GAETA. UNA GIORNATA PER L’OBIEZIONE DI COSCIENZA

Nell'ex carcere militare di Gaeta con una delegazione di volontari in servizio civile, per tornare a dare voce ai diari di obiettori di coscienza reclusi nelle carceri italiane

«Il militarismo è l’obbligo dell’impiego universale della violenza come mezzo ai fini dello Stato. […] La violenza appare in una funzione affatto diversa che nel suo semplice impiego a fini naturali. Essa consiste in un impiego della violenza come mezzo a fini giuridici. Poiché la sottomissione dei cittadini alle leggi […] è un fine giuridico. Se quella prima funzione della violenza si può definire creatrice di diritto, questa seconda è quella che lo conserva» (Walter Benjamin)

Il 15 dicembre ricorrerà il cinquantennale dell’approvazione della Legge n. 772, riguardante le Norme in materia di obiezione di coscienza. Pur imperfetta, criticata, superata, quella legge è stata il punto di svolta per chi aveva scelto di opporsi al servizio militare obbligatorio e di vivere una vita nonviolenta e non militarizzata, quella fu la prima sistematizzazione giuridica dell’obiezione di coscienza e dunque, il primo tassello nel mosaico che oggi è il Servizio Civile Universale. In preparazione dei festeggiamenti e degli incontri, che stanno avvenendo in queste settimane, con una delegazione di volontari in Servizio Civile, il 25 novembre, siamo partiti da Roma per raggiungere Gaeta, dove si trova l’ex-carcere militare, all’interno del Castello Angioino. Lo scopo era filmare delle letture, che avremmo eseguito davanti le mura della prigione, di passi estratti dai diari di obiettori di coscienza, reclusi nelle carceri italiane, agli inizi degli anni ’70, per aver rifiutato il servizio militare: un’operazione simbolica, certamente, ma non solo un’astrazione.

L’obiezione di coscienza, oggi

obiezione di coscienza
Tutte le video letture sono disponibili a questo link

V’era più di una domanda, sottesa, a illuminare e pungolare: cosa significa per noi volontari, oggi, questa rovina-museo dell’ex-carcere? Come l’esperienza di prigionia di tanti compagni del passato ci parla, oggi? Quali lotte ci spettano, in una realtà dove l’obbligo del servizio militare è decaduto e molti diritti sono già acquisiti? È stato tutto già approntato o non siamo ancora abbastanza lucidi su quella che è la sfuggente contemporaneità? La nostra innocua azione a Gaeta non ha certo dato risposta a tante domande ma ci ha assegnato un ruolo infrequente: essere destinatari di una tradizione, tramandata da voci per noi antiche, ed essere responsabili di quelle voci ripercorrendole con le nostre. In questo ci siamo sentiti più vicini a chi ci aveva preceduto, affiancati in una lotta, per noi ancora poco chiara ma che cerchiamo di trovare insieme. Nell’insieme non posso fare a meno di pensare alle volontarie e ai volontari della Casa del Volontariato di Formia, Miriam e Sara in primis, che ci hanno non solo ospitati e guidati ma sono state parte fondamentale nella riuscita della giornata. Si sono preoccupate del nostro arrivo, accogliendoci in stazione, si sono perse e hanno ritrovato la strada con noi, nella salita verso il castello, hanno organizzato la visita all’ex-carcere e si sono spese attivamente per la realizzazione dei video. Mi porterò dietro lo specchiarsi dei nostri sguardi, tra le celle del carcere, sguardi atterriti anche per loro, che quei posti li abitano e li vivono da tempo eppure, lì, in quell’istante, eravamo tutti alieni di fronte all’ingiustizia del passato. Per quelle voci e quegli sguardi ringrazio anche i compagni dell’Archivio Disarmo, del Cesc Project e noi, del CSV Lazio ETS e di Anci Lazio. Rivedendoci, ai piedi di quella rovina, credo che la giornata di Gaeta abbia avuto a che fare con l’innalzamento di una preghiera laica; sarebbe bello se, in futuro, l’ex-carcere diventasse un luogo di pellegrinaggio, dove poter porgere una voce, o un canto, o altro che porti pace in quel luogo di prigionia e violenza.

Ecco da dove abbiamo tratto le nostre letture:

Claudio Pozzi – Uno spicchio di cielo dietro le sbarre, centro Gandhi edizioni 2022

Mario Pizzola – La mia obiezione di coscienza. Diario dal carcere militare, CESC Project 2019

Ciro Cozzo – Contro gli eserciti, in A-Rivista Anarchica, anno I, n. 4, maggio 1971

Testimonianza di Antonio Riva, in IRIAD Review, n. 10-11, ottobre/novembre 2022

Carceri militari. Vigilando reprimere, in Se la patria chiama …, n. 2, gennaio 1972

GAETA. UNA GIORNATA PER L’OBIEZIONE DI COSCIENZA

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