PROGETTO ECCO: L’ECONOMIA CIRCOLARE COMINCIA IN CASA

Si chiama Economie Circolari di Comunità (ECCO) il progetto di Legambiente che promuove anche attività da fare in famiglia

Il coronavirus non ferma lo sviluppo sostenibile. Ce lo ha dimostrato Legambiente, che con il progetto Economie Circolari di Comunità (ECCO) ha promosso una serie di attività, tra cui tre da realizzare in famiglia.

Chi ha da parte tessuti, carta e scarti alimentati può riutilizzarli preparando cartapesta, bambole di pezza, dado vegetale e piccoli orti. «Sul nostro sito consigliamo alcune buone pratiche», ha affermato il presidente di Legambiente Lazio Roberto Scacchi. «Pensiamo all’acqua: si può bere quella del rubinetto senza andare a comprare altre bottiglie di plastica. Chiusi in casa poi abbiamo più tempo per gestire i rifiuti, mettendo più attenzione nella raccolta differenziata e nella scelta dei prodotti da acquistare al supermercato. Senza contare che chi ha un giardino o un balcone può fabbricare una compostiera e ricavare terriccio dall’umido. Infine, con tutti i negozi chiusi, siamo indotti a riparare gli elettrodomestici o quanto si rompe all’interno delle nostre case invece di precipitarci a ricomprare quei beni che possono avere una seconda vita se aggiustati». Tutte le ricette per vivere una quarantena ecosostenibile si possono trovare su Facebook attraverso l’hashtag #eccotuttotorna.

Il progetto

Finanziato con i fondi del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, ECCO nasce per promuovere inclusione sociale, economia civile e quella circolare.

economia circolare
Roma. Il City Lab 971 del progetto Ecco

In tutta Italia l’associazione sta aprendo dei “Ri-hub”, poli territoriali in cui cittadini, insegnanti, studenti, associazioni e istituzioni troveranno lo spazio e i servizi adatti per realizzare iniziative ecologiche. Un’attenzione speciale viene data alla formazione e alla diffusione della conoscenza delle filiere economiche sostenibili. A Roma i centri attualmente attivi sono due: City Lab 971 (ex cartiera di via Salaria) e la Città dei Ragazzi in via della Pisana.

L’obiettivo è stimolare l’imprenditoria giovanile e indurre persone socialmente deboli a investire il proprio futuro nel settore dei green jobs. Con corsi di formazione, giornate di orientamento professionale e progetti di alternanza scuola-lavoro, studenti e disoccupati impareranno a conoscere mestieri poco noti come il ciclomeccanico, il preparatore al riutilizzo, il riparatore di mobilio e di oggetti, il ristoratore green e gli ecocatering, l’ideatore di eventi green, riparatore di pc e ingombranti, riparatore di vestiario, agricoltore bio ed eco-locandiere. Le attività dei poli laziali saranno monitorate dalla Luiss Business School, che fornirà la consulenza scientifica necessaria a testarne i risultati.

Quanto vale l’economia circolare

Il progetto ECCO trae spunto dalle nuove direttive europee in materia di ambiente. Secondo il rapporto “L’Economia Circolare in Italia” del 2018, nel nostro Paese questo settore vale 88 miliardi di euro di fatturato ed impiega circa 575 mila lavoratori.

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Roma. Il Ri-hub della Cascina Govean del progetto Ecco.

Le imprese italiane che investono nella Green Economy sono 435 mila.

L’Unione europea punta a raggiungere target di riciclo ben definiti: il 65% per i rifiuti solidi urbani e il 70% degli imballaggi entro il 2035. In termini economici per le aziende si parla di un risparmio di 600 miliardi all’anno e per i lavoratori da 500 mila a un milione di nuovi posti.

A beneficiarne sarà anche il pianeta con un taglio delle emissioni di gas serra tra il 2% e il 4%.

ECCO ai tempi del coronavirus 

Ma come ha inciso la pandemia sul cronoprogramma del progetto nel Lazio? «Con le misure restrittive introdotte dal governo, abbiamo attivato corsi di formazione a distanza per la pianificazione di eventi ecosostenibili destinati alle tredici persone in condizioni di marginalità che finora abbiamo accolto», ha spiegato il responsabile Nazionale di Economia Civile Legambiente e del progetto ECCO Lorenzo Barucca. «In attesa che la quarantena possa finire presto, restiamo in contatto con la nostra rete sociale composta da associazioni ed enti legati alla filiera del riuso e interessati alle nostre idee».

Se avete correzioni o suggerimenti da proporci, scrivete a comunicazione@cesv.org

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