COLTIVIAMO DIRITTI: LA CAMPAGNA PER TUTELARE IL LAVORO IN AGRICOLTURA
Ogni anno 400mila lavoratori vengono sfruttati in agricoltura. Quattro obiettivi per l’affermazione dei loro diritti
07 Giugno 2016
Ogni anno circa 400 mila lavoratori e lavoratrici del settore dell’agricoltura vivono condizioni di sfruttamento e lavoro nero, l’80% sono stranieri. «I dati sono importanti, ma dietro di essi c’è tutto un mondo da conoscere, per capire in che modo ognuno di noi potrebbe fare la propria parte per migliorare la realtà del lavoro nell’agricoltura». A parlare è Francesca Dolente, ricercatrice Parsec, uno degli enti che fa parte del comitato promotore di “Coltiviamo diritti – Campagna nazionale per la dignità e la legalità del lavoro in agricoltura”, insieme a Aiab Nazionale, Asgi, Arci, Cgil Nazionale, Cittalia, Flai Cgil, Fondazione Di Vittorio, In Migrazione, Legambiente e Res. «La nostra è una rete multiattoriale, disomogenea: siamo tutti enti che hanno lavorato insieme in progetti locali, europei e nazionali, la proposta viene da parte di chi si occupa di migranti. L’obiettivo che ci proponiamo è molto ambizioso, va a toccare gli interessi del mercato dell’agricoltura, il settore alimentare, i flussi migratori. “Coltiviamo diritti” vuole essere lo strumento per l’affermazione dei pieni diritti di chi lavora in agricoltura attraverso quattro obiettivi: delle politiche per un’agricoltura di qualità e rispettosa dei diritti; un’economia del cibo più responsabile, una rete per sostenere i diritti di chi lavora in agricoltura; una maggiore e migliore informazione.
Politiche per un’agricoltura di qualità
Secondo Eurostat, l’Italia è al terzo posto nell’Unione Europea per valore della produzione agricola (13%), dopo la Francia (18%) e la Germania (14%), per un giro d’affari di 48 miliardi di euro.
Sono impiegate circa 2,6 milioni di aziende per un business delle agromafie di circa 16 miliardi di euro nel 2015. Spesso la qualità di questa produzione è realizzata attraverso l’impiego di manodopera migrante e italian,a obbligata a vivere condizioni di sfruttamento lavorativo.
Il quadro giuridico italiano presenta delle contraddizioni che lo rendono poco efficace nelle azioni di contrasto. Il primo degli obiettivi della campagna è la promozione di strumenti per studiare e esaminare il fenomeno e l’applicazione delle norme in vigore. Sono previsti nuovi strumenti di protezione dei lavoratori e delle lavoratrici e di contrasto degli illeciti. Gli enti promotori della campagna “Coltiviamo diritti” chiederanno l’adozione di un programma nazionale di politiche sociali (intese come pratiche) e provvedimenti,per garantire la tutela e i diritti di un’agricoltura più responsabile, sostenibile e di qualità.
Un’economia del cibo più responsabile
«Se un consumatore paga un chilo di arance 2,50 euro in un negozio biologico, dovrebbe pagare quel prezzo non solo perché la merce è di qualità, ma anche perché è stata prodotta in maniera equa e dignitosa dai lavoratori, che hanno permesso che arrivasse nel supermercato», dice Federica Dolente.
Le regole del mercato agro-alimentare, a partire dal comportamento delle grandi aziende di produzione, trasformazione e distribuzione e della logistica, della grande distribuzione fino a quello dei consumatori, sono tra le maggiori cause del mancato rispetto dei diritti e della dignità dei lavoratori in questo campo. Uno scopo della campagna è mettere in campo iniziative, per fare in modo che queste imprese abbiano comportamenti più attenti e per sensibilizzare il pubblico, fornendo gli strumenti sufficienti per fare scelte di consumo più responsabili. «Esistono dinamiche di mercato alternativo, che spesso i consumatori non conoscono, dall’agricoltura sociale ai gruppi d’acquisto solidale».
Una rete a sostegno dei lavoratori
«La manodopera è l’unico prezzo che in agricoltura si può sempre comprimere, è un settore in cui si entra con facilità e si esce con facilità. Il problema enorme è che l’agroindustria si basa sullo sfruttamento. Per questo vogliamo costruire una Rete per unire e coordinare i nostri sforzi per contrastare i fenomeni del lavoro nero e favorire la legalità. Questa Rete deve essere un sostegno per la rete nazionale, ma anche per quelle territoriali. L’idea è quella di “muoversi” nel territorio: le economie locali hanno ognuna dimensioni diverse, sono fondamentali per le conoscenze specifiche dell’agricoltura di ogni zona del Paese. Abbiamo bisogno di realtà che siano vigili a livello locale». per “Coltiviamo diritti” intervenire e difendere le persone che lavorano nel settore agricolo è una conditio sine qua non per sconfiggere il fenomeno dello sfruttamento.
Il mondo dell’informazione deve fare la sua parte
Tra le direzioni della campagna nazionale una è dedicata all’informazione. I promotori della campagna chiedono di aumentare l’attenzione su questo tema dedicando spazi fissi, con una rappresentazione del tema corretta e fondata sui dati e sui risultati delle ricerche, con il pieno rispetto della dignità delle persone coinvolte. «Le morti negli anni passati di molti lavoratori per le fatiche imposte e i ritmi di lavoro sono state notizie di cronaca nei telegiornali e sui quotidiani. Ma di questo argomento non si deve parlare solo quando un lavoratore muore, mentre raccoglie pomodori d’estate nei campi», sottolinea Federica Dolente.
L’assenza di notizie e di approfondimenti sulle condizioni di lavoro in agricoltura e sulle attività svolte per tutelare i diritti dei lavoratori è uno dei motivi che permettono il proliferare di lavoro nero e le situazioni di sfruttamento.
Coltiviamo diritti: cosa si può fare?
Sabato 28 maggio c’è stato un primo lancio della Rete che fa capo a “Coltiviamo diritti”. Le organizzazioni si sono riunite a Roma per discutere di politiche, sfruttamento del lavoro, agricoltura sostenibile, filiera corta. «Il primo passo da fare è porre l’attenzione sulla proposta di legge, che riguarda il caporalato, cercando di far convergere le posizioni, che hanno tutte lo stesso obiettivo, ma punti di vista diversi», spiega Federica Dolente.
L’appello degli enti promotori per portare avanti la campagna è rivolto a tutte le organizzazioni della società civile, alle associazioni delle e dei migranti e lavoratrici e lavoratori agricoli, alle cooperative sociali, alle forze sindacali, alle reti di economia solidale e di gruppi d’acquisto, affinché vogliano costruire insieme a loro un’azione forte e prolungata che contrasti la realtà dello sfruttamento del lavoro nell’agricoltura e metta le basi per l’affermazione dei diritti di chi lavora in questo settore. Nei prossimi mesi “Coltiviamo diritti – Campagna nazionale per la dignità e la legalità del lavoro in agricoltura” cercherà di coinvolgere altre realtà della società civile, dei portatori di interesse e della cittadinanza.
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