IL VOLONTARIATO RIPARTE: L’ESPERIENZA DI FOCUS CDS

Non è facile e non è scontato. Occorre pensare nuovi percorsi e trovare nuovi equilibri e nuove alleanze...

 

Durante l’emergenza sanitaria, il tempo della solidarietà non ha mai smesso di scorrere; e anche un’ associazione storica come FOCUS Casa dei Diritti Sociali non poteva far mancare il suo contributo. L’associazione ha nel rione romano di Esquilino la sua sede storica; qui da oltre 30 anni sono attivi interventi rivolti ai cittadini più svantaggiati: servizi diurni per persone senza dimora, corsi di italiano per migranti, orientamento, assistenza legale e molto altro. Si tratta di servizi richiestissimi, con migliaia di nuovi destinatari ogni anno.

All’inizio del lockdown c’è stato un comprensibile momento di disorientamento tra i tanti volontari che quotidianamente portano avanti queste attività. Ma è durato poco: ben presto si è compreso che la crisi sarebbe durata a lungo, ed è tornata in primo piano la voglia di darsi da fare per rendersi utili ai concittadini più sfortunati.

La prima risposta all’emergenza

Così, dopo pochi giorni di chiusura della sede di via Giolitti 225, le attività sono riprese. In particolare, conformandosi alle nuove esigenze di sicurezza e distanziamento fisico, in una prima fase sono state attivate attività a distanza: uno sportello di orientamento telefonico e lezioni di lingua italiana on-line.  Entrambi gli interventi hanno avuto un grosso riscontro.

Rispetto allo sportello telefonico, alle tipologie di richieste che venivano fatte all’associazione nel periodo precedente al lockdown (accesso ai servizi socio-sanitari, aiuto per gli sfratti, rinnovo dei documenti di soggiorno per i migranti, e così via), si sono aggiunte una serie di nuove difficoltà strettamente legate all’emergenza Covid, che ha ulteriormente indebolito le persone che vivevano, ancor prima della quarantena, in situazioni di disagio sociale. A questo riguardo il presidio telefonico ha inoltrato numerose domande per i buoni spesa del Comune di Roma e ha indirizzato le persone in stato di bisogno verso le moltissime realtà della Capitale che si stavano attivando per fornire risposte all’emergenza sociale. Inoltre, insieme alla rete Portici Aperti, si è dato vita a un progetto di spesa solidale, rivolto a tutte quelle persone che non riuscivano ad accedere alle misure di sostegno pubbliche; questo intervento – tutt’ora attivo – sostiene più di 200 famiglie con beni di prima necessità.

La scuola d’italiano per migranti ha avviato lezioni on-line, utilizzando whatsapp come canale di comunicazione; pur con tutti i suoi limiti si trattava infatti dell’unico strumento alla portata di tutti gli studenti, che spesso non avevano accesso a un computer. La Scuola si è organizzata dividendo gli iscritti in gruppi da tre e per alcuni casi particolari ha svolto lezioni singole; per far fronte alla forte domanda di lezioni si sono messi in campo circa 40 insegnanti volontari.

La riapertura della sede

Il lavoro svolto tra marzo e aprile è stato importante: ha permesso a moltissimi persone svantaggiate di non sentirsi abbandonate a se stesse e risolvere piccole e grandi emergenze. Allo stesso tempo i volontari di Casa dei Diritti Sociali sentivano che questa modalità di lavoro “a distanza” non era più sufficiente. E si sono attrezzati per tornare sul campo.

Dopo circa 2 mesi di chiusura al pubblico, il 19 maggio 2020 ha riaperto lo sportello di Via Giolitti 225. La riapertura è stata possibile grazie al contributo della Fondazione Haiku Lugano, la quale ha compreso l’importanza ed urgenza di questo intervento ed ha permesso di attrezzare la sede per riprendere le attività in totale sicurezza e rispettando le norme di prevenzione. Fondamentale è stato anche l’apporto delle volontarie e dei volontari del Servizio Civile Universale (dell’impegno dei giovani inservisio civile nell’emergenza abbiamo parlatoqui) che hanno dato il loro assenso – per nulla scontato-  alla ripresa delle attività sul campo.

Nuovi equilibri

Ricominciare dopo la quarantena ha significato molti cambiamenti; da un punto di vista organizzativo, comunicativo e della costruzione di quel rapporto di empatia che costituisce una premessa essenziale della relazione di aiuto. Gli operatori legali, i volontari e gli stessi destinatari si sono ritrovati a dover ri-apprendere a comunicare adattandosi alle nuove dinamiche.  L’ingresso di una sola persona alla volta dilata molto i tempi di attesa delle persone in fila; il vetro di sicurezza attutisce i rumori e aggiunge una “barriera sonora” a quelle linguistiche e culturali; l’attenzione degli operatori e dei volontari non è più rivolta solo alle richieste di informazioni che ricevono, ma anche al continuo monitoraggio che le norme di sicurezza vengano rispettate.

Questi sono solo alcuni esempi delle nuove prassi che hanno rimodulato la quotidianità e le abitudini che esistevano precedentemente dentro lo sportello. Le novità introdotte hanno certamente aggiunto delle difficoltà, ma a un mese dalla riapertura possiamo confermare che si stanno costruendo nuovi equilibri a cui tutti  si stanno conformando.

Pronti per le prossima sfide

Oggi moltissime richieste di chi si rivolge allo sportello  riguardano la possibilità di accedere alla regolarizzazione: difatti dal 1° giugno 2020 sono iniziate le procedure per l’emersione dei rapporti di lavoro dei settori agricoli, assistenza alla persona e lavoro domestico. Continuano allo stesso tempo a crescere anche le domande di iscrizione ai corsi di italiano on line.

Anche nei prossimi mesi i volontari di Casa dei Diritti Sociali continueranno a impegnarsi a servizio dei cittadini più svantaggiati di Roma. Con una consapevolezza in più che la crisi del Covid gli ha portato: essere cittadini attivi vuol dire anche rinnovare continuamente le forme del proprio impegno.  Le prassi solidali che pochi mesi fa erano efficaci oggi non lo sono più, e probabilmente nei prossimi mesi sarà necessario adattarsi ancora al mutare delle esigenze del territorio.  I volontari si faranno trovare pronti.

Se avete correzioni o suggerimenti da proporci, scrivete a comunicazionecsv@csvlazio.org

 

 

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