DONARE FUTURO: IL DIRITTO AD UNA FAMIGLIA VA TUTELATO

Al via la campagna "Donare Futuro" per la tutela del diritto alla famiglia per i minori del Centro-Sud Italia. Nel Lazio sono previste azioni per sensibilizzare opinione pubblica e istituzioni

Si chiama “Donare Futuro – Misure regionali urgenti per il diritto alla famiglia al Centro-Sud”  la campagna promossa da  una cordata di undici associazioni e reti nazionali per garantire la tutela del diritto alla famiglia e lanciata in 8 regioni italiane, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Puglia e Sicilia.
Neonati, bambini o adolescenti difficili, infatti, hanno tutti diritto a crescere in un ambiente sano e in un nucleo familiare che li accompagni nell’età adulta. A volte, però, c’è chi di loro non ha mai avuto una famiglia, o è stato costretto ad abbandonarla perché l’ambiente era incompatibile con la sua salute psico-fisica, nonostante gli interventi disposti dalle strutture socio-assistenziali. Con la legge n.149/2001, l’ordinamento legislativo italiano regolamenta e tutela questo diritto, così come le possibilità di affidamento e adozione dei minori. Il meccanismo sembrerebbe funzionare già bene, se non fosse che molti minori si ritrovano in situazioni di disagio, aspettando di ricongiungersi al loro nucleo originale o stazionano in case-famiglia in attesa di un’adozione che non giungerà mai.

Le proposte di “Donare Futuro”

La cronica mancanza di fondi a livello municipale o regionale, oltre alla disorganizzazione degli enti preposti alla difesa della famiglia per questi minori sono le principali cause endemiche sofferte da molte delle strutture assistenziali italiane. Per questo, nel corso del 2015, l’impegno comune degli organismi coinvolti nel progetto ha individuato cinque proposte urgenti da rivolgere a tutti i rappresentanti istituzionali del Centro-Sud, realizzabili in tempi brevi e con impegni organizzativi ed economici assolutamente sostenibili.

  • Garantire sostegni economici, sociali, psicopedagogici alle famiglie che adottano bambini disabili o ragazzi di età superiore ai 12 anni.
  • Istituire un fondo regionale per l’accompagnamento all’autonomia dei neomaggiorenni, che escono da percorsi di affido familiare o di accoglienza in una comunità.
  • Promuovere l’affidamento familiare e garantire alle famiglie affidatarie adeguati sostegni, tra i quali il rimborso delle spese che affrontano durante l’accoglienza di bambini e ragazzi e la stipula di apposite coperture assicurative.
  • Favorire la diffusione dell’affidamento dei neonati privi di un ambiente familiare idoneo.
  • Istituire tavoli regionali sull’affido familiare, con il coinvolgimento dei servizi sociali, dell’autorità giudiziaria minorile e delle associazioni.

Queste proposte, individuate dagli animatori della campagna, sono state infatti inviate agli assessori e ai dirigenti alle politiche sociali delle amministrazioni regionali, ai garanti per l’infanzia e l’adolescenza, ai tribunali per i minori e alle procure minorili, infine ad esperti ed operatori dei servizi pubblici, del settore non profit e del mondo accademico. Il prossimo passo per tenere alta l’attenzione sarà l’organizzazione di un seminario in ciascuna regione, a cui parteciperanno anche i rappresentanti delle amministrazioni coinvolte.
La Campagna è accessibile a tutte le persone interessate in rete, attraverso la pagina Facebook Diritto alla famiglia oppure direttamente al sito web dedicato. Questo è il video promozionale della campagna su Youtube.

La situazione nel Lazio

Per toccare con mano l’iter che la campagna “Donare Futuro” sta percorrendo nella nostra regione, ne abbiamo parlato con il promotore per il Lazio, Maria Grazia Viganò, vice-presidente dell’associazione Insieme per l’affidamento familiare e l’aiuto ai minori, in una breve, ma piacevole intervista:

Signora Viganò, qual è lo stato dei lavori di questa campagna nel Lazio?
«Questa iniziativa è partita prima di tutto dalle associazioni a livello nazionale. Ogni realtà locale, poi, è strutturata nelle sedi di quelle stesse associazioni operanti direttamente sul territorio. Di per sé nel Lazio, i cinque punti che abbiamo individuato in questa campagna sono ancora da definire. Abbiamo un tavolo regionale da fissare che porterà all’attuazione di una serie d’iniziative sul campo. Per citare un esempio analogo al tipo d’intervento che abbiamo pensato, mi riferisco al progetto Pippi che, da un anno e mezzo, mira a ottimizzare le pratiche di intervento nei confronti delle famiglie cosiddette “negligenti” al fine di ridurre il rischio di maltrattamento e il conseguente allontanamento dei bambini dal nucleo familiare».

Molto interessante. Nello specifico com’è strutturato il vostro metodo e quali sono le richieste che fate alle istituzioni?
«Noi vogliamo mettere a sistema un metodo d’intervento finalizzato alla tutela del minore, sia che viva nella famiglia d’origine e sia che non ne abbia alcuna. Vorremo mitigare il processo che attualmente relega i minori orfani o quelli allontanati dal loro nucleo familiare alla permanenza più o meno temporanea nelle case-famiglia. Vorremo che questo tipo di struttura codificata dalla legge sia usata solo come estrema ratio. Per evitare tale passaggio servono risorse economiche e umane per sostenere la permanenza in famiglia dei minori e, contemporaneamente, sviluppare progetti che favoriscano una procedura di affidamento diretto laddove sia necessario. Non vogliamo intervenire sul testo di legge, vogliamo solo creare una struttura di aiuto tra l’ordine legislativo e la sua effettiva applicazione. Inoltre, vorremmo che il sistema del contributo assicurativo alle famiglie affidatarie sia ristrutturato evitando sistemi a pioggia o frammentari come lo sono ora».

Ottimi propositi. Signora Viganò, per chiudere, quali sono i prossimi step che questa campagna dovrà intraprendere perché diventi uno strumento efficace?
«Abbiamo in programma diversi seminari a cui parteciperanno associazioni ed enti regionali. Stiamo organizzando degli eventi per sensibilizzare le istituzioni minorili e l’opinione pubblica al problema. Inoltre, presto organizzeremo un vero e proprio evento pubblico in collaborazione con la Regione Lazio. Come detto in precedenza, abbiamo infine un tavolo di discussione con la giunta Zingaretti e con loro agiremo in sinergia in tutti i nostri step futuri».
Ringraziando la signora Viganò, si osserva tuttavia che il lavoro da fare è ancora molto lungo. La speranza è che dalle parole si passi presto ai fatti. Serve ovviamente un sempre maggiore coinvolgimento dei cittadini, delle associazioni locali e infine delle istituzioni. Servono fondi per sostenere questi progetti e spesso sono difficili da reperire. Per questo ci auguriamo che la campagna “Donare Futuro” diventi una splendida realtà, perché i minori meritano una famiglia, sempre, presto; una famiglia che li aiuti a ritrovare la serenità e l’ambiente in cui diventare gli adulti di domani.

Tra i promotori di “Donare Futuro”: Progetto Famiglia, Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie (ANFAA),  Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA), Coordinamento Nazionale delle Comunità per Minori (CNCM), Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Associazione Famiglie per l’Accoglienza, Coordinamento Italiano Servizio contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia (CISMAI), Amici dei Bambini (Ai.Bi.), Coordinamento CARE, Forum Delle Associazioni Familiari e infine il Tavolo Nazionale Affido.

DONARE FUTURO: IL DIRITTO AD UNA FAMIGLIA VA TUTELATO

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