NO GAME. L’ASSOCIAZIONE CHE AIUTA I LUDOPATICI, MA ANCHE LE FAMIGLIE

A Frosinone, dal 2015 punta sull'ascolto e sulle relazioni, per affrontare una dipendenza i cui numeri sono in crescita

L’associazione frusinate No game, nata nel 2015, ha svolto fin dal suo nascere un’intensa campagna informativa sul contrasto alle ludo patie, con cui ha accompagnato un’altrettanta intensa attività di ascolto e sostegno alle vittime di tal patologia ed alle loro famiglie. Quasi a coronamento di tanto impegno profuso, il fondatore Tiberio Patrizi è stato invitato alla trasmissione televisiva “Vizi e Virtù”, condotta da don Marco Pozza sulla rete 9 e poi ad un’udienza con Papa Francesco, a sua volta fortemente impegnato a sostenere ogni iniziativa di contrasto alle ludapatie. Un fatto ed un evento più che eccezionale per la provincia di Frosinone, accolto positivamente dal mondo del volontariato, che anima la densa infrastruttura sociale della provincia.

Ottenere un’intervista da Tiberio Patrizi non è difficile. Basta aver pazienza, oltre al numero di telefono giusto. Si perché Tiberio lavora, come è ovvio, e non ha orari ben definiti, in quanto fornisce gas ai privati che spesso chiamano alle ore più strane, perché si sono ritrovati con il serbatoio vuoto.

Tiberio, sempre uguale a se stesso, gentile, sorridente e premuroso con tutti, appena riconosciuta la voce, ci ricorda le tante occasioni di incontro in cui abbiamo superato insieme i primi intoppi incontrati nel percorso di diffusione dell’associazione. Gli chiediamo le loro reazioni alla notizia dell’incontro con il papa.

«Siamo rimasti un poco, come dire, interdetti», spiega, ma superato lo stupore, anche con l’aiuto del conduttore, ci siamo preparati all’incontro…  È stata un’esperienza forte e per noi importantissima… Comunque abbiamo messo sulla nostra pagina Fb le foto dell’incontro, anche quelle della consegna della T-shirt con il logo dell’associazione…»

 

No game
Tiberio Patrizi con don Marco Pozza, conduttore della trasmissione “Vizi e virtù” su La 9

Insomma al di la della notorietà mediatica, l’incontro è un riconoscimento del vostro impegno…
«Papa Francesco è sempre vicino ai più deboli e non fa mai mancare il suo sostegno … comunque di associazioni come la nostra ce ne sono poche, a parte il numero di adesioni sia come famiglie che come giocatori che abbiamo raccolto, siamo l’unica associazione che prende in carico anche le famiglie»

Puoi spiegare meglio la particolarità che hai appena sottolineato?
«Quando abbiamo pensato di avviare la nostra attività di aiuto, abbiamo subito voluto prendere in carico i giocatori e le loro famiglie, perché ci sembrava più giusto, visto che la dipendenza dal gioco d’azzardo colpisce insieme giocatori e famiglie e non solo per l’entità del danno economico che ne deriva. Con la messa in crisi della relazione familiare di affetto e di solidarietà, viene meno l’autostima di ogni componente del nucleo familiare. A noi interessava superare i limiti del metodo dei giocatori anonimi e cogliere l’occasione del contatto attivato, per sviluppare una relazione di aiuto a tempo pieno»

Ti puoi spiegare meglio?
«Quando il giocatore decide di farsi aiutare, spesso si ritrova a parlare con un operatore che per le sue competenze professionali cerca di aiutarti, ma poi, finito il colloquio, il giocatore si ritrova solo  per un’intera settimana e non sempre è in grado di seguire le indicazioni ottenute durante il colloquio. Noi invece siamo sempre pronti a rispondere ad una sua chiamata. Non vogliamo lasciare solo nessuno. Neanche i loro familiari che spesso non sanno cosa fare nei momenti di crisi».

Insomma l’associazione No game, è un’associazione di contrasto alle ludo patie, ma anche un gruppo di Auto Mutuo Aiuto.
«Certo. E questo nostro modo di rapportarci al giocatore, alle loro famiglie, ci dà notorietà: riceviamo richieste di aiuto anche da altre regioni. Almeno cinque telefonate al mese. Diamo consigli, ma anche disponibilità all’ascolto costante. Ultimamente abbiamo attivato un gruppo WhatsApp per rendere più agevole il contatto. Ci siamo resi conto che là fuori non c’è nulla»

È tanto drammatica la situazione?
«Le famiglie si vergognano, il giocatore si vergogna. Anche quando vuole cambiare viene visto come un debole e la sua dipendenza viene alimentata anche dal gioco on line, sul computer di casa. Per contro, il contatto d’aiuto con operatori senza esperienza di vita vissuta non risulta efficace. Il ludodipendente è come il tossicodipendente, che ha difficoltà a smettere subito. Ha bisogno di consigli anche semplici ed insieme di un sostegno continuo per adottarli. Ecco perché conta molto l’accoglienza. Se con il giocatore va sviluppata la relazione di aiuto per non cedere all’impulso al gioco, alle famiglie è necessario il sostegno per affrontare la situazione debitoria. Aiutarla a definire la scala di priorità nel pagamento dei debiti: banche, amici, parenti che sono stati coinvolti con richieste di prestiti ecc. Insomma è una situazione complessa che ha necessità di un sostegno articolato nei tempi e nei modi».

Ed ora dopo l’incontro con il Papa …
«L’incontro con Papa Francesco e la lunga intervista con Ignazio Oliva ci hanno sostenuto nelle nostre scelte di fondo. Ora ci stiamo impegnando per individuare una struttura più ampia, da dedicare all’accoglienza anche breve. Non sono necessarie lunghe permanenze. Puntiamo a realizzare a Frosinone una struttura autofinanziata, per aumentare la nostra capacità di dare aiuto.»

NO GAME. L’ASSOCIAZIONE CHE AIUTA I LUDOPATICI, MA ANCHE LE FAMIGLIE

NO GAME. L’ASSOCIAZIONE CHE AIUTA I LUDOPATICI, MA ANCHE LE FAMIGLIE