VOLONTARIATO, IL PIù AMATO DAGLI ITALIANI

Aiuta a spezzare il circolo vizioso in cui l'Italia sembra avviluppata

il volontariato si riconferma al top. Di cosa? Della fiducia degli italiani. Secondo il Rapporto Italia 2015, recentemente presentato dall’Eurispes, infatti, non ci sono dubbi: l’istituzione più amata nel nostro Paese era e rimane proprio il volontariato. Ma gli italiani sono in grave sofferenza. E dal Rapporto emergono, sempre più evidenti, le contraddizioni di un sistema non più a misura di cittadino.

La classifica della fiducia

Il volontariato guadagna il primo posto nella fiducia con QUASI IL 79% dei consensi, superando così il già ottimo risultato del 2014 (74,5%). Si confermano in prima linea anche le forze dell’ordine e le forze armate: in primis Marina (73,5%; +5,8%), Carabinieri (73,4%; +3,5%) e Aeronautica (72,3%; +7,1%), seguiti da Esercito (68,4%; +9,1%), Finanza (66,8%; +8%), Forestale (64,6%; +2%), Polizia (63%; +1,2%) e infine, ma con il miglior risultato in termini di crescita, Polizia Penitenziaria (57,8%; +12,2%).

Un posto d’onore anche per la protezione civile, che raggiunge il 70% con un aumento dell’11,8%. Superano la soglia del 50% anche la scuola (62,1%; +8,5%) e le associazioni dei consumatori (55,2%; -1,4%), mentre numeri certamente più bassi, ma quasi raddoppiati rispetto all’anno precedente, vengono assegnati alla Pubblica amministrazione (39,1%; +18,1%) e ai sindacati (33,9%; +14,7%). La chiesa cattolica, poi, balza in avanti grazie alla spinta del cosiddetto “effetto Bergoglio” (il quale gode di un consenso che è praticamente un plebiscito: 89,6%) e l’istituzione arriva al 62,6% (+13,6%).

Fanalini di coda

E per quanto riguarda gli ultimi? Il fanalino di coda della fiducia del Paese, oggi, è il Parlamento. L’organo incaricato di fare le leggi in Italia raggiunge solo il 10,1% dei consensi, in caduta vertiginosa rispetto al già non troppo ottimistico 16,1% del 2014. Precipita anche la magistratura, che perde il 12,6% assestandosi al 28,8%. A rimanere più o meno stabile (anche se in lieve crescita) è il governo, al 18,9%, mentre a balzare in avanti sono i partiti, che però si mantengono a quote non molto elevate, con il 15,1% (+8,6). In generale, ben 7 italiani su 10 vedono diminuita la propria fiducia verso le istituzioni.

Il volontariato, insomma, si trova all’apice della fiducia di un Paese che mostra, sempre più drammaticamente, segni di disarticolazione e malessere: la condizione economica nell’ultimo anno è peggiorata per il 76,7% delle famiglie e il 62,8% (+11%) è costretto a usare i propri risparmi per far quadrare i conti. L’erosione del proprio potere d’acquisto è una realtà per ben 7 famiglie su 10. Si risparmia sui beni non necessari (auto, animali domestici, baby sitter o un aiuto in casa sono diventati un lusso) e per la spesa alimentare si va sempre più anche al discount (70,9%; +13%). E pagare le rate del mutuo o l’affitto è diventato un problema (rispettivamente per il 73,1% e il 69,6% del campione).

Effetti collaterali? Si cercano prestiti e aumenta il rischio usura. Un italiano su tre ha chiesto un prestito bancario negli ultimi tre anni (negato nel 7% dei casi). La somma ricevuta non è destinata solo per l’acquisto dell’abitazione (42%), ma anche per pagare i debiti accumulati (29,3%), saldare prestiti contratti con altre banche/finanziarie (23,9%) e affrontare spese mediche (23,3%), oltre che per cerimonie (23,3%). E poi c’è l’usura, che colpisce sempre più non solo commercianti ma anche lavoratori dipendenti e che, quest’anno, raggiunge il 15,5% (+5,4%) dichiarato (ma, come avverte l’Eurispes, essendo una domanda “sensibile” il dato reale potrebbe essere più alto).

Fisco e burocrazia distruggono

Gian Maria Fara, presidente dell’istituto di ricerca, non ha dubbi: «Fisco e burocrazia stanno distruggendo il Paese». L’immagine, straziante, suggerita per descrivere la nostra situazione, è quella dell’uruboro: un mostro mitologico a forma di serpente che mangia la propria coda, nutrendosi di se stesso. Altrimenti detto, lo Stato che sopravvive nutrendosi di cittadini e imprese, con evidente miopia.

Una prospettiva che, secondo Fara, invita a riflettere proprio sul rapporto tra Stato e cittadini. Il volontariato vive immerso in questa duplicità: è cittadinanza attiva, vicinanza a chi vive momenti difficili, conoscenza e prevenzione delle situazioni a rischio, ma anche e soprattutto promotore di buone prassi. Un ruolo tutt’altro che marginale per il futuro del nostro Paese.

@faralloclauz

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