C’È CHI VUOLE OSPITARE I MIGRANTI DELLA SEA WATCH 3. CREDETECI

Associazioni, ordini religiosi e privati cittadini hanno dato la loro disponibilità. Impegnandosi a restare umani. Ecco alcuni esempi

di Ilaria Dioguardi

Il vertice notturno a Palazzo Chigi tra il Presidente del Consiglio Conte, Salvini e Di Maio è servito ad ottenere il consenso del ministro dell’interno allo sbarco dei migranti. Adesso, per autorizzare lo sbarco, si aspetta la formalizzazione dell’accordo europeo. Ci sarebbe anche il Lussemburgo nel patto, oltre a Francia, Portogallo, Germania, Romania e Malta. Si stanno mettendo a punto le modalità dello sbarco: le 47 persone verranno quasi sicuramente portate in un hotspot a Pozzallo o a Messina, dove verranno identificate e aspetteranno di essere trasferite nei Paesi europei che hanno dato la disponibilità.

Comunque vada a finire, è importante sottolineare, in tutta questa storia, che sono state molte le iniziative nate per offrire accoglienza, in un momento in cui in giro si vede assai poca disponibilità.

 

ospitare i migranti
Don Giovanni D’Andrea, di Salesiani per il Sociale

I SALESIANI. Nei giorni scorsi, la rete dei Salesiani per il Sociale – Federazione SCS-CNOS ha offerto la disponibilità a ospitare nelle proprie strutture i migranti minorenni  presenti sulla nave Sea Watch 3, ancorata al largo di Siracusa. Si tratta di 13 minori, di cui otto non accompagnati. La disponibilità di posti per l’accoglienza, insieme a tante associazioni con cui collabora, è per le sedi di Arese – Centro Salesiano San Domenico Savio; Udine, Albarè e Gorizia – Ispettoria Salesiana Nord Est; Napoli – Istituto Salesiano Menichini; Catania – Associazione Metacometa e Don Bosco 2000; Foggia – Associazione Comunità sulla strada di Emmaus.

«Consideriamo che questo sia il gesto più vero e concreto per festeggiare la prossima ricorrenza di Don Bosco, fondatore dei Salesiani, che accolse senza alcuna distinzione i giovani poveri della Torino dell’800», hanno dichiarato don Giovanni D’Andrea, presidente di Salesiani per il Sociale e don Carmine Ciavarella, Delegato nazionale per l’Emarginazione e il disagio.

Salesiani per il Sociale offrì la sua disponibilità già per la nave Diciotti, mettendo a disposizione la sua grande rete con centri dove si accolgono minori stranieri non accompagnati. Ora sono intervenuti anche a conclusione di un anno che li ha visti protagonisti del progetto “M’interesso di te”, finanziato dal fondo di beneficenza di Banca Intesa Sanpaolo, che riguarda i minorenni stranieri non accompagnati che, una volta identificati, diventano irreperibili e spesso gravitano intorno alle stazioni delle città italiane. Il progetto sarà realizzato in 3 sedi (Torino, Napoli, Catania) con l’obiettivo di arginare il fenomeno dell’esclusione sociale e dello sfruttamento minorile, attraverso interventi di recupero e reinserimento.

 

ospitare i migranti
Riccardo de Facci, del CNCA

IL CNCA. Anche la rete del CNCA Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza, nei giorni scorsi ha dichiarato la sua disponibilità ad ospitare i migranti gratuitamente nelle proprie strutture. «Siamo pronti ad accogliere, nelle nostre strutture, le 47 persone migranti a bordo della Sea Watch 3», ha detto Riccardo De Facci, presidente del Coordinamento. «Il divieto imposto alla nave della ong tedesca di sbarcare persone che vengono dall’inferno della Libia viola diritti e principi fondamentali. Tra di esse ci sono pure 13 bambini e adolescenti, alcuni non accompagnati, e il loro trattenimento sulla nave della Sea Watch è illegale e perseguibile, configurando un atto contrario alle norme internazionali di tutela dell’infanzia che anche il nostro paese ha ratificato», ha continuato De Facci. «Ed è inumano “chiudere i porti” a esseri umani particolarmente vulnerabili, che hanno subìto torture e violenze di ogni genere, bloccati per giunta a un passo dalla terra che speravano di raggiungere per costruire una vita migliore. Dinnanzi a questo scadimento nel livello di civiltà siamo costretti a dire: Non in mio nome. Le persone migranti a bordo della Sea Watch 3 hanno diritto ad essere accolte e inserite in un percorso che ne permetta la regolarizzazione e l’inclusione sociale. Le organizzazioni del CNCA, come diverse altre associazioni e alcuni Comuni, sono disponibili a essere coinvolte immediatamente in questo processo».

 

ospitare i migranti
Sabrina Alfonsi, presidente del Municipio I di Roma

IL PRIMO MUNICIPIO DI ROMA. Tra le mille persone che ieri hanno partecipato, sotto Montecitorio, alla manifestazione per chiedere lo sbarco dei migranti della Sea Watch era presente Sabrina Alfonsi, presidente del I Municipio. La minisindaca ha lanciato l’iniziativa “Aiutiamoli a casa nostra”, promossa in collaborazione con Comunità di Sant’Egidio, Consiglio Italiano per i Rifugiati, Refugees Welcome. «Le persone disponibili ad ospitare i migranti saranno inserite in progetti gestiti da organizzazioni accreditate come quelle che sostengono la nostra campagna, che li accompagneranno durante tutto il periodo», ha spiegato. L’invito è rivolto a singoli e famiglie, disposte ad ospitare temporaneamente in casa rifugiati, richiedenti

asilo e titolari di permesso per motivi umanitari.

Per aderire al percorso o chiedere informazioni si può mandare una mail a aiutiamoliacasanostra@gmail.com, per le adesioni social si può utilizzare l’hashtag #aiutiamoliacasanostra.

 

ospitare i migranti
Fiorella Rathaus, del Cir

IL CIR.  «Abbiamo deciso di aderire a quest’iniziativa con molto entusiasmo, con il I Municipio abbiamo trovato una grande sintonia di intenti”, dice Fiorella Rathaus, Responsabile del progetto “Welcome Home” del CIR, Consiglio Italiano per i Rifugiati. «Noi avevamo appena avuto l’approvazione del progetto di accoglienza diffusa per rifugiati “Welcome home”, all’interno dell’8 per mille per lo Stato.  Il progetto è stato approvato ora, ben consapevoli che l’atmosfera è molto cambiata, da quando lo presentammo nel 2015, le risposte a questi problemi sono diverse. Ma abbiamo la dimostrazione tutti i giorni di quanto, nei momenti di crisi, le persone che hanno ancora una coscienza siano disponibili e si rimbocchino le maniche.

“Welcome home” conta sulla società civile per trovare disponibilità ad ospitare i migranti in famiglia, in particolare i rifugiati: Le persone che arrivano nel nostro Paese non sono pronte ad intraprendere subito una vita autonoma. Stiamo ricevendo molte risposte.  È importante aiutarli a casa loro, ma non possiamo fare finta che non esistono situazioni di necessità di integrazione. Da parte di alcuni politici è evidente che si punti alla possibilità di esasperare la situazione di chi è arrivato per creare una sorta di “bomba sociale”. Con questo progetto vorremmo contribuire al cambiamento culturale, favorendo l’incontro tra società civile e rifugiati, con tre misure, che dovrebbero durare da sei mesi ad un anno: l’accoglienza di giovani italiani verso giovani rifugiati, l’accoglienza di giovani rifugiati in nuclei familiari italiani, l’accoglienza di rifugiati verso rifugiati”. Sono previsti un piccolo rimborso per gli ospitanti e la possibilità di supportare corsi di formazione e tirocini, per qualificare questo periodo di ospitalità in modo effettivo».

 

 

C’È CHI VUOLE OSPITARE I MIGRANTI DELLA SEA WATCH 3. CREDETECI

C’È CHI VUOLE OSPITARE I MIGRANTI DELLA SEA WATCH 3. CREDETECI