
CSV LAZIO: UNA CO-PROGRAMMAZIONE CHE PARLA DI PROSSIMITÀ E TRASPARENZA
Nei prossimi mesi il CSV Lazio attiverà un percorso partecipato articolato in incontri di prossimità per la rilevazione e l’aggiornamento dei bisogni nei territori. Obiettivo finale sarà praticare azioni di co-programmazione tra soci, operatori, associazioni e testimoni privilegiati
25 Luglio 2025
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Come molti enti di terzo settore i Centri di Servizio per il Volontariato attivano la programmazione delle attività ed un preventivo dei costi. Rispetto agli altri ETS hanno qualche vincolo legislativo in più, ma devono, comunque, “personalizzare” le azioni da intraprendere in base ad un’accurata analisi dei bisogni territoriali. Anche per il 2026 occorrerà attivare la programmazione delle attività.
Partiamo dalle disposizioni legislative: il Codice del Terzo Settore prescrive che i CSV devono promuovere e rafforzare la presenza ed il ruolo dei volontari negli enti del Terzo settore. Questa definizione molto ampia ed impegnativa deve essere realizzata sulla base di alcuni principi definiti:
il principio di qualità: i servizi devono essere della migliore qualità possibile considerate le risorse disponibili; il principio di economicità; i principi di territorialità e di prossimità; i principi di universalità, non discriminazione e pari opportunità di accesso; il principio di integrazione: i CSV, soprattutto quelli che operano nella medesima regione, sono tenuti a cooperare tra loro per ottimizzare risorse e servizi, evitando duplicazioni e promuovendo sinergie; i principi di pubblicità e trasparenza: i CSV rendono nota l’offerta dei servizi alla platea dei propri destinatari. Questi principi devono ispirare le seguenti tipologie di servizi: di promozione, orientamento e animazione territoriale; di formazione; di consulenza, assistenza qualificata ed accompagnamento; di informazione e comunicazione; di ricerca e documentazione; di supporto tecnico-logistico.
CSV Lazio: l’aggiornamento dell’analisi dei bisogni territoriali
Il Codice del Terzo Settore prevede, inoltre, che i CSV rispettino le Indicazioni Strategiche generali triennali, definite dall’Organismo Nazionale di Controllo (Fondazione ONC). Le ultime Indicazioni strategiche sono relative al triennio 2025/2027. Per il 2026 è previsto, preliminarmente, l’aggiornamento dell’analisi dei bisogni triennali che rappresenta l’impegno dei CSV per i prossimi mesi. Il CSV del Lazio ha intenzione di attivare l’aggiornamento dei bisogni territoriali per “esplicitare le necessità specifiche e prioritarie dei volontari e degli enti del Terzo settore” al fine dell’individuazione dei servizi più idonei da implementare. Il fondamento delle attività dei CSV è, quindi, definito dalla legge. La realizzazione con modalità, approcci, metodi e culture organizzative è questione che riguarda le scelte dei singoli CSV. In questo contesto ci danno indicazioni preziose i principi sopra elencati. E tutti devono essere applicati. In questa fase di analisi dei bisogni emergono certamente i principi di territorialità e prossimità ed il principio di trasparenza. Dice il CTS: I servizi devono, prevalentemente, essere erogati agli enti del territorio di riferimento del CSV e deve essere ridotta la distanza tra fornitori e destinatari. Questo vuol dire pensare una organizzazione territorializzata e diffusa il più possibile in tutte le Province della Regione Lazio. La definizione di territorio di Luciano Gallino nel suo Dizionario di Sociologia è coerente con l’accezione con cui è stato inteso il territorio e dice: “da un punto di vista sociologico, il territorio rappresenta la localizzazione in cui si sviluppano le relazioni tra individuo e realtà sociale, tra individuo e istituzioni; è il “campo di vita” del soggetto”.
I CSV sono sempre stati collegati con gli enti del territorio di riferimento e sono, prevalentemente nati e gestiti dalle associazioni dei territori. Nel tempo l’approccio territoriale ha significato anche una metodologia di lavoro ordinario centrato sulla localizzazione delle sedi e dei punti di contatto degli operatori del CSV con le associazioni.
Prossimità e animazione territoriale
I CSV hanno anche praticato un’altra accezione della prossimità, che noi proponiamo. Hanno inteso la prossimità con le associazioni come l’attivazione degli operatori come animatori territoriali nella costruzione di condivisione proattiva, con la finalità di potenziare servizi ed interventi che siano in grado di migliorare la qualità della vita delle persone, delle famiglie e della comunità attraverso il protagonismo delle associazioni e degli enti del terzo settore.
La trasparenza nella condivisione
Oltre ad essere obbligo di legge, la trasparenza è il miglior modo per dare seguito ai percorsi di partecipazione. Intanto abbiamo il dovere di rendere conto. Noi dobbiamo certamente rendere conto al sistema nazionale di finanziamento dei CSV: l’Organismo Nazionale di Controllo ed Organismo Territoriale di Controllo, ma il CSV lo deve fare anche per altri soggetti essenziali. Innanzitutto per i nostri soci, che hanno il pieno diritto di conoscere e decidere su tutte le questioni rilevanti. Poi, per tutte le organizzazioni territoriali che hanno relazioni e contatti con le nostre sedi operative ed i nostri operatori territoriali. Lo dobbiamo anche a tutti i testimoni privilegiati con cui instauriamo rapporti ed accordi; lo dobbiamo, in definitiva, a tutti i cittadini. Per far questo tutto il CSV deve padroneggiare e condividere le scelte sia di carattere programmatico che economico. Serve una grande condivisione affinché il Direttivo e tutti i nostri soci si sentano impegnati nelle pratiche di trasparenza in tutti i territori.
L’attivazione di un percorso partecipato di rilevazione dei bisogni sui territori
Nei prossimi mesi il CSV Lazio attiverà un percorso partecipato di approfondimento per la rilevazione e l’aggiornamento dei bisogni in tutti i territori. L’obiettivo finale sarà di praticare azioni di coprogrammazione tra soci, operatori, associazioni territoriali e testimoni privilegiati. Il percorso si articolerà in incontri di prossimità, per ogni Territorio ASL della nostra Regione, con il protagonismo dei soci, degli operatori, delle associazioni e dei testimoni privilegiati. Un processo partecipato articolato e supportato da metodologie articolate di coinvolgimento attivo, che predispone il CSV all’ascolto ed alla coprogrammazione delle proprie attività con tutti i soggetti interessati. Il risultato atteso è una programmazione delle modalità più articolate e localizzate possibili, di tutti i servizi fondamentali che caratterizzano i CSV e definiscono il loro stesso livello di reputazione. Sono i servizi di promozione, orientamento e animazione territoriale; i servizi di formazione; i servizi di consulenza, assistenza qualificata ed accompagnamento; i servizi di informazione e comunicazione; i servizi di ricerca e documentazione; i servizi di supporto tecnico-logistico.
