VIOLENZA SUI MINORI: IN ITALIA 5MILA VITTIME NEL 2015, il 60% SONO BAMBINE
Aumento della pornografia minorile in Italia, matrimoni precoci e mutilazioni genitali nel mondo. InDifesa 2016: investire su prevenzione e assistenza
17 Ottobre 2016
5.080 minori sono stati vittime di abusi e violenze sul suolo italiano nel 2015.
Basterebbe questo singolo enunciato per imbarazzare servizi sociali, istituzioni, finanche la gente comune, e lasciare il resto dell’articolo in bianco, anzi in arancione come il colore della campagna promossa da Terres Des Hommes. Potremmo chiudere l’articolo, lasciando basiti i nostri lettori alla ricerca di un approfondimento, di dati statistici da snocciolare poi in seguito, insomma, di un testo che dia una notizia. Ma il dovere ci chiama…
Quel numero impietoso è il frutto del dossier InDifesa , presentato nella sua quinta edizione il 10 ottobre durante una conferenza stampa nella sala Zuccari del Senato della Repubblica, alla vigilia della Giornata Mondiale delle Bambine. Se è vero che negli ultimi cinque anni il numero di vittime minorenni di reati è cresciuto solo del 3%, passando dai 4.946 del 2011 ai 5.080 del 2015, secondo i dati Interforze si conferma prevalente il sesso femminile tra chi subisce abusi e violenza sui minori: bambine e ragazze sono infatti il 60%. La percentuale sale però vertiginosamente all’87% quando si tratta di violenze sessuali, o al 91% quando si parla dei minori entrati nel giro della produzione di materiale pornografico.
In Italia violenza anche tra coetanei
La pornografia minorile è un settore che ha raggiunto infatti incrementi drammatici, toccando la vertiginosa quota del +543% rispetto al 2011: un trend nelle abitudini degli italiani che la dice lunga sullo stato di salute di quel tipo di mercato multimediale.
Un altro incremento a tre cifre (+148%) è quello registrato dagli atti sessuali con minori di 14 anni, o minori di 16 nel caso di parenti stretti e affidatari: sono state 411 le vittime nel 2015 di cui il 78% femmine.
Segnano un calo negli ultimi 5 anni le violenze sessuali e quelle aggravate, rispettivamente -26% e -31%, ma in termini assoluti (in tutto 908 minori nel 2015, per oltre l’82% femmine, pari a 770) costituiscono le tipologie con maggior numero di vittime dopo i maltrattamenti in famiglia (1.442, +24%) e la violazione degli obblighi di assistenza familiare (961, +9% sul dato 2011), dove la percentuale di femmine è abbastanza allineata all’altro sesso.
«I numeri sono impressionanti e non lasciano spazio a dubbi: la prevenzione della violenza sui minori deve essere una priorità delle istituzioni pubbliche e richiede l’impegno di tutti, perché adolescenti e bambini crescano con una visione sana delle relazioni di coppia e del rispetto dell’altro. Bisogna lavorare per abbattere gli stereotipi di genere tra i ragazzi come strumento per prevenire la violenza sulle donne domani. È una delle chiavi fondamentali per prevenire e contrastare violenze e discriminazioni.» Queste le dichiarazioni di Raffaele K. Salinari, presidente di Terre des Hommes. Scorrendo il dossier InDifesa, tra i nemici più temibili delle giovani ci sono proprio i loro coetanei: a provarlo, oltre ai tristi episodi di cronaca, anche i dati del Ministero della Giustizia che segnalano in carico dei Servizi Sociali ben 817 minori di sesso maschile condannati per violenze sessuali, mentre ci sono invece 267 responsabili di sfruttamento della pornografia e prostituzione minorile.
La situazione delle giovani migranti
Se la violenza sui minori colpisce ancora troppe bambine in Italia, non si può evitare di rivolgere l’attenzione alle giovani migranti in fuga da conflitti, dittature e miseria di tutto il mondo. Nei lunghi esodi per arrivare nella terra promessa europea poche sono le donne e le ragazze che non abbiano subito abusi sessuali, e tante le ragazzine che arrivano sulle nostre coste in stato interessante. È questo il percorso che segue Terre des Hommes con i minori non accompagnati nell’ambito del progetto Faro, che mette l’attenzione sulle principali violazioni dei diritti di bambine e ragazze migranti e promuove gli interventi per la loro protezione.
https://youtu.be/BQn1V7SATdc
Nei paesi in guerra, come Iraq e Siria, migliaia di donne e ragazze sono ridotte a schiave dei combattenti. Bambini e bambine “prede di guerra” vengono rapiti o arruolati con la forza da eserciti regolari e gruppi ribelli. In altri casi, però, i più piccoli finiscono con l’imbracciare un fucile perché spinti dalla povertà, dall’esclusione sociale o dal desiderio di vendetta per le violenze subite dalla loro famiglia. Un’altra piaga che si è acutizzata con il conflitto è quella dei matrimoni precoci, che coinvolge moltissime ragazzine profughe. Sono 16 milioni ogni anno le spose bambine, destinate così a privazioni, violenze e fatiche non compatibili con la loro tenera età, comprese le gravidanze a cui spesso non sopravvivono. I parti precoci infatti causano ogni anno 70mila vittime fra le ragazze di età compresa tra i 14 e i 19 anni.
Contro la violenza sui minori serve un’alleanza globale
Da ultimo, non bisogna mai dimenticare la pratica della mutilazione genitale femminile che persevera in numerose culture e che ha colpito oltre 44 milioni di bambine al di sotto dei 14 anni.
Si stima inoltre che 86 milioni di ragazze nate tra il 2010 e il 2015 rischiano di subire una mutilazione genitale entro il 2030. Il Paese dove sono più diffuse è la Somalia (98%); seguono Guinea (96%), Gibuti (93%), Egitto (91%), Eritrea e Mali (89%), Sierra Leone e Sudan (88% ).
E infine, sono 168 milioni i bambini dediti al lavoro minorile, spesso in attività pericolose. Nella fascia d’età dai 5 agli 11 anni le bambine rappresentano il 58% del totale dei bambini coinvolti in lavori a rischio. Giovani a cui viene negato il diritto allo studio e che non vedranno mai un futuro migliore al loro orizzonte.
«All’indomani della nascita dei Sustainable Development Goals (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile) adottati nel 2015 dalle Nazioni Unite, che hanno molti riferimenti alla questione di genere, occorre ricordare che ci sono ancora 57 milioni di bambine e ragazze non vanno a scuola e oltre 68 milioni le bambine costrette a lavorare. 15 milioni le baby-spose che, senza volerlo e nel giro di poco tempo, diventano baby mamme e devono lasciare gli studi. Senza istruzione non potranno avere una vita migliore e dare il loro contributo al progresso dell’umanità» ha dichiarato Donatella Vergari, il segretario generale di Terre des Hommes.
L’immagine in copertina è tratta dalla presentazione di InDifesa di Terre des Hommes
Una risposta a “VIOLENZA SUI MINORI: IN ITALIA 5MILA VITTIME NEL 2015, il 60% SONO BAMBINE”
ottimo lavoro, grazie