CENTRI DI SERVIZIO PER IL VOLONTARIATO: UNA STAGIONE DI SFIDE DA AFFRONTARE
La riforma del Terzo Settore da una parte, i cambiamenti nel mondo del volontariato dall'altra: il futuro è esigente
02 Ottobre 2017
La conferenza nazionale dei Centri di Servizio per il volontariato (CSV) – che si è svolta dal 29 settembre al 1 ottobre a Roma, con il titolo “Al centro per tutti. Il volontariato che accoglie il cambiamento”, è caduta in un momento cruciale per i Centri stessi e per tutto il volontariato. È infatti stata la prima dopo l’approvazione della legge 106/2016, che riforma il Terzo Settore, e del Codice del Terzo Settore, avvenuti in un momento di profondo cambiamento in tutto questo mondo.
Per capire che cosa c’è in gioco, è bene ricordare che i CSV di tutta Italia – che hanno ormai più o meno vent’anni di vita – costituiscono un sistema che nel 2015 ha fornito servizi a quasi 31.900 organizzazioni sulle 49.100 censite dalle banche dati degli stessi Centri. In pratica 2 associazioni su 3 hanno usufruito di attività, risorse o spazi dei CSV (gli altri dati si trovano nel Report sulle attività dei CSV realizzato da CSVnet).
LA RIFORMA. La riforma ha riordinato la disciplina dei Centro di servizio, ma ne ha anche confermato il ruolo e l’importanza. I CSV, tra le altre cose, saranno di meno (alla conferenza, la presidente di CESV Paola Capoleva e il presidente di Spes Renzo Razzano hanno raccontato il percorso di unificazione dei due Centridel Lazio), dovranno occuparsi non più solo delle organizzazioni di volontariato, ma anche dei volontari negli altri enti di Terzo Settore (ETS), dovranno accogliere nella loro governance anche questi ultimi, avranno un nuovo sistema di controllo…).
Per la piena attuazione della riforma, però, servono ancora molti decreti (almeno 40, di cui quelli veramente importanti sono una decina), alla cui stesura i CSV possono dare il proprio contributo. Come ha detto il sottosegretario al Lavoro e Politiche sociali Luigi Bobba, «Siamo in un momento di transizione molto delicato ed è bene che quel camminare in cordata che abbiamo sperimentato nella fase di scrittura dei decreti possa continuare per giungere insieme alla meta».
IL VOLONTARIATO CHE CAMBIA. Legge a parte, la grossa sfida ai Centri di Servizio arriva dal volontariato stesso. Riccardo Guidi ha ricordato che, anche se in questi anni di crisi i numeri del volontariato sono rimasti sostanzialmente stabili, c’è una frattura territoriale che non è mai stata superata: «a parità di condizioni, una persona del Sud ha il 7-8 per cento di probabilità in meno di fare volontariato rispetto a una che abita al Nord. E chi vive in un comune piccolo ha il 15 per cento di probabilità in più rispetto a chi sta in una grande città. Le città metropolitane disincentivano la partecipazione”.
C’è poi una seconda frattura, evidenziata dal dato secondo cui chi ha più opportunità di avere accesso a occasioni culturali, ha anche maggiori probabilità di fare volontariato (fino al 35 per cento in più).
Lungo queste due fratture si rende più visibile il problema più generale che, secondo Riccardo Guidi, ricercatore dell’Università di Pisa, i CSV devono affrontare: «incidere sull’80 per cento di italiani “inattivi”, quelli che non hanno mai svolto alcuna attività di volontariato, né hanno mai fatto donazioni». Sfida, questa, che affianca quella di dover fare i conti con le realtà del volontariato non convenzionale e del volontariato individuale, che crescono acconto a quella più stabile del volontariato convenzionale.
Il ruolo che Guidi assegna i Centri di Servizio è quindi quello del «pivot, la figura attorno a cui ruota tutto il gioco di attacco», cioè di «gestire gli intrecci tra quei diversi modelli, di rilanciare e di… segnare punti perché si possa sempre più incidere su quella maggioranza di cittadini che restano lontani dall’impegno sociale.»
IL RAPPORTO CON IL MERCATO. Il volontariato, e con esso i Centro di Servizio, si confrontano anche con i cambiamenti in atto nel resto del Terzo Settore, e in particolare con la necessità di ridefinire il ruolo del mercato: «Ci sono due tendenze oggi in atto nel terzo settore: da una parte cresce l’idea di creare servizi per fare il bene usando gli stessi meccanismi dell’economia di mercato; dall’altra si fa avanti, anche se in modo non ancora così rilevante, la consapevolezza che, in questi servizi, occorre dare respiro alla socialità accogliente, che occorre mettere più al centro le necessità dei soggetti deboli. Il problema è che queste due tendenze… non convivono nelle stesse persone e nelle stesse organizzazioni», ha spiegato l’economista Gian Paolo Barbetta, dell’università Cattolica di Milano.
Il problema, quindi, secondo Barbetta, è di tenere insieme le due tendenze, perché un mercato, «anche se è sociale, richiede un substrato di socialità e di fiducia per funzionare. Occorre dunque generare attitudini pro-sociali, che rendano quei servizi accettati ed efficienti». Oer questo è importante che ci sia del volontariato all’interno di qualsiasi organizzazione di terzo settore: «Se queste due anime, quella pro-sociale e quella “mercatista” riescono a convivere, gli enti di terzo settore funzionano meglio. Bisogna insomma colmare quel buco esistente tra chi vuole fare impresa e chi vuole restare duro e puro».
L’IMPEGNO DI CSVNET. Si apre quindi per i Centro di servizio una fase di grande impegno, che, come abbiamo detto, riguarda sia il loro assetto organizzativo sia l’individuazione di una visione prospettica in grado di accompagnare, o meglio governare, i cambiamenti in atto. Il loro coordinamento, CSVnet, esce dalla riforma riconosciuto e quindi rafforzato: potrà quindi essere d’aiuto ai vari CSV anche in questa fase. Il presidente in carica, Stefano Tabò, ha sciolto le riserve e affermato la sua disponibilità per il prossimo triennio (le elezioni sono previste all’inizio del 2018).
Da segnalare, infine, il nuovo sito di CSVnet, arricchito di storie per “portare sempre più alla luce l’enorme ricchezza di contenuti che ruota attorno alle attività dei Centri di Servizio”, e costantemente aggiornato nella sezione Infobandi CSVnet, la gettonatissima piattaforma online che supporta i CSV e le organizzazioni del Terzo settore nella ricerca delle opportunità migliori per finanziare i propri progetti e attività.