le tracce delle presenze femminili nella storia e nella cultura d’Italia. I progetti prevedono un ampio lavoro preparatorio che i gruppi concorrenti potranno condurre: attraverso la ricerca storica, individuando donne che si siano distinte per le loro azioni, per l’attività letteraria, artistica e scientifica, per l’impegno umanitario e sociale, o per altri meriti che gli studenti riterranno significativi nel territorio di riferimento; a livello geografico e urbanistico, a partire dall’osservazione della regione, della città, del quartiere e delle sue strade, dalla ricostruzione e dallo studio delle dinamiche del loro sviluppo; riflettendo sulle ragioni delle intitolazioni presenti e su quelle di tante esclusioni.
«La conoscenza delle intitolazioni, la riflessione sulle molte assenze femminili e sulla presenza di donne meritevoli sul territorio permetterà di sviluppare forme di cittadinanza attiva, stimolando la partecipazione alle scelte di chi amministra le città», racconta Livia Capasso. «Il concorso è patrocinato dal Senato della Repubblica sin dall’inizio. Le adesioni arrivano da tutta Italia e alla cerimonia di premiazione ogni anno sono presenti più di 500 alunne ed alunni con docenti e dirigenti scolastici. I premi, consistenti per lo più in libri o seminari, sono messi a disposizione dagli sponsor».

L’associazione che pensa alle strade dedicate alle donne

Se le figure illustri a cui vengono dedicati i nomi di strade e piazze sono quasi sempre maschili, quali modelli trasmettiamo alle giovani generazioni? È da questo interrogativo che all’inizio del 2012 nasceva su Facebook, per iniziativa di Maria Pia Ercolini, un gruppo dal titolo Toponomastica femminile , che oggi conta più di 8500 iscritti, «con l’idea di impostare ricerche, pubblicare dati e fare pressioni su ogni singolo territorio affinché strade, piazze, giardini e luoghi urbani in senso lato, siano dedicati alle donne per compensare l’evidente sessismo che caratterizza l’attuale odonomastica».
Il primo impegno è stato un censimento meticoloso delle strade intitolate a donne in tutti i comuni d’Italia e anche in alcune realtà fuori dai nostri confini: si è arrivati così ad una percentuale che si aggira intorno al 5%. Poi sono iniziate tante iniziative come la campagna per la memoria femminile denominata “8 marzo 3 donne 3 strade”, con l’invito ai sindaci di intitolare tre strade ad altrettante donne: una di rilevanza locale, una di rilevanza nazionale, una straniera, «per restituire l’unione fra le tre anime del Paese».
La recente scomparsa di prestigiosi personaggi della cultura, della scienza e della politica italiana ha dato l’avvio alle campagne “Una strada per Miriam” (Mafai), “La lunga strada di Rita” (Levi Montalcini), “Una Margherita sulle nostre strade” (Hack).
«Dal gruppo Facebook è poi nato il sito www.toponomasticafemminile.com, dove viene raccolto tutto il nostro lavoro di ricerca e si dà comunicazione di tutti gli eventi promossi: mostre fotografiche, articoli su testate giornalistiche, convegni, partecipazione a progetti. Da un anno Toponomastica Femminile si è costituita in associazione, di cui Maria Pia Ercolini è presidente», racconta Livia Capasso. «La vasta e ricca galleria di esempi femminili di grandissimo spessore quasi del tutto invisibili nel nostro territorio, che si va man mano componendo, sta diventando oggetto di guide di genere nei vari territori: oltre alle prime due su alcuni quartieri di Roma pubblicati a cura di Maria Pia Ercolini, è fresca di stampa la Guida di Albano e già altre sono in cantiere».

LA TOPONOMASTICA È MASCHILISTA

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