ASSISTENZA DOMICILIARE. LA REGIONE RINUNCIA AI TAGLI. IL COMUNE TACE

L'assessore D'Amato promette un un decreto di modifica. Intanto 790 persone restano escluse da fondo per disabilità gravissime del Comune

(Articolo tratto da Redattore Sociale del 12.02.2020)

La Regione Lazio corregge l’errore e scongiura i tagli all’assistenza domiciliare per tutti i pazienti in alta intensità: è l’esito positivo dell’incontro che si è svolto ieri tra l’assessore alla Sanità regionale Alessio D’Amato e alcune associazioni, direttori di area e consiglieri regionali. «Il Decreto n°525, nella parte che riguarda l’assistenza ai pazienti ad alta complessità, verrà modificato e per gli stessi pazienti saranno garantiti i medesimi livelli e prestazioni assistenziali precedenti, comprese le visite specialistiche e i dispositivi», fa sapere in una nota l’assessore. «Varranno le regole precedenti in continuità con i Piani assistenziali integrati (PAI) già in essere. I nuovi casi gravi dovranno essere presi in carico nelle medesime condizioni. Il nuovo decreto», aggiunge, «uscirà entro lunedì. È stato inoltre istituito un Tavolo di lavoro permanente tra le associazioni degli utenti, con le Direzioni regionali della Sanità e del Sociale, per redigere un documento specifico sulla presa in carico dei pazienti ad alta complessità».

viva la vitaIl tavolo di lavoro

Soddisfatta l’associazione Viva la Vita, che aveva denunciato con forza il pericolo della “mannaia”: «L’assessore si è impegnato a formalizzare un tavolo di lavoro con le associazioni», fa sapere Viva la Vita, «raccogliendo le istanze e le criticità dei diretti interessati, per arrivare alla stesura di un nuovo percorso di assistenza domiciliare ad alta intensità efficace, condiviso e uniforme su tutto il territorio. Ha promesso infine di studiare una soluzione per garantire la consegna a casa dei malati della nutrizione artificiale e dei materiali necessari alla gestione del malato, poiché attualmente le famiglie sono costrette a girare tra mille uffici, per richiedere e ritirare la fornitura mensile di cui hanno bisogno».

Il silenzio del Comune di Roma

Se quindi sul versante della Regione Lazio, le acque si distendono, non può dirsi lo stesso sul fronte dell’assistenza sociale nel Comune di Roma, dove l’attenzione resta altissima. «La direttrice regionale per l’inclusione sociale Ornella Guglielmino ha dichiarato che, considerati i pessimi risultati, è necessario ridefinire i criteri delle linee guida per l’accesso al fondo per le disabilità gravissime», riferisce ancora Viva la Vita. «Delle 2.920 richieste presentate al Comune di Roma, 790 persone con gravissima disabilità hanno da poco scoperto di avere un punteggio inferiore al limite di 50 e non vedranno alcun contributo per l’anno 2020. Tra questi molti malati di Sla, che saranno costretti a licenziare la badante assunta con il precedente fondo».

Preoccupato il presidente dell’associazione, Mauro Pichezzi: «Mentre la Regione, alla nostra richiesta di un incontro, ha prontamente convocato tutte le associazioni e rappresentanze coinvolte nel problema ascoltando le diverse istanze del territorio ed impegnandosi nel trovare una soluzione condivisa, il Comune di Roma si distingue per un silenzio assordante». L’associazione riferisce di essere «subissata dalle richieste delle famiglie che chiedono un’azione forte contro il Comune di Roma che deve, necessariamente, dare una risposta!». (cl)

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