LA VIA MAESTRA. INSIEME PER LA COSTITUZIONE

È prevista per il 7 ottobre a Roma la manifestazione nazionale per il lavoro, contro la precarietà, per la difesa e l’attuazione della Costituzione, contro l’autonomia differenziata e lo stravolgimento della Repubblica parlamentare

«Rivendichiamo che i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione tornino ad essere pienamente riconosciuti e siano resi concretamente esigibili ad ogni latitudine del Paese». È quanto si legge nella piattaforma della manifestazione nazionale prevista per sabato 7 ottobre a Roma in difesa e per l’attuazione della Costituzione, contro la precarietà, l’autonomia differenziata e lo stravolgimento della Repubblica parlamentare. È La Via Maestra. Insieme per la Costituzione, lanciata da circa 100 organizzazioni promotrici, tra cui Acli, Auser, Arci, Antigone, Articolo 21, CNCA, Anpi, Fondazione Basaglia, Fondazione Nilde Iotti, Gruppo Abele, Legambiente, Libera, Rete Italiana Pace e Disarmo, Rete Numeri Pari, Rete Studenti Medi solo per citarne alcuni, e con circa 400 adesioni, in continuo aggiornamento. Sabato 7 ottobre si scenderà in piazza per ribadire che « La Costituzione italiana – nata dalla Resistenza – delinea un modello di democrazia e di società che pone alla base della Repubblica il lavoro, l’uguaglianza di tutte le persone, i diritti civili e sociali fondamentali che lo Stato, nella sua articolazione istituzionale unitaria, ha il dovere primario di promuovere attivamente», come si legge nella piattaforma. Con questa mobilitazione, infatti, si intende esprimere forte preoccupazione sul destino dei princìpi costituzionali di solidarietà, uguaglianza e indivisibilità della Repubblica nel nostro Paese, nel caso in cui il progetto di autonomia differenziata contenuto nel DDL Calderoli trovasse definizione. In questo caso la garanzia dei diritti sul territorio nazionale nella sua indivisibilità verrebbe meno, aumenterebbero le disuguaglianze, il diritto al lavoro e alla salute, l’accesso ai servizi sarebbero più incerti.

La Via Maestra: i punti in discussione

La Via MaestraChi scenderà in piazza nell’ambito de La Via Maestra lo farà per rivendicare il diritto al lavoro stabile, libero, di qualità; il superamento dell’attuale condizione di grave precarietà e il contrasto al lavoro povero e sfruttato; l’aumento dei salari, il rinnovo dei contratti e delle pensioni, oltre al superamento della Legge Fornero. «È il momento di introdurre il salario minimo, dare valore generale ai contratti, approvare la legge sulla rappresentanza, strumenti essenziali per contrastare i contratti pirata», si legge nel documento.
In tema salute, si scenderà in piazza per un Servizio Sanitario Nazionale e un sistema socio sanitario pubblici, universali e solidali, ai quali garantire le risorse economiche, umane e organizzative necessarie per contrastare il continuo indebolimento della sanità pubblica, recuperare i divari nell’assistenza, a partire da quella territoriale, e valorizzare il lavoro di cura. La Via Maestra sottolinea come necessario un investimento sul personale, con un piano straordinario pluriennale di assunzioni che superi la precarietà e valorizzi le professionalità; sostegno alle persone non autosufficienti; tutela della salute e sicurezza sul lavoro; rilancio della prevenzione; garanzia della piena applicazione dell’articolo 32 della Costituzione. Si sottolinea, inoltre, il diritto a un ambiente sano e sicuro in cui vengono tutelati acqua, suolo, biodiversità ed ecosistemi: per questo, si legge nel documento, «è grave aver tolto dal PNRR le risorse sul dissesto idrogeologico, tanto più a fronte delle alluvioni che hanno colpito alcune regioni del Paese e di una crisi climatica che va affrontata con una transizione ecologica fondata sulla difesa e valorizzazione del lavoro e di un’economia rinnovata e sostenibile».
E ancora, istruzione e formazione permanente e continua, affinchè il diritto all’apprendimento sia universale e per tutto l’arco della vita. Contrasto a povertà e disuguaglianze e promozione della giustizia sociale, attraverso la garanzia del diritto all’abitare e a un reddito dignitoso. E, non ultima, una politica di pace come ripudio della guerra e la costruzione di un sistema di difesa integrato con la dimensione civile e nonviolenta. Questi diritti «possono essere riaffermati e rafforzati solo attraverso una redistribuzione delle risorse e della ricchezza che chieda di più a chi ha di più per garantire a tutti e a tutte un sistema di welfare pubblico e universalistico che protegga e liberi dai bisogni, a cominciare da una riforma fiscale basata sui principi di equità, generalità e progressività che sono oggi negati». Così nel documento de La Via Maestra, nel quale si richiama un modello sociale basato su uguaglianza, solidarietà, partecipazione, accoglienza, in contraddizione con misure come l’autonomia differenziata, contenuta nel DDL Calderoli, che porterebbe alla «disarticolazione di un sistema unitario di diritti e di politiche pubbliche volte a promuovere lo sviluppo di tutti i territori», e l’elezione diretta del capo dell’esecutivo, che «ridurrà ulteriormente gli spazi di democrazia, partecipazione e mediazione istituzionale, politica e sociale, rompendo irrimediabilmente l’equilibrio tra rappresentanza e governabilità». «Per contrastare la deriva in corso e riaffermare la necessità di un modello sociale e di sviluppo che riparta dall’attuazione della Costituzione, non dal suo stravolgimento, ci impegniamo in un percorso di confronto, iniziativa e mobilitazione comune che – a partire dai territori e nel pieno rispetto delle prerogative di ciascuno – rimetta al centro la necessità di garantire a tutte le persone e in tutto il Paese i diritti fondamentali e di salvaguardare la centralità del Parlamento contro ogni deriva di natura plebiscitaria fondata sull’uomo o sulla donna soli al comando».
 Qui la piattaforma de La Via Maestra. Insieme per la Costituzione, qui, invece, i materiali completi, le adesioni, gli appuntamenti.

Immagine in copertina: fonte Wikipedia

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