
PARSEC AGRI CULTURA, TRA INSERIMENTO LAVORATIVO E CHILOMETRO ZERO
Nella riserva naturale della Marcigliana, a Roma, Parsec Agri Cultura è uno dei punti fissi di accoglienza di Vol.A in Rete. Da sempre attiva nell’inserimento socio-lavorativo di persone fragili, nella produzione a chilometro zero e sull’educazione ambientale in un pezzo di agro romano che meriterebbe di essere valorizzato, con l’associazione SuperAbile ha creato Cecchina Point, un’alternativa alla strada per i giovani del Terzo Municipio
20 Ottobre 2025
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Ortaggi biologici in pieno campo, ma anche fragole, angurie, meloni e olive leccino e carboncelle. E poi una piccola produzione di olio evo e marmellate, sottoli e sottaceti, pomodori e salse salate, succhi di frutta e conserve. Ma anche un punto vendita annesso per permette ai cittadini di acquistare i prodotti direttamente dai produttori. Nella riserva naturale della Marcigliana, Roma Nord, Terzo Municipio, la cooperativa sociale Parsec Agri Cultura è uno dei punti di accoglienza per il Giubileo del progetto Vol.A in Rete promosso dal Dipartimento Protezione Civile e dal Dipartimento Politiche sociali e salute di Roma Capitale in collaborazione con Csv Lazio e Forum Terzo settore Lazio. «In questo modo anche il III Municipio ha il suo Punto fisso di accoglienza per fornire informazioni e orientamento ai pellegrini venuti a Roma per l’evento giubilare», spiega Marco Capucci, socio fondatore della cooperativa. «La Via di Francesco passa qui vicino: si tratta di uno dei principali percorsi per chi da Greccio, vicino Rieti, si dirige a piedi a San Pietro. Da noi i pellegrini possono riposarsi, usufruire dei servizi igienici e ricevere informazioni, oltre ad avere un kit con i nostri prodotti».
Parsec Agri Cultura, inserimento lavorativo e prodotti a chilometro zero
«La cooperativa Parsec Agri Cultura è nata nel 2014 per favorire l’inserimento lavorativo delle categorie svantaggiate, come previsto dalla legge 381 del 1991», prosegue Capucci. La legge, che disciplina le cooperative sociali, intende promuovere l’occupazione di persone con disabilità, ex degenti di ospedali psichiatrici, anche giudiziari, soggetti in trattamento psichiatrico, tossicodipendenti, alcolisti, minori in situazioni di difficoltà familiare, detenuti ammessi alle misure alternative alla detenzione o al lavoro esterno. «Tuttavia», aggiunge l’operatore, «nel corso del tempo le fragilità si sono moltiplicate, non solo a livello legislativo ma anche a livello sociale ed economico. E oggi ci occupiamo, in particolare ma non esclusivamente, di giovani adulti con problemi di salute mentale e migranti fragili. Inoltre, organizziamo attività di fattoria didattica, con l’obiettivo di stimolare l’animazione territoriale e lo sviluppo locale». E, infatti, i tre obiettivi del progetto sono proprio l’inserimento socio-lavorativo, la creazione di una filiera produttiva a chilometro zero e lo sviluppo di un polo didattico volto all’educazione ambientale e alimentare all’interno di un pezzo di agro romano che meriterebbe di essere valorizzato, protetto e vissuto non solo dai romani, ma tutti coloro che attraverseranno la capitale nell’anno del Giubileo.
Cecchina Point, un’alternativa alla strada per i giovani del Terzo Municipio
Sette chilometri più a Sud, lungo la traiettoria del percorso dei pellegrini che percorrono la Via di Francesco, è stato aperto un secondo punto di accoglienza grazie a un accordo tra Parsec Agri Cultura e l’associazione di volontariato SuperAbile. Si tratta del Cecchina Pont, un Centro di aggregazione giovanile inaugurato all’interno di una struttura in disuso nel Parco della Cecchina, tra Via Nomentana e Via della Bufalotta. Il Centro, gestito dall’associazione SuperAbile, ha lo scopo di offrire ai giovani tra i 14 e i 35 anni un’alternativa alla strada attraverso un’ampia gamma di attività gratuite. Ci sono i laboratori di teatro, fotografia e falegnameria insieme ai corsi di swing e capoeira, come anche quelli di orto e freccette. Ma soprattutto è un posto dove i più giovani possono parlare di relazioni, sessualità e affetti oppure confrontarsi sulle loro esperienze di figli di genitori separati o di sibling, cioè fratelli e sorelle di ragazzi e ragazze disabili. «È un luogo sicuro dove fare una chiacchierata amichevole con personale specializzato», sottolinea Andrea Conti, volontario dell’associazione SuperAbile. «Qui ci si può aprire a nuove sensazioni, fare nuove amicizie, conoscere persone o, più semplicemente, rilassarsi». Diciannove anni, studente al primo anno di Scienze Politiche, Andrea ha incontrato il volontariato per caso. «L’associazione SuperAbile propone progetti di alternanza scuola-lavoro nei licei», racconta. «Ed è proprio partecipando a questo percorso che mi sono innamorato delle persone e delle attività che svolgono. Partecipando ai campi di volontariato che SuperAbile organizza in Croazia e in Bosnia, ho capito che questo mondo mi piace e voglio rimanerci». Oggi Andrea dedica al volontariato praticamente sei giorni su sette. Vuol dire che dal lunedì al sabato riserva almeno una mezza giornata agli altri, anche se non è sempre semplice conciliare il volontariato con lo studio. «È un po’ complicato», ammette, «ma trovo sempre il modo di incastrare tutto. Vorrei continuare a lavorare nel sociale, anche in seguito. Aiutare gli altri è ciò che mi rende felice».







