RIFUGIATI UCRAINI: DALL’UE LA PROPOSTA DI PROTEZIONE TEMPORANEA

Una direttiva europea facilita l'accoglienza. E il Governo italiano sembra disposto a fare la propria parte

Sono già oltre 500mila i rifugiati ucraini negli Stati che confinano con  il Paese, soprattutto Polonia, Romania, Slovacchia e Ungheria. Ma secondo le stime la guerra fra Russia e Ucraina potrà arrivare a produrne 4 milioni, e determinare 7 milioni di sfollati interni. Una catastrofe umanitaria che mai come ora tocca direttamente l’Unione Europea. Che apre le porte: «Li accoglieremo a braccia aperte», ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von Der Leyen. E che domenica ha riunito in via straordinaria il Consiglio Ue dei Ministri degli Interni.

Sul tavolo, fra l’altro, la proposta della Commissione di attivare la direttiva di protezione temporanea per i rifugiati ucraini. «Per dare la giusta protezione a chi fugge dal conflitto e la libertà di muoversi nell’Ue», ha sottolineato Ylva Johansson, svedese, Commissaria europea agli Affari Interni.

La direttiva

Si tratta di una direttiva approvata nel 2001 in seguito alla guerra nei Balcani, ma mai applicata, né per la crisi siriana né per quella afghana. Nei fatti consente quasi automaticamente diritti simili a chi ha lo status di rifugiato, senza però in questo caso dover applicare il principio del primo approdo stabilito dal regolamento di Dublino III (la richiesta va fatta cioè nel paese in cui si arriva). Perché fra Unione Europea e Ucraina vige dal 2017 una liberalizzazione dei visti, quindi chi entra, ed è dotato di un passaporto biometrico, può andare dove vuole: entro 90 giorni – e si tratta di capire che cosa succederà dopo il novantesimo giorno.

La direttiva è una procedura eccezionale. Definisce standard minimi per la protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di cittadini di Paesi terzi sfollati, che non possono rientrare e la «promozione dell’equilibrio degli sforzi fra gli Stati che ricevono gli sfollati», ma in sé non prevede quote obbligatorie. La disponibilità di accoglienza dei singoli Paesi membri rimane dunque su base volontaria. La durata della protezione è di un anno, rinnovabile per due in caso di persistenza dei motivi e non pregiudica la possibilità di chiedere protezione internazionale.

«C’è un ampio sostegno tra i ministri sull’applicazione della direttiva», ha detto Johansson al termine del Consiglio straordinario, anche se alcuni governi, fra cui non a caso proprio Polonia e Ungheria, tendono a frenare e chiedono un supplemento di analisi.

L’accoglienza

Intanto, il Consiglio Ue dei ministri dell’Interno si riunirà nuovamente giovedì 3 marzo per decidere, anche su un pacchetto complessivo di misure fra cui è probabile un consistente stanziamento economico a supporto dell’accoglienza dei rifugiati. Il nostro Paese è pronto fare la sua parte: «Per me la solidarietà è stato sempre un punto fermo della nostra agenda europea e a maggior ragione ora daremo la massima solidarietà a un popolo che sta soffrendo. L’Italia sarà tra i Paesi» ad applicare questo principio, «anche con redistribuzione sui nostri territori», ha evidenziato il ministro dell’interno italiano Luciana Lamorgese.  Mentre i ministri per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti e degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale Luigi Di Maio hanno annunciato di essere impegnati per «attivare corridoi speciali per i minori orfani, perché al più presto e in sicurezza possano raggiungere il nostro Paese».

E ieri, in Consiglio dei Ministri, il governo ha dichiarato lo stato di emergenza fino al 31 dicembre 2022 «per assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale», stanziato 10 milioni di euro per rafforzare l’accoglienza ai profughi e stabilito un incremento di 16mila nuovi posti nel sistema italiano. Ha inoltre disposto che «i rifugiati ucraini vengano ospitati nei Centri di accoglienza straordinaria anche indipendentemente dal fatto che abbiano presentato richiesta di protezione internazionale».

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