OBIETTIVI 2030 E AMBIENTE: I GOVERNI PRENDANO IN MANO LA SITUAZIONE

Abbiamo parlato con Legambiente degli Obiettivi 2030 sulle questioni ambientali. Laurenti: «Non c'è più tempo, ce lo dice anche l’Onu».

17 Goal per il 2030. No, non stiamo parlando dei mondiali di calcio, che per il 2030 non sono ancora assegnati. Sono invece stati definiti dall’Onu i 17 Obiettivi 2030 da raggiungere entro quella data. In ballo non c’è un titolo mondiale, ma qualcosa di estremamente più importante: il futuro del nostro pianeta. Reti Solidali ha deciso di fare un viaggio dentro i 17 Obiettivi 2030 dell’Onu, e di andare a conoscere la situazione italiana, andando a parlare con le associazioni che si occupano di determinate aree di interesse. In questa puntata parleremo di ambiente, con Mirko Laurenti di Legambiente nazionale, tra i curatori del report Ecosistema Urbano. «Tutti gli obiettivi indicati dall’Onu sono, nel loro complesso, un punto fondamentale per arrivare a un equilibrio globale, per quanto riguarda la sostenibilità e l’attenzione alle tematiche ambientali» ci ha spiegato. «Tutti e 17 secondo noi vanno considerati nell’insieme. E noi, come Legambiente, ci stiamo già attrezzando per declinare alcuni degli studi, come quello sull’Ecosistema Urbano, che uscirà a fine ottobre, seguendo uno schema legato ai 17 Obiettivi 2030 dell’Onu. È necessaria una visione d’insieme, perché ambiente e sociale sono presenti ovunque. È fondamentale, e questo è il ragionamento che fa l’Onu, considerarli complessivamente».

 

obiettivi 2030ACQUA PULITA E SERVIZI IGIENICO-SANITARI. L’obiettivo 6 è garantire a tutti l’accessibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari. «È necessario che i governi prendano di fatto in mano la questione» commenta Laurenti. «Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari per noi in Italia vuol dire che devono funzionare i depuratori, che ci deve essere un attento monitoraggio degli inquinanti chimico-biologici di tutte le acque. Ovviamente, essendo una penisola, quelli legati alle acque marine, ma anche a quelle lacustri e di fiume. Serve un’attenzione a tutto quello che è il ciclo del sistema idrico in Italia e in Europa. Serve una normativa più stringente e un monitoraggio più attento».

 

obiettivi 2030ENERGIA PULITA E ACCESSIBILE. L’obiettivo 7 intende garantire a tutti l’accesso a servizi energetici economici, affidabili, sostenibili e moderni. È un tema, quello dell’energia pulita, in cui l’Italia è partita molto in ritardo rispetto ad altre nazioni europee. «È vero che siamo partiti dopo, ma nel tempo siamo riusciti a recuperare, per esempio sull’installato relativo al fotovoltaico: nel nostro paese siamo già a livelli abbastanza alti, sia paragonandoci ad alcune città europee, sia guardando alla situazione in altri paesi del mondo» ci spiega Laurenti. «Da anni diciamo che è necessaria una regolamentazione che tenga conto anche dell’attenzione ai microimpianti, quelli che possono essere messi a disposizione delle famiglie e dei condomini: su questo, e alcune metodologie dell’utilizzo dell’energia termica, siamo indietro e dovremmo lavorare per recuperare. Come associazione abbiamo studi e dossier e campagne che monitorano la situazione e invogliano i cittadini ad avere un’attenzione maggiore ai propri consumi energetici. Ma facciamo anche una serie di richieste all’amministrazione centrale affinché, attraverso incentivi, ponga l’attenzione ai microimpianti: questo deve essere garantito in un paese moderno e che punta ad assicurare l’accesso a sistemi energetici che siano economici e accessibili a tutti».

 

obiettivi 2030CITTÀ SOSTENIBILI. Tra i 17 Obiettivi 2030 dell’Onu ci sono anche le città sostenibili. L’obiettivo 11 parla di rendere le città e gli insediamenti urbani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili. «A ottobre sapremo quella che sarà la realtà italiana. I dati più recenti ci dicono che il nostro paese soffre in particolare di alcune problematiche storiche: l’inquinamento atmosferico da traffico in ambito urbano, e i sistemi di mobilità in ambito urbano» ci spiega l’esperto di Legambiente. «E poi ci sono le criticità tipicamente italiane, che in questo rapporto sono solo sfiorate, i temi legati alla legalità e alle regolamentazioni e normative. In passato abbiamo citato la mancata rispondenza dell’Italia ai limiti delle normative europee, una serie di infrazioni che sono costate centinaia di migliaia di euro ai contribuenti. Una di queste è quella legata agli impianti di depurazione: siamo fuori norma e siamo in pagamento di un’infrazione che l’Unione europea ci ha comminato per gli anni nei quali abbiamo sforato le regole. Così come fu per i rifiuti e come sarà di nuovo per i rifiuti, la mancata chiusura delle discariche e il mancato sviluppo di sistemi di riciclo e di differenziato spinto. Nei nostri studi diciamo che dovremmo invertire la rotta, educare i cittadini al rispetto delle regole e a un’attenzione maggiore ai temi ambientali e del vivere civile, che spesso e volentieri vengono bypassati dal comportamento civico, e dalla scarsa attenzione che le amministrazioni dei comuni e quella a livello centrale hanno rispetto ad alcune tematiche. Riteniamo che non ci sia più tempo, e ce lo dice anche l’Onu».

 

AZIONE PER IL CLIMA. Il tema più caldo in questo momento, visti anche i recenti movimenti che si sono mobilitati per questo, è l’attenzione per il clima. Tra gli Obiettivi 2030, l’obiettivo 13 chiede di adottare misure urgenti per contrastare il cambiamento climatico e i suoi impatti regolando le emissioni e promuovendo gli sviluppi nell’energia rinnovabile. «L’impressione, guardandola dall’interno, da associazione impegnata su queste tematiche, è quella che ci arriva dal popolo, cioè che ci sia una flessione dell’attenzione a certi temi, nonostante nell’agenda globale siano ai primi posti» commenta Laurenti. «Mentre la gente, i comitati, le associazioni si rendono sempre più conto dell’emergenza, sottolineata anche da rapporti scientifici autorevoli, spesso chi si trova in posizioni di governo sta visibilmente facendo passi indietro. Confidiamo che i movimenti di popolo – i cittadini sono i primi che subiscono gli effetti climatici – possano determinare un’inversione di tendenza». «È chiaro che l’attenzione, per quanto ci riguarda, resta altissima» continua. «Abbiamo condiviso le campagne messe in atto, a cominciare dal movimento capitanato da Greta Thunberg, che ha attivato iniziative in piazza molto partecipate soprattutto dai giovani, a cui siamo immediatamente legati, senza prendercene il merito». Proprio in questi giorni stiamo decisamente toccando con mano gli effetti dei cambiamenti climatici in atto. «Che hanno effetti anche devastanti nell’immediato sul territorio e sulla salute dei cittadini» commenta Laurenti. «Alluvioni, trombe d’aria, tornado non sono certo storicamente cose abituali per il nostro territorio, e ora ci troviamo di fronte a questi macroevernti. Tutta quella che è l’azione dell’uomo porta a reazioni immediate del sistema che ci circonda. Purtroppo anche in questo caso riscontriamo una scarsa attenzione delle amministrazioni e del governo centrale: mi riferisco alla recente bozza del Piano Energia e Clima del Governo, che ha fatto un evidente passo indietro anche rispetto alla bozza del precedente governo, che già non era all’avanguardia. È riuscita a fare peggio, addirittura facendo finta, in alcuni passaggi, che alcune emergenze nemmeno esistessero. Dobbiamo prendere atto che le cose stanno cambiando, e per colpa nostra. Se non riusciamo a prenderci la responsabilità di fare scelte coraggiose, ma non da Superman, che guardano al nostro quotidiano, non abbiamo alternative  alle tragedie quotidiane come quelle recenti di Fiumicino e Arezzo, o di Livorno qualche anno fa».

 

VITA SOTT’ACQUA E VITA SULLA TERRA. Tra gli Obiettivi 2030, l’obiettivo 14 ci esorta a preservare e usare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine per lo sviluppo sostenibile, e l’obiettivo 15 a proteggere, recuperare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire in modo sostenibile le foreste, combattere la desertificazione, arrestare il degrado del suolo e fermare la perdita della biodiversità.
«Per noi di Legambiente, e per l’ambientalismo italiano, questi sono forse i due filoni più antichi sui quali ci muoviamo, è il filone che ci ha accomunato subito a Italia Nostra e il WWF: l’attenzione ad altri sistemi più connessi all’attività umana, come l’abusivismo e l’utilizzo legale del suolo, e l’attenzione alle normative urbanistiche. Tutto questo incide su questi due macro obiettivi: favorire e tutelare oceani e sistemi acquiferi e la vita sulla terra. Se continuiamo a cementificare e inquinare i nostri mari, rubiamo spazio e acque sane e terreno non solo al nostro sviluppo, ma a quello di altre specie animali, esistenti da migliaia di anni prima di noi. Nel nostro piccolo, con le campagne che puntano a liberare gli oceani della plastica, siamo stati la prima associazione italiana che, dal punto di vista scientifico, è andata a spiegare all’Onu a New York di cosa si trattava. Siamo stati i primi a organizzare un monitoraggio sulla quantità di plastica presente nelle nostre acque. Riteniamo che sia un punto nodale: attraverso questo tipo di inquinamento per decenni abbiamo innescato un processo per disinnescare il quale serviranno centinaia di anni.. Una cosa positiva la voglio dire: sulla spinta di Legambiente siamo stati il primo paese a bandire del tutto i sacchetti di plastica dal circuito ufficiale di smercio. Qualche cambiamento si vede anche in Italia. Ma non basta, serve un chiaro indirizzo da parte dei governi verso la tutela di ambienti marini terrestri e costieri. Il continuo degrado e il consumo di questi ecosistemi innesca un circuito perverso che lede la sopravvivenza dell’uomo, ma soprattutto di altre specie animali e vegetali che vivono nello stesso ambiente. Sono i due temi che tengono legato tutto il resto».

 

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