A-LATA: A PIETRALATA SI FA COMUNITÀ EDUCANTE

A-lata è il progetto di comunità educante di Pietralata selezionato da Con i Bambini. Una comunità educante, pensante, viva, che si svilupperà ascoltando i desideri di bambini e ragazzi

di Maurizio Ermisino

Che cos’è una comunità educante? «In pratica è la scuola fuori dalla scuola. Si tratta di pensare in che modo i ragazzi possano esprimersi facendo leva sui loro desideri, talenti, abilità nascoste, utilizzando strumenti diversi da quelli della scuola». Qualche mese fa Alberto Urbinati, presidente della società sportiva Liberi Nantes, ci aveva anticipato questo progetto. Che ora è realtà. Qualche giorno fa, con la prima riunione della cabina di regia, è stato dato ufficialmente il via ad A-lata, il progetto di comunità educante di Pietralata selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, di cui Liberi Nantes è capofila. Insieme a loro in questa avventura ci sono Progetto Axé Italia, l’Istituto Comprensivo Perlasca, la Parrocchia di San Michele Arcangelo, il Bibliopoint PerlascaPietralata, Arciragazzi Roma, Informadarte – associazione culturale, Tipiattivi, Associazione culturale Feronia. È un piccolo, grande nucleo che crescerà sempre più per diventare comunità educante, pensante, viva. Che si svilupperà soprattutto ascoltando i desideri degli interessati, cioè i bambini e i ragazzi. Ne abbiamo parlato con Ambra Postiglione, Community Manager di Liberi Nantes ASD.

L’importanza dell’ascolto e dei desideri

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Con la prima riunione della cabina di regia, è stato dato ufficialmente il via ad A-lata, il progetto di comunità educante di Pietralata selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile

«La comunità educante era un tema già connaturato nel lavoro fatto da Liberi Nantes a partire dalle riaperture post Covid, con nuove attività dedicate ai bambini e alle famiglie» ci ha spiegato Ambra Postiglione. «Quello che abbiamo raccolto dal quartiere era l’esigenza dei bambini, che erano rimasti al chiuso per molto tempo, di uscire, fare sport, ritrovare la socialità. In quel periodo, mentre noi scrivevamo questo progetto, partì il progetto di doposcuola sportivo. Avevamo già connaturato il concetto di comunità educante: proprio in quel momento il nostro approccio iniziò ad essere, fin da subito, quello di un costante dialogo con tutti quanti gli attori che sul territorio già si occupavano di minori, e a vario titolo mettevano le proprie capacità a servizio della relazione con le famiglie e con i bambini. Lì iniziò il nostro dialogo con la scuola, con le associazioni, mentre cercavamo di mettere nero su bianco un progetto». L’incontro con il Progetto Axé Italia ha fatto fare un ulteriore salto di qualità. «Sono portatori di una modalità di ascolto attivo, basato sul desiderio, sui talenti, sulle esigenze che vengono da lì, dai ragazzini di cui ci occupiamo» ci spiega. «Il cambio di prospettiva è diventato proprio quello: spesso si tende a offrire prodotti, servizi, a inondare i beneficiari di tutta una serie di risposte. Il cambio di prospettiva è invece quello di mettersi in ascolto, che è quello che già avevamo fatto: il doposcuola ed era nato ascoltando la gente del quartiere e chiedendo “che cosa vi servirebbe?”. Con Axè Italia è diventata strutturale l’idea di non servire la comunità educante su un piatto d’argento ma di costruirla insieme». Insieme alle associazioni che sul territorio fanno attività, come corsi di Murales, Street Art e fotografia per gli adolescenti. Ma non solo. «L’idea è stata quella di iniziare a responsabilizzare gli stessi minori e a portare loro stessi ai tavoli di pianificazione territoriale, che spesso si credono dedicati solo alle associazioni» ci spiega Ambra Postiglione. «Invece vogliamo portare i rappresentanti stessi degli adolescenti, dei leader di comunità. Vogliamo portare su questi tavoli quella che è la loro visione, con il progetto a lungo termine di costruire una comunità educante che rifletta non solo il punto di vista di chi intende prendersi cura, ma il punto di vista dei minori stessi. L’importanza dell’ascolto e dei desideri».

Adolescenti: una grossa voglia di prendersi in carico il loro quartiere

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A-lata «diventa un ascolto non solo dei minori che frequentano il campo, ma un’intercettazione di vari angoli del desiderio disseminati lungo il quartiere» 

Le varie associazioni che lavorano a Pietralata in ascolto lo sono già da un po’ di tempo. «Lavoriamo già da un po’ attraverso il doposcuola coi minori e famiglie» ci spiega Ambra Postiglione. «Dietro al doposcuola c’è un salotto di comunità coordinato da una psicologa che ci aiuta a veicolare e catalizzare quelle che sono le sensazioni delle persone che intervistiamo. Il desiderio dei minori ha già prodotto alcuni murales realizzati al campo XXV Aprile con l’associazione Informadarte. Con una serie di riunioni di co-progettazione con i bambini hanno iniziato a costruire dei murales che ora fanno parte del campo XXV Aprile in tutto e per tutto». Grazie al finanziamento di Con i Bambini tutto questo ora diventa un lavoro strutturale. «Diventa un ascolto non solo dei minori che frequentano il campo, ma un’intercettazione di vari angoli del desiderio disseminati lungo il quartiere» spiega la Project Manager di Liberi Nantes. «La cabina di regia del progetto è costituita da sette associazioni. Ci sono rappresentanti di vari punti di Pietralata, il che ci permetterà di ampliare l’ascolto dei minori e di intercettarli in diversi contesti, scolastici ed extrascolastici, attraverso strumenti sportivi ma anche artistici. Quello che noi percepiamo, da parte degli adolescenti è che c’è una grossa voglia di prendersi in carico il loro quartiere. C’è un impegno a trovare e fornire delle risposte».

A-lata e Con i Bambini: rendere concreta un’azione spontanea

Il bando di Con i Bambini risale al 2020 e il progetto è stato costruito anche in questo senso. «Avevamo connaturato già un’idea di comunità educante» ci racconta Ambra Postiglione. «Aver scritto questo progetto ci ha permesso di individuare la giusta cabina di regia per renderlo effettivo, di trovare attraverso Axè una modalità d’ascolto che fosse condivisa. Attraverso questo progetto faremo una serie di formazioni, per condividere una modalità, un linguaggio, un glossario per avvicinarci, tutti con la stessa impostazione legata alla pedagogia del desiderio. Con i Bambini ci ha dato la possibilità di visualizzare e rendere concreta quella che era un’azione spontanea. Poterci mettere attorno a un tavolo e progettarla in maniera strutturata ci ha permesso di chiarire il percorso anche a noi stessi. È bando innovativo, molto di visione, che premia un percorso di formazione costante, di apprendimento continuo anche a noi stessi». «Il cuore della questione è la fiducia di un finanziatore nel fatto che ci sia un percorso che si possa fare insieme» continua. «Non c’è un’ansia di risultato, ma c’è molta attenzione al percorso e al tragitto che stiamo per fare. È un’impostazione che ci mette nella miglior modalità possibile perché ci sia una fase studi e comprensione che possa portare ai risultati più duraturi possibile».

Il Municipio Roma 4 sta già lavorando ai patti di comunità

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Il Municipio Roma 4 sta già lavorando sul percorso dei patti di comunità

Il progetto sarà un percorso in due anni lungo e di ampio respiro. Una prima parte sarà dedicata alla formazione di questa cabina di regia, che guiderà il processo: al centro c’è la scuola, l’istituto Perlasca. «Faremo una serie di tavoli di programmazione in cui cercheremo di coinvolgere nuovi soggetti del territorio che possono essere strategici per l’ampliamento del concetto di comunità educante» ci spiega la Project Manager. «Una cosa interessante che sta succedendo in questo momento è che, quando abbiamo scritto il progetto, di comunità educante se ne parlava poco. Ad oggi abbiamo già partecipato a un tavolo con il Municipio Roma 4 che sta già lavorando sul percorso dei patti di comunità, ha condiviso con noi e con le associazioni del territorio delle linee guida da costruire insieme. Siamo un movimento che ha recepito l’importanza di una comunità educante, di un patto condiviso di responsabilità rispetto ai minori. Anche a livello istituzionale c’è già un movimento che va in questa direzione. Da una parte di saranno i tavoli di programmazione che riuniranno le istituzioni, la scuola, le istituzioni, ma anche i leader di comunità, come nonni e genitori, contemporaneamente ci sarà la relazione diversa con il target, con una serie di percorsi di ascolto attivo, dedicata ai singoli target: bambini, adolescenti, adulti, insegnanti. Il primo anno sarà fatto soprattutto di ascolto, e solo nel secondo anno ci saranno dei percorsi di co-progettazione, si inizieranno a strutturare le prime risposte. La risposta ultima sarà un patto di comunità che condiviso da tutti quanti gli attori in causa».

Pietralata, senso civico e sociale

Tutto questo è possibile anche perché ci troviamo in un quartiere come Pietralata. «La caratteristica di Pietralata è quella di avere una pluralità di realtà, associazioni e persone seriamente impegnate, piene di senso civico e sociale» ci racconta Ambra Postiglione. «L’universo di Pietralata raccoglie un’enormità di piccole grandi realtà che già si occupano in maniera molto fruttuosa di sociale e di responsabilità nei confronti della comunità. E questo grande senso di comunità di Pietralata va semplicemente raccolto. È un territorio molto ricco di iniziative, interessi, competenze. E la possibilità di creare un tessuto con quello che già è antico nel quartiere credo sia una grossa forza».

Immagini Liberi Nantes

 

A-LATA: A PIETRALATA SI FA COMUNITÀ EDUCANTE

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