DECRETO CAIVANO, ANTIGONE: UN ATTACCO FRONTALE ALLA GIUSTIZIA MINORILE

Così Patrizio Gonnella a commento del settimo Rapporto sulla giustizia minorile in Italia. Marietti: «L’aumentata possibilità di trasferire i maggiorenni al carcere per adulti sta facendo vedere i propri effetti, con danni enormi sul futuro dei ragazzi»

Si intitola Prospettive minori il settimo Rapporto sulla giustizia minorile in Italia presentato il 20 febbraio da Antigone presso il Roma Scout Center. Un luogo simbolico, spiegano i curatori del Rapporto: «Sono tanti i gruppi scout che durante l’anno incontriamo. Vogliono conoscere il carcere, discuterne, capirlo. Decine di ragazzi e ragazze, uguali a quelli che incontriamo negli Istituti penali per minorenni durante le nostre visite di monitoraggio. Con la loro curiosità, voglia di conoscere e scoprire, desideri, sogni». Lo studio si può consultare on-line sul sito Ragazzi dentro. Osservatorio sugli Istituti penali per minorenni, dedicato alla giustizia minorile.

Decreto Caivano: nel 2024 record di detenuti, ma la recidiva è altissima

Decreto CaivanoAll’inizio del 2024 erano circa 500 i detenuti nelle 17 carceri minorili italiane: «Sono oltre 10 anni che non si raggiungeva una simile cifra. Gli ingressi in Ipm sono in netto aumento. Se sono stati 835 nel 2021, ne abbiamo avuti 1.143 nel 2023, la cifra più alta almeno negli ultimi 15 anni. I ragazzi in Ipm in misura cautelare erano 340 nel gennaio 2024, mentre erano 243 un anno prima. La crescita delle presenze negli ultimi 12 mesi è fatta quasi interamente di ragazze e ragazzi in misura cautelare», commenta Susanna Marietti, coordinatrice nazionale Antigone e responsabile dell’Osservatorio minori. Che osserva: «L’aumentata possibilità introdotta dal Decreto Caivano di trasferire i ragazzi maggiorenni dagli Ipm alle carceri per adulti sta facendo vedere i propri effetti, con danni enormi sul futuro dei ragazzi. Altro effetto del Decreto Caivano è la notevole crescita degli ingressi in Ipm per violazione della legge sugli stupefacenti, con un aumento del 37,4% in un solo anno. La presenza negli Ipm oggi è fatta soprattutto di ragazzi e ragazze minorenni. La fascia più rappresentata è quella dei 16 e 17 anni, e in totale i minorenni sono quasi il 60% dei presenti». Eppure, denuncia Marietti, «le storie da noi raccolte dei ragazzi e delle ragazze che finiscono negli istituti penali per minorenni ci spiegano come i tassi di recidiva siano altissimi, soprattutto quando i ragazzi, al compimento del diciottesimo anno d’età, vengono catapultati nelle carceri per adulti interrompendo un percorso di presa in carico educativo. Un danno enorme per il ragazzo e per la sicurezza del Paese». «Quello della giustizia minorile italiana è un sistema che anche negli altri Paesi viene preso ad esempio, per la sua capacità di mettere al centro il recupero e lo sviluppo dei minori autori di reato, senza cadere in tentazioni meramente punitive che, soprattutto a quell’età, potrebbero segnare per sempre la vita di questi ragazzi e queste ragazze. Tuttavia, con il decreto Caivano, il governo ha sferrato un attacco frontale a questo sistema, rischiando di vanificare completamente 30 anni di lavoro», denuncia Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.

Focus sul Lazio: la situazione a Casal del Marmo

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A marzo 2023 l’associazione di promozione sociale FuoriRiga, che gestisce la biblioteca di Casal del Marmo, ha iniziato un corso di scrittura creativa

Dei 17 Istituti penali per minorenni presenti (Ipm) sul territorio nazionale, solo uno si trova nel Lazio ed è quello di Casal del Marmo, in via Barellai 140 a Roma, maschile e femminile. L’Istituto penale per minorenni di Casal del Marmo è uno dei due che ospitano sia ragazzi sia ragazze detenute; l’altro è quello di Nisida, a Napoli. «Al momento della visita, accoglieva complessivamente 43 maschi e 7 femmine. Tra i maschi, 18 erano minori e 25 giovani adulti. I ragazzi di origine straniera erano 23, di cui 15 minori stranieri non accompagnati. Nonostante l’elevata presenza di ragazzi/e di origine straniera, «al momento della visita non era presente nessun mediatore culturale fisso». Delle 7 ragazze, 4 erano minori e 3 giovani adulte; 4 straniere, tutte di etnia rom e 2 erano madri: «Una ha un bambino di 3 mesi e sta pertanto provando a chiedere il differimento della pena, mentre l’altra ha due figli grandi e sta richiedendo di trasformare la misura detentiva in arresti domiciliari». A causa della chiusura dell’Ipm di Treviso e le difficoltà riscontrate dal Beccaria nel 2022, Casal del Marmo «riceve molti ragazzi dal nord Italia. In alcuni periodi l’Istituto ha ospitato anche un’unica ragazza e comunque raramente si arriva a gruppi cospicui». Sono previsti «diversi percorsi scolastici e qualche laboratorio professionale. In generale si riscontra la volontà da parte degli operatori di dar vita a percorsi formativi individualizzati e in grado di offrire opportunità all’esterno, con l’attivazione di tirocini e borse studio, in previsione anche di eventuali assunzioni. A causa del numero ridotto e delle permanenze brevi, risulta più difficile offrire tali opportunità alle ragazze. Si segnala la grande carenza di personale amministrativo, necessario per tutto ciò che riguarda gli acquisti e la progettualità dell’Istituto», fa notare il Rapporto. Alla fine di marzo 2023 l’associazione di promozione sociale FuoriRiga, che gestisce la biblioteca dell’Ipm, ha iniziato un corso di scrittura creativa, articolato in 6 sessioni, destinato alle ragazze e finanziato dall’8×1000 della Tavola Valdese. La stessa associazione ha assegnato due borse lavoro di 300 ore a due ragazzi, affiancandoli in un percorso di avvicinamento al libro e alla lettura, al fine di dar loro gli strumenti per una attività di gestione autonoma di una biblioteca. Le borse lavoro, iniziate a gennaio 2023 all’interno della biblioteca dell’Ipm, si sono concluse prima dell’estate.

Rapporto Antigone: le comunità residenziali

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Un’aula a Casal del Marmo

Inoltre in Italia si contano ben 637 comunità residenziali disponibili all’accoglienza di minori o giovani adulti sottoposti a provvedimenti penali (circa il 20% del totale dei ragazzi che entra in comunità lo fa nell’ambito di un progetto di messa alla prova, mentre alcuni scontano lì la propria pena in misura alternativa); ospitano nel complesso un migliaio di ragazzi sottoposti a misure penali e devono presentare un’organizzazione di tipo familiare, impiegare operatori professionali di varie discipline, collaborare con le istituzioni coinvolte, usare le risorse territoriali. Di queste, due si trovano nel Lazio. Nel quartiere Casalotti, la comunità “Borgo Amigò” nasce nel 1995 su iniziativa di Padre Gaetano Greco e ospita in media 15-20 ragazzi fra i 14 e i 25 anni italiani e stranieri in diverse situazioni: in misura alternativa alla detenzione, in messa alla prova o per un provvedimento amministrativo segnalato dai Servizi sociali, minori stranieri non accompagnati. Invece sul mare di Civitavecchia, in via Aurelia sud 84, si trova la comunità alloggio “Repubblica dei ragazzi onlus”. Cinque i gruppi appartamento, 4 maschili e 1 femminile, ognuno dei quali può accogliere 8-9 ragazzi dai 17 ai 18 anni, ma anche giovani adulti fino ai 21 anni. Attualmente sono presenti in comunità 46 ragazzi di cui 8 ragazze.

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