TERRACINA. CONTRO GLI ECOREATI SERVE UNA RINASCITA CIVICA

Clima, abusivismo edilizio, inquinamento. Con Anna Giannetti, presidente del Circolo Legambiente Terracina Pisco Montano, una fotografia del territorio pontino, dopo un'estate di incendi e inchieste

di Luca Testuzza

Cambiamento climatico, incendi, abusivismo edilizio, inquinamento del territorio e dei mari. Le emergenze ambientali ci coinvolgono sempre di più da vicino e il territorio pontino purtroppo si conferma essere particolarmente a rischio, anche alla luce degli ultimi rapporti e delle inchieste giudiziarie tuttora in corso. Abbiamo perciò deciso di parlarne con chi ogni giorno si batte per la tutela dell’ambiente. Abbiamo intervistato Anna Giannetti, presidente del Circolo Legambiente Terracina Pisco Montano, a distanza di 6 anni, quando già il fenomeno delle ecomafie si era rivelato per la sua pervasività e pericolosità.

 In questi anni la sua associazione si è molto battuta per la salvaguardia del territorio. Quali sono, a suo avviso, le principali emergenze che coinvolgono Terracina e, più in generale, il territorio pontino?

«Il Circolo Legambiente Terracina Pisco Montano, che nasce nel 2016, da subito si è occupato di tutte le importanti emergenze ambientali, a iniziare chiaramente dall’inquinamento marino soprattutto quello da plastica. Poi si è occupato di verde e rispetto a questo, come associazione, abbiamo riaperto il Parco del Montuno, un’area verde al centro della città, chiusa ed abbandonata da dieci anni. In occasione della campagna nazionale di Legambiente Puliamo il mondo del 2016, lo abbiamo ripulito e riaperto al pubblico nel 2018, dopo una vertenza con il Comune di Terracina durata due anni. Poi ci siamo occupati di spiagge e quindi di demanio pubblico. Abbiamo perciò verificato le emergenze per quanto riguarda la fruizione libera delle spiagge, visto che Terracina è uno dei cinque comuni della Regione Lazio che non rispetta i regolamenti regionali in termini di percentuale di spiaggia destinata alla fruizione libera collettiva. Ci siamo occupati anche di abusivismo edilizio, soprattutto di quello costiero, che purtroppo è una caratteristica tipica del nostro territorio. Sostanzialmente infatti tutto il litorale della provincia di Latina, e in particolar modo quello di Terracina, di San Felice e di Sabaudia, sono stati funestati da diverse lottizzazioni abusive dagli anni ’60-’70 fino ai giorni nostri».

Anche l’estate appena trascorsa è stata caratterizzata, come ogni anno, dal problema degli incendi, come emerso anche dal recentissimo Report “Italia in fumo” di Legambiente. Quali le possibili ricette per prevenire questa piaga e qual è la situazione a livello locale?

«Gli incendi sono stati da subito al centro della nostra azione. Nel 2017, nelle montagne prospicienti Terracina, ci fu un gravissimo incendio che distrusse ettari ed ettari di capitale naturale. Si trattava di zone di conservazione e protezione speciale ai sensi della direttiva Habitat e della direttiva Uccelli. Noi raccogliemmo immediatamente le testimonianze e facemmo un esposto in procura molto articolato che dette l’avvio alle indagini. Oltre agli incendi di natura boschiva, ci siamo occupati anche dei cosiddetti roghi tossici. E anche in questo caso abbiamo fatto un esposto in procura. Abbiamo collaborato con i carabinieri, con il comando provinciale dei forestali, per cercare di prevenire questa piaga. Purtroppo nell’Agro Pontino c’è una grande diffusione dei teli plastici usati in agricoltura e proprio nel biennio 2017-2018 sono cominciati i problemi di smaltimento per queste plastiche che venivano regolarmente bruciate nella campagna terracinese, dando luogo allo sprigionamento di diossina e di tutta una serie di sostanze altamente dannose per la salute. Non ci siamo però occupati solo della parte di denuncia ma, dal 2018, abbiamo contribuito, insieme ad altre associazioni con le quali abbiamo firmato un protocollo d’intesa, a creare a Terracina una rete di prevenzione che sta tuttora funzionando e che ha raggiunto l’obiettivo di una riduzione del rischio incendi. Da quattro anni, infatti, abbiamo una squadra di avvistatori statici che collaborano con la Protezione Civile e che operano sulla base di turni concordati, sorvegliando il territorio con l’obiettivo di individuare fin dall’inizio piccoli roghi e fare scattare gli interventi d’emergenza. Queste ed altre iniziative di prevenzione vengono messe in atto e coordinate da una cabina di regia unica che c’è in Regione Lazio. Ci preoccupiamo perciò ogni anno di informarci e formarci sulle linee guida, i regolamenti e le necessità segnalateci dalle autorità competenti».

 Qual è la percezione riguardo le aggressioni ambientali che ha messo precedentemente in evidenza? La cittadinanza, e le nuove generazioni in particolare, comprendono la gravità di queste azioni, oppure, secondo lei, prevalgono menefreghismo e rassegnazione? 

Circolo Legambiente Terracina Pisco Montano
Con i progetti Sentinelle del Verde e Sentinelle del Mare il Circolo Legambiente Terracina Pisco Montano punta sulle scuole e sui giovani

«Le aggressioni ambientali rappresentano un’intera fenomenologia di eventi che possono essere i roghi tossici, l’inquinamento da plastica sulle coste ma anche lo sversamento in mare di reflui zootecnici, senza dimenticare però l’abusivismo edilizio, eccetera. Tutti questi sono potenzialmente crimini ambientali o ecoreati. Purtroppo riscontro nella popolazione una sorta di assuefazione a certe pratiche che sono oramai inveterate. Ad esempio è chiaro che, se un litorale è molto cementificato e viene percepito come già rovinato, nessuno si preoccuperà di evitare che ci siano ulteriori speculazioni. Cosa che invece noi ovviamente contrastiamo, partendo sempre da un’analisi dei dati perché noi come Legambiente pratichiamo l’ambientalismo scientifico. Ogni anno infatti la nostra associazione a livello nazionale produce dei rapporti che fotografano i territori. Per quanto riguarda l’abusivismo costiero è appena uscito il Rapporto Mare Monstrum. Nel Dossier Spiagge invece fotografiamo tutte le aggressioni al demanio marittimo e gli impedimenti alla sua libera fruizione. Avendo perciò a disposizione questi dati, e sempre con il nostro centro di azione giuridica che ci guida nel contrasto di questi fenomeni, cerchiamo anche di fare attività di campagna presso la popolazione. Le azioni che mettiamo in atto sono l’accesso agli atti e agli esposti, ma anche la formazione con le persone per far capire che certi tipi di aggressioni non devono essere tollerate. Un discorso a parte si deve fare in merito alla presenza dei giovani. Noi siamo un circolo, come dicevo, nato nel 2016, e contiamo in totale una sessantina di iscritti circa. A causa della pandemia purtroppo c’è stato un calo delle iscrizioni fisiologico ma ora stiamo risalendo. Però scontiamo una carenza di persone giovani anche se conduciamo diversi progetti con le scuole, cercando di coinvolgere tutti gli istituti del territorio. In particolare voglio menzionare due progetti: uno con il Liceo Statale Leonardo da Vinci e l’altro con l’Istituto Tecnico Statale A. Bianchini, entrambi finanziati in parte dal MIUR, il primo si chiama Sentinelle del Verde e l’altro Sentinelle del Mare. Così abbiamo formato decine e decine di giovani studenti riguardo alle attività di controllo e sorveglianza territoriale sia sul versante ambientale, per la tutela dei parchi e l’antincendio boschivo, sia sulla parte di salvaguardia dell’ambiente marino. Rispetto a questo secondo punto, abbiamo addirittura costituito, insieme al Dipartimento Chimico dell’Istituto Tecnico Statale A. Bianchini, un vero e proprio laboratorio, creato una mappa di punti di prelievo ed effettuato le analisi delle nostre acque, per capire le possibili contaminazioni (metalli pesanti, microplastiche o di tipo microbiologico). Oltre all’aspetto formativo facciamo partecipare gli studenti e i giovani alle campagne di pulizia e di sorveglianza del territorio, imparano così ad essere attente sentinelle del proprio territorio con attività divertenti che si concretizzano nella pulizia dei parchi e della spiaggia cittadina».

Forse grazie ai giovani si intravedono segnali di speranza per il futuro. Ma invece, tornando al presente, c’è qualche, seppur minimo, aspetto positivo? Pensavo ad esempio alla buona qualità delle acque balneabili sulla costa pontina così come si evince dai rapporti Legambiente di Goletta Verde degli ultimi anni…

«Il Circolo Legambiente Terracina Pisco Montano, da ormai sei anni, conduce attività di prelievo in punti ben precisi, considerati a maggior rischio, che vengono individuati insieme al laboratorio di Goletta Verde Nazionale. E, devo essere sincera, a Terracina abbiamo una buona balneabilità e una buona qualità delle acque grazie al rapporto e le  sollecitazioni quando individuiamo delle aree critiche, e anche grazie all’attività che è stata fatta dal Comune di Terracina con il Consorzio di Bonifica. Noi riscontriamo sempre acque nella norma secondo il protocollo di Goletta Verde. La sorveglianza però resta alta soprattutto alle foci dei fiumi e dei canali portatori, caratteristici del nostro litorale, che portano a valle tutti i residui dei trattamenti e delle attività agro-zootecniche tipiche l’Agro Pontino. Riscontriamo perciò una notevole concentrazione di pesticidi che può mettere in pericolo le falde acquifere, in misura ancora maggiore per via della siccità che causa un aumento del cuneo salino (l’inserimento del mare all’interno delle acque dolci dell’entroterra). Questi processi possono veramente determinare dei grossi rischi anche per la salute della popolazione. E quindi continuiamo il monitoraggio durante tutto l’anno, con progetti che coinvolgono il Parco degli Ausoni, per quanto riguarda, per esempio, anche la porzione del Lago di Fondi che inerisce al territorio di Terracina».

Il cambiamento climatico è salito alla ribalta dell’attenzione mediatica perché tutti iniziamo a sperimentare le sue conseguenze. Che impatto avranno sul territorio pontino l’innalzamento della temperatura e i processi messi in atto dal cambiamento climatico?

«Gli ultimi rapporti sul clima, in particolar modo il Rapporto IPCC e alcuni studi dell’Ispra, vedono la Pianura Pontina a rischio allagamento nei prossimi 30-50 anni, con la terre che verranno sommerse per via dell’innalzamento del mare dovuto allo scioglimento dei ghiacciai a livello mondiale. Questa è infatti una di quelle zone in Italia, insieme alla Pianura Padana, che già in passato era coperta dal mare. La prospettiva è quella di avere intere città costiere sommerse, almeno in parte. Questo, ovviamente, se non ci diamo subito da fare per ridurre le emissioni di CO2 e convergere immediatamente alla neutralità climatica. Un ulteriore rischio, come segnala un rapporto del CNR molto articolato uscito di recente, è quello relativo ai tornadi e ai cosiddetti Medicane (MEDIterranean hurriCANE o ciclone tropicale mediterraneo). Terracina purtroppo ha già sperimentato (il 29 ottobre del 2018) i danni che un uragano mediterraneo può provocare con un fenomeno chiamato down burst (un enorme scontro tra massa calda e massa fredda con rilascio di una grande quantità di energia) che ha provocato la distruzione del nostro Viale della Vittoria (un’arteria commerciale che porta al mare). Ci sono stati venti e pioggia molto intensi, una vera e propria bomba caduta su Terracina che ha sventrato palazzi, scoperchiato tetti e sradicato alberi (e causato anche un decesso). Noi, come circolo Legambiente, siamo stati tra i primi ad uscire per effettuare un sopralluogo. Il giorno dopo infatti abbiamo anche accompagnato la troupe del Tg1 nei luoghi della distruzione, un disastro che non avremmo mai neanche ipotizzato. Riassumendo, quindi i rischi sono triplici. Il rischio dell’innalzamento delle acque e della sparizione di insediamenti abitativi sulla costa. L’avanzamento del cuneo salino pregiudica le colture tipiche della Pianura Pontina che rischia quindi la desertificazione. Infine il terzo rischio è gravissimo ed è quello degli uragani e delle trombe d’aria».

Quali ritiene essere i maggiori risultati raggiunti dalla sua associazione in questi anni? Penso all’adozione e valorizzazione del Parco del Montuno di cui ha parlato all’inizio, ma pure all’opera di vigilanza sul territorio anche alla luce delle operazioni svolte dalle forze dell’ordine e dalla magistratura in questi anni e che hanno avuto un’evidenza mediatica proprio negli ultimi mesi.

Circolo Legambiente Terracina Pisco Montano
Il Parco del Montuno, recuperato e valorizzato da un punto di vista ecologico e archeologico

«La nostra associazione si è attivata molto su questi fronti. Intanto la valorizzazione e la riapertura di questo parco, che è un gioiello al centro della città, e che viene curato costantemente dai nostri volontari con opera di innaffiamento e piantumazione. Abbiamo infatti svolto diverse campagne con le scuole per piantare nuovi alberi e per promuovere un utilizzo sociale-sportivo del parco. Abbiamo fatto per la prima volta un censimento botanico completo di tutte le specie presenti nel parco e lo abbiamo presentato costruendo un tabellone con diversi percorsi botanici. L’area è così valorizzata sia dal punto di vista ecologico che da quello archeologico anche per mezzo di visite guidate. Per quanto riguarda poi le attività di prevenzione e di contrasto alla diffusione delle plastiche, abbiamo fatto dei grandi progetti cittadini coinvolgendo stabilimenti balneari e pescatori. Mi riferisco ai progetti Plastic Free Beaches e Fishing for Litter che puntano sugli aspetti della prevenzione, dell’educazione alla raccolta differenziata e dell’analisi dei campioni. Un’attività assai importante riguarda la raccolta in mare delle plastiche da parte dei pescatori, perché i nostri report di Terracina sono stati utilizzati per formulare la cosiddetta Legge SalvaMare, finalmente approvata in via definitiva proprio qualche mese fa, nella quale si riconosce per la prima volta il ruolo del pescatore anche come pescatore di rifiuti. Questi sono stati i capisaldi delle nostre iniziative ma, contemporaneamente, avendo noi internamente anche un gruppo di guardie che operano in vigilanza ambientale e vigilanza zoofila (riconosciute con decreto prefettizio) ci siamo anche occupati del benessere degli animali. Quindi stiamo lavorando e supportando altre associazioni animaliste con il nostro dipartimento Animal Help con attività di monitoraggio del benessere animale nel canile e cura e vigilanza delle colonie feline anche in collaborazione con la ASL di riferimento. Una menzione particolare merita poi la tutela della tartaruga Caretta Caretta, realizzata in collaborazione con la rete regionale TartaLazio. L’anno scorso, grazie alla dedizione dei volontari che abbiamo specificamente formato, abbiamo accudito giorno e notte tre i nidi di Caretta Caretta sul litorale di Terracina. Il risultato è stato di ben 177 piccole tartarughe accompagnate in mare. Anche l’attività di vigilanza sui crimini ambientali ci ha visto da sempre impegnati, in particolare negli ultimi tre anni. Dal 2019 abbiamo infatti cominciato ad interessarci dell’occupazione abusiva del demanio pubblico, che pur se tutelato dalla nostra legge e dalla nostra costituzione, era stato occupato per attività private che, senza autorizzazione o peggio, con autorizzazioni false o non conformi, lo avevano sottratto al pubblico uso. Abbiamo perciò iniziato a segnalare a chi di dovere i presunti illeciti, focalizzandoci sugli stabilimenti balneari che tendevano ad ingrandirsi a dismisura non tenendo conto né delle regole paesaggistiche né della pianificazione. Ci siamo resi conto infatti che Terracina era completamente priva del piano di utilizzazione degli arenili dal 2003 e che quindi tutte le autorizzazioni venivano rilasciate in deroga, ovviamente aprendo la strada a possibili illeciti. Grazie a questa attività da noi svolta, la situazione si è palesata in maniera più evidente e abbiamo cominciato a capire che molta di questa illegalità diffusa era purtroppo tollerata, se non addirittura auspicata, dagli stessi operatori attivi sul territorio, i quali ci cominciavano a vedere come coloro che non volevano farli lavorare. Come se lavorare, volesse dire lavorare senza regole. Noi vogliamo ovviamente che tutti lavorino, però rispettando le regole! Quindi, anche grazie alle nostre segnalazioni e ai nostri esposti, è cominciata una serie di azioni giudiziarie che hanno riguardato la costa e principalmente gli stabilimenti balneari. Molti di questi stabilimenti balneari poi sono stati sequestrati e alcune concessioni revocate. Le nostre segnalazioni sono andate quasi tutte a buon fine. Legambiente è impegnatissima sugli abusi edilizi da 40 anni e quindi anche il nostro circolo si è impegnato su questo fronte. Abbiamo rilevato che il Comune si era dotato di alcuni strumenti urbanistici che interpretavano in maniera molto estensiva la legge regionale. Abbiamo quindi immediatamente contrastato queste azioni perché ci apparivano il viatico per nuove speculazioni edilizie. È così cominciata un’attività di vertenze legali portate avanti dai nostri avvocati presso la Regione. Queste nostre segnalazioni si sono nel tempo tradotte in indagini che hanno talvolta portato a sequestri, arresti e processi. Operazioni condotte anche grazie alla grande azione della Guardia Costiera di Terracina e della sua comandante, Emilia Denaro. Legambiente Nazionale ogni anno premia dieci personalità, fra magistrati, forze dell’ordine o giornalisti, che hanno contribuito a sventare crimini ambientali. Lo scorso anno è stata premiata, su nostra segnalazione, proprio la Guardia Costiera di Terracina. Grazie alla sua attività, infatti, è stata sventata una grande speculazione edilizia nell’area dell’Ex Pro-Infantia (complesso situato sul lungomare cittadino). Al momento, questa vicenda è oggetto di un processo in cui Legambiente è parte civile. Sempre prospiciente l’area demaniale c’è poi un’area di una vecchia villa, in seguito adibita ad università, che poi è stata venduta ad un privato. Noi ci siamo opposti, cercando di non far costruire nuove residenze. Spostandoci nell’entroterra, sulla via Appia, è stata realizzata un’enorme speculazione edilizia che la Squadra Navale della Guardia di Finanza ha sequestrato rilevando una miriade di potenziali illeciti che sono in via di verifica e che, presumibilmente, porteranno ad un processo. Legambiente per fortuna è un’associazione molto conosciuta a livello nazionale anche dalla magistratura e dalle forze dell’ordine ed inoltre è dotata di un centro di azione giuridica e di avvocati che guidano le nostre azioni. In ogni caso, le due ultime operazioni che hanno riguardato il nostro territorio hanno praticamente decapitato la struttura comunale perché sono stati indagati, e persino arrestati, sindaco, vicesindaco, assessori e funzionari coinvolti in questa gestione illecita dei beni comuni. Sicuramente si può dire che Legambiente ha avuto, come anche in altri territori, un ruolo molto importante».

Alla luce di queste operazioni che, negli anni, hanno portato alla luce del sole una realtà di illegalità diffusa, immagina che in futuro l’amministrazione pubblica possa recepire meglio i vostri input riguardo agli ecoreati e alla salvaguardia dell’ambiente?

Circolo Legambiente Terracina Pisco Montano
«Legambiente è impegnatissima sugli abusi edilizi da 40 anni e quindi anche il nostro circolo si è impegnato su questo fronte«

«La questione più importante è la partecipazione civica, cioè quanto i cittadini tengono al loro territorio, e a uno sviluppo in senso ecologico. Quanta voglia abbiano di rispettare le leggi e se riescono a comprendere la gravità di una cattiva gestione dei beni comuni. Nella provincia di Latina, a volte la differenza tra ciò che è reato e ciò che non lo è non è neanche tanto percepita, talmente è diffusa l’illegalità. Non si riesce a distinguere fra il piccolo aggiustamento e il grande illecito. Eppure molti si erano già resi conto che qualcosa non funzionava, anche a seguito delle nostre denunce. E quando Legambiente ha puntato i riflettori verso le responsabilità dei poteri locali ha ricevuto molte aggressioni compresa quella, ricevuta in pieno consiglio comunale, da parte dell’ex vicesindaco, che poi è stato arrestato. Ogni volta che si eseguiva un sequestro a seguito di una nostra segnalazione, siamo stati sottoposti a una gogna, accusati di agire a fini politici. Tutto questo genera paura nella cittadinanza. Quindi c’è un senso di paura ma anche vera e propria omertà, fenomeni che, uniti alla scarsa partecipazione civica, rendono questa terra molto permeabile all’infiltrazione camorristico-mafiosa (sono stati avvistati personaggi ben noti alle direzioni antimafia). E la presenza sul territorio di questi clan non può che aumentare il senso di paura. Noi ci auguriamo, però, che ci sia una rinascita primariamente civica, anche proprio sull’onda di quello che è venuto fuori, già solo a partire dalle intercettazioni che rivelano a tutti il tipo di dinamica che si instaura con funzionari e politici corrotti. Come cittadina di Terracina auguro alla mia città di risorgere dalle proprie ceneri, che però sono molto pesanti. Ceneri da smaltire«.

TERRACINA. CONTRO GLI ECOREATI SERVE UNA RINASCITA CIVICA

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