IUS SOLI SPORTIVO: L’INTEGRAZIONE COMINCIA GIOCANDO

È legge il provvedimento che permette ai minori stranieri di tesserarsi alle società: un passo avanti importante

di Claudia Farallo

Non è forse risaputo che l’integrazione passa anche dallo sport? Ebbene, l’Italia ha da poco approvato lo ius soli sportivo: da oggi anche i minori stranieri potranno tesserarsi alle società sportive con le stesse procedure previste per i cittadini italiani. Una legge approvata quasi all’unanimità, con i soli voti contrari della Lega Nord (e due astenuti). Vediamo in cosa consiste questa nuova opportunità.
Grazie allo ius soli sportivo i minori di diciotto anni, che non sono cittadini italiani, ma che risultano regolarmente residenti nel nostro territorio almeno dal compimento del decimo anno di età, possano essere tesserati presso le società sportive appartenenti alle federazioni nazionali, le discipline sportive associate e gli enti di promozione sportiva con le stesse procedure previste per i cittadini italiani. Prima, invece, le procedure per il tesseramento erano fissate, in modo disomogeneo, dai singoli statuti e regolamenti delle associazioni.

Il valore dello sport

Insomma, stop alle discriminazioni: i minori stranieri sono di fatto equiparati a quelli italiani, liberi di coltivare la propria carriera sportiva in Italia. Ma non solo.
Il provvedimento prevede che questo tipo di tesseramento rimanga valido anche dopo il compimento del diciottesimo anno di età, fino al completamento delle procedure per l’acquisizione della cittadinanza italiana da parte di coloro che ne abbiano presentato richiesta.
A nulla è valsa la proposta di modifica avanzata dai parlamentari leghisti. Il Carroccio, infatti, aveva proposto di fissare una quota massima del 30% di stranieri all’interno delle società sportive, definendo il provvedimento «un vero cavallo di Troia della sinistra per introdurre anche in Italia lo ius soli», e dichiarando di «aver lottato per evitare che fossero penalizzati i nostri vivai giovanili».

Ius Soli sportivo
(Foto Maria Topputo)

Bruno Molea, invece, promotore e primo firmatario del provvedimento, ha salutato il via libera dell’Aula del Senato allo ius soli sportivo come «un grande atto di civiltà che rende giustizia ai minori stranieri», a cui devono essere garantite «pari opportunità di crescita e formazione». Il deputato di Scelta Civica, nonché membro del Consiglio Nazionale del Coni (Comitato Olimpico Nazionale Italiano), ha infatti sottolineato che «solo così, grazie ai valori di cui lo sport è portatore, potremmo domani avere una società meno violenta e più tollerante».
Molte erano state le campagne e le prese di posizione che da tempo chiedevano questo passo avanti. In primis, da parte di Sportallarovescia, che guardando all’approvazione finale del provvedimento parlava di «un’importante vittoria per chi in questi anni ha sostenuto con forza che lo sport deve avere un ruolo di cittadinanza ed allargamento di diritti».
Un piccolo passo per il minore, un grande passo per l’integrazione, verrebbe da dire.

IUS SOLI SPORTIVO: L’INTEGRAZIONE COMINCIA GIOCANDO

IUS SOLI SPORTIVO: L’INTEGRAZIONE COMINCIA GIOCANDO