AUTISMO E PARI OPPORTUNITÀ. SE NE È PARLATO IN UN INCONTRO A FORMIA
Organizzato all'istituto professionale Celletti da Liberautismo e Nuovo Orizzonte. Scuola, lavoro e il progetto Pensami Adulto i temi al centro dell'incontro
07 Aprile 2022
L’alunno con autismo deve esser concepito come risorsa, motivo di ricchezza, un plus per tutti i suoi compagni e i suoi insegnanti. Da qui bisogna partire per poter mettere in piedi un sistema virtuoso che coinvolga iniziative tra scuole, associazioni del terzo settore e istituzioni volte a realizzare sempre più efficaci attività di sensibilizzazione. E proprio dalla necessità di sensibilizzare sul tema autismo ha preso le mosse l’incontro organizzato presso l’Istituto Professionale “A. Celletti” di Formia dall’associazione Liberautismo, in collaborazione con la cooperativa sociale Nuovo Orizzonte, lunedì 4 aprile, in occasione della Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo.
Il progetto Pensami adulto
L’incontro è stato utile per discutere degli esiti e degli sviluppi del progetto Pensami adulto, il quale, come ha spiegato la professoressa Anna Buonaiuto, «promosso dall’ISS – Istituto Superiore della Sanità, ha permesso ai ragazzi con autismo di migliorare sia sotto il punto di vista scolastico che sociale.»
Molti sono gli obiettivi perseguiti dal progetto, della durata di tre anni, come, ad esempio, quello di inserire i ragazzi e le ragazze con autismo nel mondo del lavoro. «Al termine del percorso, abbiamo organizzato tirocini lavorativi che, però, a causa del Covid-19, abbiamo dovuto sospendere. Tuttavia, contiamo di riprendere presto queste iniziative. L’obiettivo è creare un mondo di lavoro inclusivo che prepari le future generazioni a rendere il contesto sociale sempre più accogliente e tollerante. Per questo motivo, abbiamo pensato ad un programma di formazione destinato alle varie imprese, così da fornire loro gli strumenti necessari all’accoglienza dei nostri ragazzi», ha aggiunto Buonaiuto.
L’inclusione attraverso la cooperazione
E sull’importanza di incrementare le partnership tra scuole, associazioni e imprese, ha espresso un suo parere anche Anna Pagano, presidente della cooperativa Nuovorizzonte: «Sono emozionata perché questo progetto è la testimonianza che scuola, terzo settore e aziende possono raggiungere grandi obiettivi insieme. Molti ristoranti della zona si sono proposti per ospitare i nostri ragazzi presso le loro strutture e hanno permesso loro di vivere una bellissima esperienza lavorativa». Questo pensiero è stato condiviso anche dall’assessora alle Politiche Sociali del Comune di Formia, Rosita Nervino, la quale ha tenuto ad evidenziare l’ottimo lavoro di cooperazione svolto finora dalle associazioni locali con il Comune di Formia. L’assessora ha inoltre colto l’occasione per rinnovare l’intenzione di costruire sempre più ambiziosi progetti insieme. Pagano ha poi voluto sottolineare il grande lavoro che la sua cooperativa svolge a favore dei ragazzi con neurodiversità: «nella cooperativa abbiamo esperti psico-pedagogici, interpreti e psicologi. Investiamo molto nel personale poiché riteniamo che svolga un ruolo cruciale nel processo di preparazione dei ragazzi con autismo all’ingresso del mondo lavorativo.» E ancora: «organizziamo tantissimi laboratori fra cui quello di teatro e di pasticceria per citarne alcuni. I laboratori sono molto utili poiché ci aiutano a valorizzare le qualità dei nostri ragazzi cercando di migliorare il più possibile i loro deficit.» Quest’anno, fra le molteplici iniziative, la cooperativa Nuovo Orizzonte ha creato un calendario con tutte le foto dei ragazzi impegnati nelle loro attività presso bar, ristoranti, alimentari e altre strutture. Il messaggio che la cooperativa ha voluto lanciare serve proprio a dimostrare quanto questi ragazzi non siano poi così differenti dai cosiddetti “normali”.
Liberautismo e la storia di Lorenzo
L’incontro di lunedì è stato anche motivo di condivisione di storie ed esperienze personali. La referente Progetti e Formazione dell’associazione Liberautismo, Laura de Fabritiis, madre di Lorenzo, un ragazzo autistico, ha voluto raccontare la sua storia: «per far capire il processo che un genitore deve attraversare per metabolizzare e prepararsi ad affrontare il tutto. Fin da quando Lorenzo era molto piccolo, mi sono accorta di qualcosa di strano in lui. Una mamma lo avverte quando suo figlio ha qualcosa che non va. Ho dovuto farmi forza e mi son detta di essere oggettiva e di abbracciare la scienza. Come mi ero dedicata ai miei alunni più bisognosi nella mia carriera scolastica, lo stesso avrei dovuto fare per mio figlio.» Grazie alla tenacia di sua madre, all’equipe psico-pedagogica multidisciplinare (ASL, enti pubblici e privati e associazioni), alla rete con la scuola e al contributo dei volontari del Servizio Civile, Lorenzo è riuscito ad ottenere risultati straordinari e ora pratica diversi sport come paddle, calcio e basket, partecipa a tanti laboratori ed è diventato un ottimo barista. L’attività dei volontari rappresenta un contributo importante nello svolgimento di attività sportive e inclusive volte al benessere e alle autonomie personali e sociali dei ragazzi. Liberautismo nasce, infatti, con lo scopo di aiutare i ragazzi con autismo, ma ha come obiettivo anche e soprattutto il supporto alle famiglie, poiché i problemi e gli impedimenti si riversano proprio sui familiari.
Sul tema è intervenuta all’incontro anche la Dirigenza del Servizio di Salute Mentale dell’ASL di Latina, portando nel dibattito un focus sui problemi di salute mentale che possono svilupparsi nei parenti dei ragazzi con autismo, in un periodo storico in cui la crisi sociale ed economica legata alla pandemia ha contribuito e contribuisce a creare instabilità, anche emotiva.
Dunque, risulta fondamentale superare lo stigma: non si deve avere timore di chiedere aiuto e supporto; non bisogna vergognarsi di portare nostro figlio o nostra figlia al parco a giocare con gli altri bambini. Soprattutto, bisogna intervenire nel più breve tempo possibile così da arginare una escalation del fenomeno di neurodiversità. A tal fine, l’ISS ha stilato alcune linee guida utili per prepararsi al meglio, e soprattutto tempestivamente, ad affrontare questo tipo di situazione.
A conclusione dell’evento, la presidente della Consulta a favore delle persone diversamente abili del Comune di Formia, Franca Masiello, ha tenuto a sottolineare quanto purtroppo non possiamo ancora ritenerci una società altamente inclusiva: sono molti gli ostacoli che i meno fortunati sono costretti ad incontrare nel loro cammino. La politica gioca un ruolo rilevante, ma il terzo settore e le scuole ne svolgono uno ancora più vitale. L’ Istituto Alberghiero di Formia è sicuramente una scuola inclusiva, ma tutte le scuole d’Italia dovrebbero esserlo. Essere inclusivi significa far decidere ad una persona con disabilità quale scuola fare, che sport praticare e che percorso di studi seguire senza barriere sociali. I tirocini lavorativi sono una buona opportunità per i ragazzi, ma quanti di loro vengono poi assunti? Purtroppo i numeri europei sono molto vicini allo zero. Di conseguenza, bisogna rafforzare ancor di più la cooperazione fra pubblico e privato per far sì che questi ragazzi possano raggiungere concretamente pari opportunità.