GLOSSARIO FRAGILE. SE LA FORMA È SOSTANZA

Glossario Fragile è una proposta di parole che promuove un linguaggio più rispettoso e inclusivo su disabilità e cura. È un’idea del Gruppo Comunicazione di Legacoopsociali, che lo propone come documento aperto

di Ilaria Dioguardi

È una questione di sostanza, non solo di forma. È meglio usare alcune parole piuttosto che altre, quando ci si riferisce a persone in condizioni di fragilità o esse stesse fragili per la realtà che raccontano: disabilità, dipendenze, salute mentale, caregiver, minori vittime di abusi, mutualismo, diversità e altro ancora.
Disabile? Persona con disabilità. Tossico? Persona con dipendenza da…
Le parole proposte, quelle spiegate e quelle da raccontare sono al centro di Glossario fragile – maneggiare con cura, un’idea del Gruppo Comunicazione di Legacoopsociali con il contributo e la supervisione di docenti e ricercatori di tre università italiane e del Cnrr-Irpps. Ce ne parla Giuseppe Manzo, responsabile comunicazione Legacoopsociali.

Come nasce l’idea del Glossario fragile?

glossario fragile
Glossario fragile non è un documento chiuso: è previsto un percorso partecipato su linguaggi e comunicazione

«L’idea nasce a giugno 2022 nell’ambito delle attività del Gruppo comunicazione di Legacoopsociali dove ogni mese si riuniscono i referenti della comunicazione di cooperative sociali e strutture regionali da tutta Italia. Seguendo il nostro mandato del V congresso attraverso il Manifesto della comunicazione, è nato il bisogno di occuparci del linguaggio nella comunicazione dopo la fase acuta della pandemia. Nello specifico di occuparsi delle fragilità come spettro ampio della salute e della cura delle persone e non solo. Si è formato un gruppo di lavoro che per mesi ha fatto ricerca, ha lavorato sulle parole proposte e poi si è incrociato con i docenti e ricercatori universitari Andrea Volterrani, Gaia Peruzzi, Elisabetta Gola, Raffaele Lombardi e del Cnr-Irpps Maria Cristina Antonucci, che, con grande entusiasmo, hanno accettato di dare il loro contributo e la loro supervisione scientifica al Glossario».

La pandemia ha determinato un prima e un dopo anche nella comunicazione?

«Il prima era una modalità di vita e di lavoro che non metteva in conto i rischi dell’attuale società sulla salute, sulla sostenibilità e sulle relazioni sociali. In questo senso ci stavamo un po’ “trascinando” senza fare i conti con il presente e il futuro, accantonando anche le potenzialità della tecnologia. Il dopo è la consapevolezza che l’era digitale è in corso, siamo piombati in modalità di lavoro “on line” che ci permettono di connettere intelligenze, saperi e competenze all’interno dell’organizzazione. Tutto ciò senza dimenticare l’importanza di creare momenti ed eventi di relazione umana “in presenza” ma sfruttando le tecnologie digitali per migliorare il nostro lavoro di comunicatori (e non solo) cogliendone le opportunità».

“La nostra ricerca resta aperta a nuovi stimoli e riflessioni, ma anche a declinarsi in forme diverse”, si legge nel Glossario fragile…

«Il Glossario non è un documento chiuso. Alla fine ci sono pagine bianche, tutte da scrivere. Lo ha detto Andrea Volterrani durante la presentazione del Glossario nell’Aula multimediale di Sapienza Università di Roma: “stiamo costruendo un percorso partecipato sui linguaggi e sulla comunicazione”. Nei prossimi mesi ci saranno eventi a livello regionale e territoriale sul Glossario fragile e crediamo che nel corso di questi appuntamenti si potranno aggiungere parole e ulteriori spunti che fra un anno ci permetteranno di aggiornare il Glossario. La partecipazione e la condivisione sono le parole chiave del nostro agire sulla comunicazione».

Prevede quindi aggiornamenti continui?

«Vogliamo aggiornarlo anno per anno. Poi stiamo immaginando anche di trovare strumenti utili per poterlo rendere fruibile in tempo reale a tutti e tutte, mettendolo a servizio dei giornalisti, della comunicazione pubblica e istituzionale, di tutti i cittadini che utilizzano i social e possono anche loro contribuire a un linguaggio corretto verso le persone fragili. Come ha detto la nostra presidente nazionale Eleonora Vanni: “Legacoopsociali vuole fare la sua parte”».

GLOSSARIO FRAGILE. SE LA FORMA È SOSTANZA

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