AMMINISTRAZIONE CONDIVISA A ROMA. A CHE PUNTO SIAMO?

Un'analisi per offrire un quadro non esaustivo, ma una linea di tendenza sullo stato dell'arte dell'amministrazione condivisa a Roma

Si fa un gran parlare di amministrazione condivisa tra Pubbliche Amministrazioni (PA) ed Enti di Terzo Settore (ETS), ma l’impressione è che le procedure amministrative che avviano questi processi non siano poi molte (e quando ci sono, non sempre promuovono la partecipazione attiva degli ETS all’amministrazione pubblica). Per cercare di leggere meglio le tendenze si è proceduto alla estrapolazione di tutti gli atti amministrativi che sono stati emanati da Roma Capitale e pubblicati nel mese di gennaio (per la precisione dal 2 gennaio al 1 febbraio 2024) nella sezione  Bandi, avvisi e concorsi di Roma Capitale
Un mese di atti amministrativi non necessariamente è la rappresentazione compiuta delle proporzioni e della natura degli atti di un intero anno. Senza alcuna pretesa di esaustività e di rappresentatività, questi dati possono contribuire ad individuare tendenze macroscopiche e orientamenti prevalenti della pubblica amministrazione. Ma veniamo ai dati estratti. Sono stati contati 153 atti amministrativi, di cui 50 relativi a rapporti di diversa natura con ETS: un terzo di tutti i provvedimenti amministrativi di una grande città sono dedicati a rapporti di diversa natura con gli ETS. Vediamo una possibile articolazione di questi 50 atti amministrativi.

Bandi, gare e avvisi

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Questi dati possono contribuire ad individuare tendenze macroscopiche e orientamenti prevalenti della pubblica amministrazione

Le aggregazioni che proponiamo sono, ovviamente, soggettive e potrebbero non corrispondere perfettamente alle intenzioni e natura degli atti. La prima aggregazione di 36 atti è relativa a bandi, gare avvisi con regole competitive e ricognizioni quasi competitive tra gli enti accreditati. La seconda aggregazione contiene 11 atti su approccio consultivo con gli Ets attraverso la costituzione o il rilancio di strumenti come Consulte ed Albi degli ETS. La terza aggregazione contiene 3 atti con procedure di amministrazione condivisa, esplicitamente ispirate ai procedimenti amministrativi di coprogrammazione e coprogettazione, previsti dall’art. 55 del Codice del Terzo Settore. Nel commentare questi dati potremmo rilevare che la gran parte dei rapporti tra PA ed ETS è ancora regolata dal Codice dei Contratti Pubblici (il 72%), che considerano gli ETS come fornitori di servizi retribuiti dalla pubblica amministrazione.
All’interno di queste procedure, invero, ci sono anche gli atti amministrativi dedicati agli enti accreditati, inseriti in questa aggregazione poiché sono procedure concorsuali alleggerite riservate agli enti accreditati (per lo più chiamate ricognizioni) che spesso richiedono nuove prestazioni, alle cooperative sociali interessate, per mantenere o accrescere le possibilità di fornire servizi (sono prevalentemente servizi di assistenza domiciliare a categorie di utenti definite minori, anziani e disabili). Si tratta di 4 atti amministrativi riservati agli enti accreditati. Nella restante parte degli atti amministrativi si applica il Codice dei Contratti Pubblici per realizzare e gestire servizi già definiti autonomamente dalla PA e si selezionano gli ETS come fornitori delle prestazioni programmate e progettate. Alcuni di questi atti sono frutto di finanziamenti ad hoc anche provenienti da stato e regione. Il rilevo che ci sentiamo di fare non è tanto nella attivazione di gare competitive in sé, per servizi consolidati o già definiti altrove, che è legittimo, ma il mancato inserimento di queste attività e risorse in processi collaborativi più ampi che consentano di co amministrare anche queste risorse con gli strumenti della amministrazione condivisa. Dovrebbe essere prevalente il ricorso all’amministrazione condivisa e durante questo processo potrebbe essere anche utile attivare percorsi competitivi su specifici e definiti servizi da acquisire. Sembra, invece, che la prevalenza al ricorso al Codice dei Contratti Pubblici sia ancora fortemente radicata nella pratica amministrativa esaminata.

I processi consultivi

La seconda aggregazione appare un rinnovato interesse della PA a rapporti con gli ETS che puntano prevalentemente sul processo consultivo e non tanto su quello della co decisione. Abbiamo rilevato 11 atti amministrativi che guardano Consulte ed Albi che rappresentano il 22% di tutti gli atti rivolti agli ETS. Potremmo dire che i percorsi consultivi sono insufficienti per il coinvolgimento attivo degli ETS nella amministrazione condivisa delle cose di pubblico interesse, invocato dal Codice del Terzo Settore, dalla Corte Costituzionale e da una sconsolata parte del mondo dell’associazionismo e della Cooperazione sociale che incoraggia percorsi di partecipazione attiva dei cittadini alla vita pubblica, alle decisioni politiche ed alla gestione dei beni comuni. Questi strumenti sembra interessino Roma Capitale e molti Municipi; questo potrebbe essere anche intrepretato come una necessità di individuare, contattare ed alla fine conoscere meglio le realtà presenti nei territori, anche oltre gli ETS iscritti al Registro nazionale, come approccio propedeutico a processi collaborativi più impegnativi. Un approccio nel quale si può sperare e che si può promuovere.

Coprogrammazione e coprogettazione

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Ci sono, anche se poche, esperienze di atti amministrativi che avviano impegnativi percorsi di coinvolgimento attivo degli ETS nella coprogrammazione e nella coprogettazione

Infine la terza aggregazione contiene 3 atti, esplicitamente ispirati ai procedimenti amministrativi di coprogrammazione e coprogettazione, previsti dall’art. 55 del Codice del Terzo Settore. Si tratta di una percentuale dell’6% davvero minima.  Di questi: due sono atti attinenti a percorsi di coprogettazione ed uno di coprogrammazione. Dai due atti di coprogettazione di evince che l’ente pubblico avvia un percorso collaborativo con due approcci differenti per l’individuazione dei soggetti di terzo settore con cui avviare la co progettazione. In uno si evidenziano le risorse disponibili per le attività in favore dei nuclei familiari beneficiari di Reddito di Cittadinanza e la coprogettazione è preceduta dalla selezione di un solo soggetto, realizzata attraverso la piattaforma di Roma Capitale Tuttogare (costruita per le gare di appalto). Nel secondo la coprogettazione è dedicata alla realizzazione di interventi nell’ambito dell’accoglienza dedicata a cittadini stranieri in condizioni di fragilità e l’individuazione dei soggetti partecipanti esclude solo un ETS per mancanza dei requisiti generali ed ammette al tavolo di coprogettazione tutti gli altri ETS che ne hanno fatto richiesta.
Si tratta di due approcci differenti che presuppongono due intenzioni. Nel primo caso si è selezionato un solo raggruppamento (verosimilmente il migliore), con cui fare coprogettazione rinunciando a potenziali contributi dell’altro raggruppamento che si era proposto. Nel secondo caso si sono inseriti tutti gli ETS disponibili nella convinzione, che, tutti, potranno contribuire ad arricchire la progettazione di interventi sull’accoglienza di cittadini stranieri in condizione di fragilità. Ovviamente i due approcci sono legittimi sul piano normativo, ma il primo certamente non realizza il coinvolgimento attivo degli ETS per accrescere le risorse territoriali, ma selezione i contributi di un solo soggetto. Di fatto si sacrifica, anche solo guardando agli aspetti utilitaristici del processo di collaborazione, uno degli obiettivi delle procedure di amministrazione condivisa che, come dice la nota Sentenza della Corte Costituzionale, realizza la convergenza di obiettivi e di aggregazione di saperi, competenze e  risorse pubbliche e private per la programmazione e la progettazione, in comune, di servizi e interventi diretti a elevare i livelli di cittadinanza attiva.

Per il Giubileo 2025

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Per il 2025 gli ETS sono chiamati ad un percorso di attivazione su quattro aree tematiche

L’ultimo atto amministrativo rilevato è un procedimento di coprogrammazione, finalizzato all’arricchimento del Progetto Accoglienza in vista del Giubileo della Chiesta Cattolica 2025. L’avviso è denominato Il volontariato per il Giubileo oltre la Protezione Civile ed è promosso dal Dipartimento Protezione Civile di Roma Capitale. Il Dipartimento sta programmando le azioni di supporto all’anno giubilare 2025 e con questo processo invita gli ETS ad un percorso di attivazione oltre le classiche funzioni di supporto della Protezione civile. Si tratta di quattro grandi tematiche: costruire una rete di strutture pubbliche e private, per le persone in difficoltà in costanza degli eventi; attivare una specifica rete di supporto in occasione dei grandi eventi; facilitare percorsi dei pellegrini camminanti, nonché creando e mantenendo in esercizio, per tutta la durata degli eventi di rilevante impatto, punti di assistenza e ristoro; ideare e realizzare attività culturali, artistiche o ricreative d’interesse sociale, dirette a promuovere e diffondere la cultura del volontariato, della cittadinanza attiva, della solidarietà, nonché a valorizzare il patrimonio artistico e culturale cittadino. Nell’avviare questo processo l’Avviso inserisce poche clausole selettive che suggeriscono l’intenzione di mobilitare nella programmazione le migliori energie del volontariato e del terzo settore. È rivolto a tutti gli ETS iscritti al RUNTS, si richiede esperienza in uno dei quattro temi elencati, ma non c’è il vincolo della sede legale o operativa a Roma. Si può presentare richiesta anche come raggruppamento che, anzi, è sollecitato.
L’Avviso prevede la costituzione del Tavolo di coprogrammazione con articolazione in gruppi di lavoro per la durata di 30 giorni. In questa fase sono già annunciati percorsi di co progettazione. Si tratta dei un percorso poco selettivo che cerca di intercettare, però, gli enti realmente in grado di dare un contributo ad una programmazione complessa come possono essere tutte le attività complementari all’anno giubilare del 2025. Questo avviso è ancora attivo e vedremo nel prosieguo come Roma Capitale valorizzerà i contributi del Terzo Settore e come il Terzo Settore risponderà all’invito ad un impegno non solo consultivo.

Per concludere possiamo rilavare che, prevalentemente e per il momento, Roma Capitale si orienta, per i rapporti con gli ETS, al Codice dei Contratti Pubblici. Ci sono segnali di attenzione all’associazionismo ed al terzo settore anche se per ora più centrati in una tipologia di relazione di tipo consultivo. Ci sono, anche se poche, esperienze di atti amministrativi che avviano impegnativi percorsi di coinvolgimento attivo degli ETS nelle forme della coprogrammazione e della coprogettazione.

 

 

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