MIGRANTI, ASTALLI: INTERVENIRE SU POLITICHE DI ACCOGLIENZA E SU INTEGRAZIONE

Ne sottolinea l'urgenza il Rapporto Annuale 2024 del Centro Astalli. «I dati sull’inclusione sociale esprimono con chiarezza peculiarità e difficoltà dei migranti forzati a Roma nel 2023»

Su 22 mila persone immigrate e rifugiate che lo scorso anno si sono rivolte al Centro Astalli, servizio dei gesuiti per i rifugiati, ben 11mila – la metà – si trovava a Roma, una delle sedi principali della rete territoriale che conta 8 centri in tutta Italia: oltre alla Capitale, Bologna, Catania, Grumo Nevano, Palermo, Trento, Vicenza e Padova. Presso la mensa di Via degli Astalli, tra le centralissime piazza Venezia e Largo Argentina, nel 2023 sono stati distribuiti 67.231 pasti. «Colpisce con forza l’aumento dei pasti distribuiti, che sfiora le 70mila unità (erano poco più di 46mila nel 2022) e quello registrato dalle frequenze degli accessi a mensa, segni evidenti del ruolo avuto dall’inflazione e dai rincari sui beni di prima necessità». E fra le centinaia di volontari che donano gratuitamente il loro tempo, figurano «italiani, stranieri, o seconde e terze generazioni di migranti in Italia e anche rifugiati, che desiderano impegnarsi per una società più aperta e più giusta». Lo evidenzia il Rapporto annuale 2024, presentato il 18 aprile a Roma presso la Curia Generalizia della Compagnia di Gesù e giunto alla sua 23a edizione.

A Roma numeri della fragilità in crescita, con un’aumentata presenza al femminile

Centro Astalli
«La maggiore presenza delle donne, rispetto allo scorso anno, è trasversale a tutti i servizi: in questa prospettiva si colloca la rilevanza di donne ucraine, spesso con uno o più figli a carico»

«I dati restituiscono il persistere di situazioni di precarietà e di fragilità che caratterizzano le vite dei migranti forzati a Roma. Non è quindi un caso se i nuovi tesseramenti presso l’accettazione siano aumentati considerevolmente (+39%), così come è in crescita il numero di persone che si sono recate alla mensa di Via degli Astalli (+25%) e all’ambulatorio (+48%). La maggiore presenza delle donne, rispetto allo scorso anno, è trasversale a tutti i servizi in particolare all’accettazione (da 110 a 257) e a mensa (da 167 a 357): in questa prospettiva si colloca la rilevanza di donne ucraine, generalmente con uno o più figli a carico, che hanno costituito una delle principali nazionalità nei differenti servizi», sottolinea il Rapporto. «Lo stato generale di fragilità trova un ulteriore riscontro nelle quasi 10mila visite mediche, di base e specialistiche presso il SaMiFo – centro per la Salute dei Migranti Forzati – (+15% a fronte di un’utenza aumentata solo dell’1,6%). 463 persone, per circa la metà nuclei familiari di origine afgana, hanno ricevuto un sostegno economico da parte dell’Elemosineria apostolica della Santa Sede per il rilascio del primo permesso di soggiorno».

Centro Astalli: le vulnerabilità multiple esigono una riflessione urgente

Nel 2023 il Centro Astalli ha accolto 235 persone, equamente ripartite tra uomini e donne (nel 2022, invece, c’era una leggera prevalenza di donne), con un’età media che ricade per il 58% del totale nelle fasce 18-29 e 30-39 anni. «In aumento anche i minori (29% del totale). Se quelle nigeriana, somala, afgana e siriana si confermano le nazionalità più rappresentate, il 2023 porta la novità di quella ucraina», informa il Rapporto. «Le vulnerabilità di carattere sanitario complesse, unite a quelle legate a disabilità o a patologie terminali, rappresentano quasi il 28% del totale. Si tratta di condizioni che influenzano i percorsi di accompagnamento, richiedendo spesso un ripensamento degli spazi a disposizione e delle risorse umane, compresi i volontari, da impiegare nelle accoglienze. Le vulnerabilità, spesso multiple, di cui sono portatrici le persone rifugiate sollevano preoccupazioni cruciali ed esigono una riflessione urgente sulle politiche di accoglienza e sui percorsi di integrazione da attivare».

La situazione dei migranti resta di precarietà generale

Centro Astalli
padre Ripamonti: «Molte realtà, tra cui fondazioni ed enti privati, ci hanno sostenuto nella realizzazione di attività a favore dei rifugiati»

I dati sull’inclusione sociale esprimono «con chiarezza peculiarità e difficoltà dei migranti forzati a Roma nel 2023. La scuola di italiano è stata frequentata da 200 studenti, per la maggioranza donne. Tra le 42 nazionalità si è registrata un’importante presenza di studenti da Mali e Perù (8,5% ciascuna). Per quanto riguarda i titoli di studio ottenuti nel Paese di origine, rispetto allo scorso anno, a fronte di un netto aumento di persone con istruzione superiore (da 61 a 138) e alla diminuzione di coloro senza titolo di studio (calati da 42 a 14), si registra una diminuzione dei laureati e di chi ha un titolo di istruzione primaria e secondaria di primo grado». Inoltre le persone che si sono recate allo sportello lavoro «sono in aumento (+8%), con un sensibile incremento di donne. Il numero di persone che si sono rivolte al servizio di orientamento e accompagnamento sociale è cresciuto quasi del 12%. Colpisce il numero di donne (passate da 251 a 420) e l’incremento dei nuclei monoparentali (da 80 a 100). A conferma della precarietà generale che interessa i migranti, si registra un aumento delle persone titolari di permessi di soggiorno di lungo periodo (passati da 25 a 68) e il numero delle erogazioni che hanno riguardato prevalentemente, oltre al sostegno all’abitare, le spese mediche e i trasporti. Nell’ambito del contrasto al divario digitale, oltre alle richieste per la residenza virtuale e per la tessera sanitaria, molte quelle per gli abbonamenti agevolati e per il bonus trasporti (27%)». Ben 18 i progetti realizzati solo a Roma, «con un focus sulla formazione e sul rafforzamento dell’inserimento lavorativo. Molte realtà, tra cui fondazioni ed enti privati, ci hanno sostenuto nella realizzazione di attività a favore dei rifugiati, permettendoci di integrare le convenzioni in essere con il servizio pubblico, di sostenere direttamente le persone in difficoltà con sussidi specifici, ma anche di sperimentare percorsi nuovi», ha puntualizzato il gesuita padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli. Oltre alle preziose testimonianze che punteggiano le pagine, il racconto fotografico del Rapporto «è un percorso tra i volti e le storie di alcuni uomini e donne rifugiati accolti e accompagnati» dal Centro Astalli a Roma. Gli scatti che li ritraggono sono stati realizzati dal fotogiornalista Francesco Malavolta.

A questo link il Rapporto 2024 del Centro Astalli. Immagini Francesco Malavolta

 

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