MEDITERRANEA, UN VIVAIO MULTICULTURALE NEL CUORE DI ROMA

Due ettari di terreno della congregazione vincenziana diventano vivaio e laboratorio. Così si sviluppano percorsi di integrazione per i migranti

di Lucia Aversano

Il progetto Mediterranea è di quelli ambiziosi, portato avanti da una rete di enti che ha tentato, ed è riuscita, ad aprire le proprie porte ai rifugiati, in giorni come questi nei quali i migranti provenienti dal Mediterraneo sono oggetto di roventi dibattiti politici.  Medius terre è il nome latino dal quale discende Mediterraneo, poiché il mare si trova tra le terre dell’Europa, dell’Africa e dell’Asia ed unisce o divide a seconda di come lo si percepisce. In questo progetto, con protagonisti i rifugiati e i richiedenti asilo degli Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e status di Rifugiato) di Roma, il Mediterraneo unisce e presta il suo nome al Progetto nato dalla sinergia  tra la Famiglia Vincenziana, la Cooperativa Sociale Tre Fontane, gestore di alcuni Sprar presenti sul territorio di Roma, l’associazione no profit Linaria e Margherita Grasselli.

 

Mediterranea immigrati
Nel vivaio lavorano 12 rifugiati

IL PROGETTO. Le piante e i fiori della macchia mediterranea diventano il filo che congiunge culture lontane. «Mediterranea è innanzitutto un progetto culturale», spiega Michela Pasquali, architetto del paesaggio che nel 2011 dà vita a Linaria, un’associazione no profit con lo scopo di diffondere la cultura del paesaggio in ambito urbano. «Le piante della macchia mediterranea uniscono anticamente le culture dei Paesi che si trovano intorno al Mediterraneo, che si sono scambiate nell’arco dei secoli non solo le piante, ma anche differenti tecniche di coltivazione. Un esempio fra tutti sono le arance, che in molti credono nate in Italia, ma che sono arrivate a noi in seguito alle migrazioni dall’altra sponda del Mediterraneo.» Ieri come oggi, culture lontane s’incontrano e si contaminano attraverso diversi canali e uno di questi è il lavoro della terra. Fiori e frutti della macchia mediterranea rappresentano, in questo progetto, una pagina bianca messa a disposizione dei rifugiati e dei richiedenti asilo, per offrire loro la possibilità di continuare a scrivere la propria storia.

 

L’INTEGRAZIONE. Mediterranea è uno dei progetti promossi dalla Famiglia Vincenziana per celebrare i 400 anni del carisma vincenziano, e rappresenta anche quello più impegnativo, poiché intende trasformare tale progetto, una volta concluso, in una vera e propria impresa sociale.

«Il nostro obiettivo», specifica Giuseppe Carulli, Superiore della Curia generalizia della Congregazione della Missione, «non è solo consegnare un mestiere a questi ragazzi, ma permettere loro di integrarsi completamente a livello sociale e lavorativo nel nostro tessuto. È nostra intenzione, quindi, mettere a disposizione il nostro terreno per chi supererà il tirocinio in modo da produrre e, successivamente, vendere quello che loro realizzeranno qui.»

 

mediterranea immigrati
Vengono prodotti anche elementi di arredo per giardini, artigianali e sostenibili

IL PERCORSO. Sono due gli ettari di terra che la congregazione ha messo a disposizioni di 12 rifugiati: tre ragazze e nove ragazzi. «Una prima selezione è stata fatta negli Sprar, dove sono stati individuati 45 giovani interessati al progetto», spiegano dalla cooperativa Tre fontane, «scelti secondo criteri che abbiamo stabilito insieme alla rete Mediterranea. Tra i criteri considerati c’era l’esperienza pregressa nel settore dell’agricoltura, che era un requisito importante  ma non indispensabile. Moltissimo si è puntato sulla motivazione e sulla disponibilità sul lungo periodo, perché il beneficiario Sprar è ospite per un periodo breve, mentre questo era un progetto sul lungo termine e dunque richiedeva un impegno diverso, rispetto ad altre iniziative dedicate ai rifugiati.»

A seguito di una prima selezione i 25 ragazzi scelti hanno effettuato un mese di formazione conclusosi con un workshop fatto in collaborazione con l’Aant, Accademia delle Arti e delle Nuove Tecnologie  e a marzo si è giunti a dodici giovani che hanno intrapreso il percorso concreto che prevede: il potenziamento di un frutteto già esistente; un vivaio specializzato in piante e fiori da collezione; un orto biologico per una vendita interna alla rete e la realizzazione di oggetti da design e arredo per i giardini oltre alla progettazione realizzazione e manutenzione di giardini e terrazzi.

 

LE PROFESSIONALITÀ. Grazie al supporto di Linaria e Margherita Grasselli, artista e scultrice, nonché progettista e collaboratrice del progetto, si è riusciti ad andare oltre il vivaio e la semplice coltivazione. In corso d’opera sono emerse professionalità quali falegnami e artigiani, che sono state impiegate per realizzare opere di design e arredo per i giardini e che hanno ampliato gli orizzonti di Mediterranea. Il tutto con un occhio di riguardo verso la sostenibilità: strutture e oggettistica sono totalmente realizzati con materiale di risulta.

«Tale progetto non sarebbe stato possibile senza la felice intuizione del Gruppo Volontariato Vincenziano» conclude Elena Mazzotta, responsabile della sezione GVV di Roma, che ha operato per mettere in rete amministrazione cittadina e Terzo settore.

L’augurio è quello di poter trasformare il progetto, che ci concluderà a settembre, in una stabile realtà.

Se avete correzioni o suggerimenti da proporci, scrivete a comunicazione@cesv.org

 

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