IL NAUFRAGIO DI CROTONE SI DOVEVA EVITARE

Continua la ricerca dei dispersi del naufragio di ieri a Steccato di Cutro. Centro Astalli: «Le politiche di chiusura ed esternalizzazione delle frontiere europee hanno dimostrato di essere fallimentari»

Continua la ricerca dei dispersi del naufragio del barcone di migranti avvenuto ieri in Calabria, sulla spiaggia di Steccato di Cutro, a circa venti chilometri da Crotone. Il barcone non ha retto al mare mosso e si è spaccato a pochi metri dalla costa. Dopo il recupero, questa mattina, di altri tre corpi, le vittime salgono a 62. Tra queste anche diversi bambini, alcuni di pochi mesi. Il barcone con a bordo circa 200 persone provenienti da Afghanistan, Iran, Siria, Iraq era partito quattro giorni fa dalla Turchia.

L’ennesima tragedia del mare è accaduta a pochi giorni dall’approvazione del cosiddetto Decreto Ong sulla gestione dei flussi migratori, che prevede nuove regole per il salvataggio dei migranti in mare introducendo, di fatto, una stretta sull’operato delle navi umanitarie e sanzioni pesanti per chi non rispetta il dettato normativo.

L’ennesima strage nel Mare Nostrum che, come sottolinea con forza Riccardo Noury, portavoce Amnesty International, si doveva evitare: «In Italia le persone annegano in mare non perché partono da luoghi di guerra, di miseria, di fame. Le persone muoiono in mare perché non ci sono più soccorsi e perché sono obbligate a intraprendere viaggi pericolosi. Quindi le persone muoiono perché non ci sono corridoi umanitari, non ci sono percorsi legali e sicuri, in terra e in mare, non ci sono navi di soccorso. Muoiono solo per questo e non perché partono».

Secondo i dati Unicef, sono oltre 25800 dispersi e morti lungo la rotta del Mediterraneo centrale dal 2014 ad oggi, 120 i casi accertati da inizio anno.

«Ho saputo con dolore del naufragio avvenuto sulla costa calabrese, presso Crotone. Già sono stati recuperati 40 morti, tra cui molti bambini» le parole di Papa Francesco ieri, all’Angelus. «Prego per ognuno di loro, per i dispersi, per gli altri migranti sopravvissuti. Ringrazio quanti hanno portato soccorso e coloro che stanno dando accoglienza».

Il Presidente Mattarella ha sollecitato con decisione un «forte impegno della comunità internazionale per rimuovere le cause alla base dei flussi di migranti», rivolgendosi all’Unione Europea affinchè «assuma finalmente in concreto la responsabilità di governare il fenomeno migratorio per sottrarlo ai trafficanti di esseri umani, impegnandosi direttamente nelle politiche migratorie».

Servono vie di ingresso legali

naufragio di Crotone
Il cimitero per migranti che si trova a Reggio Calabria.

A istituzioni nazionali e sovranazionali affinchè non restino ferme davanti a questa tragedia si rivolge anche il Centro Astalli, esprimendo dolore e sgomento per il destino di persone in fuga da «paesi senza libertà, democrazia e pace».

«Lasciar morire in mare è inaccettabile. La politica, di qualunque orientamento, non può non agire per salvare vite umane», ha sottolineato P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, che, a seguito di questa ennesima strage, chiede un’operazione ampia e strutturata di ricerca e soccorso in mare che metta in salvo vite umane, oltre all’attivazione immediata di canali umanitari dalle principali aree di crisi e l’apertura stabile e proporzionata di vie di ingresso legali come visti per lavoro e nuovi criteri che amplino i ricongiungimenti familiari. «Le politiche di chiusura ed esternalizzazione delle frontiere europee degli ultimi anni hanno ampiamente dimostrato di essere fallimentari, inutili e di favorire il traffico e la tratta di esseri umani», ribadisce Centro Astalli.

IL NAUFRAGIO DI CROTONE SI DOVEVA EVITARE

IL NAUFRAGIO DI CROTONE SI DOVEVA EVITARE