UCRAINA, ANDREA CISTERNINO: «HO VISTO SOLDATI PIANGERE PER UN CANE»

Andrea Cisternino ha costruito un rifugio con oltre 400 animali salvati da maltrattamenti e sequestri vicino Kiev e durante la guerra è rimasto con loro. Il 19 marzo sarà al Circo Massimo a Insieme per il bene comune – Good Deeds Day

«Ho visto dei soldati piangere, quando hanno rivisto il loro cane». Capita anche questo, nella durissima guerra in Ucraina. È una delle tante storie che ci ha raccontato Andrea Cisternino, un attivista che ha scelto di dedicare la sua vita agli animali. Da anni ha costruito una struttura per animali, un rifugio con oltre 400 animali di ogni specie a 30 km da Kiev, salvati da situazioni di maltrattamento e sequestri. Si chiama Rifugio Italia Kj2, e non si è fermato neanche di fronte alla guerra. Anzi, in una situazione di pericolo che ha reso ancora più gravi certe situazioni, il suo rifugio è diventato un punto di riferimento e di salvezza per tanti animali. Andrea Cisternino ha raccontato la sua storia, una di quelle che ci fanno avere ancora fiducia nel prossimo, in un libro, Non per coraggio ma per amore. La mia storia sotto le bombe con 400 animali da salvare, edito da Piemme, ricordando gli orrori della guerra, ma anche le commoventi storie di soldati ucraini che continuano a portare da lui i propri animali per chiedere di accudirli sperando di tornare a riprenderli o dei soldati che, in prima persona, con coraggio, salvano gli animali. La sua esperienza diventerà anche un documentario. Andrea Cisternino sarà presente domenica 19 marzo al Circo Massimo per l’ottava edizione di Insieme per il bene comune – Good Deeds Day – la manifestazione organizzata da CSV Lazio in collaborazione con l’Acea Run Rome the Marathon 2023 – nello stand di Animal Aid Italia, associazione attiva nella tutela del diritto alla vita di tutti gli esseri viventi, umani, animali e vegetali, una delle oltre 100 organizzazioni che accoglieranno al loro arrivo i runner della SN4IFUN Run, la Stracittadina promossa da Roma Capitale e animeranno la giornata con attività, laboratori, sport per grandi, bambini e amici a 4 zampe.

Quali cani? Io non vedo cani

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Per il suo impegno contro i dog hunter, Andrea Cisternino ha ricevuto il premio Agenda Rossa Paolo Borsellino

Andrea Cisternino ha lavorato per anni come fotografo di pubblicità e di moda. Nel 2008 conosce Vlada, una ragazza che porta in Italia i bambini di Chernobyl, e la sposa a Kiev nel 2009. Decide di andare a vivere con lei, di fare delle foto di moda in Ucraina, e così va ad abitare a Kiev. È qui che scrive il suo primo libro, Randagi (vol. 1): Storie di uomini e animali, nato girando per le strade di Kiev e vedendo i clochard che si toglievano il pane di bocca per dar da mangiare ai loro cani. «Ho messo a confronto queste due figure per dire nel momento del bisogno siamo tutti uguali», commenta Andrea Cisternino. Andrea, però non sapeva una cosa: in Ucraina stavano uccidendo centinaia di randagi in vista degli Europei del 2012. È una volontaria di un canile ad aprirgli gli occhi: «Sei come tutti gli stranieri, venite e andate via, intanto in nostri cani continuano a morire». Andrea risponde: «Quali cani? Io non vedo cani». Andrea comincia a documentare questa strage di cani, porta fuori dall’Ucraina foto e video che, evidentemente, non dovevano uscire, e viene perquisito di continuo. Denuncia la Uefa e il suo presidente Michel Platini. «Non mi hanno mai querelato», commenta Cisternino. «La cosa non piacque al governo ucraino, dissero che portavo fuori un’immagine sbagliata dell’Ucraina».

Dog hunter

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Anche grazie all’azione di Andrea Cisternino in Ucraina l’animalismo ha fatto importanti passi in avanti

Ma le cose vanno ancora peggio quando in Ucraina arrivano i dog hunter, i cacciatori di cani. I primi dalla Russia, poi si diffondono nella stessa Ucraina. I dog hunter hanno un sito nel quale pubblicano le mappe dei luoghi dove si trovano i cani randagi per ucciderli, vanno, in TV, si vantano delle loro azioni. Vengono denunciati, ma sono molto vicini alla polizia locale. Il governo dà vita a una campagna terroristica, falsa, che Andrea riesce a smontare. Così decide di combatterli sul loro terreno. «Andai alla tv ucraina a dire: “voi mandate in televisione criminali che dovrebbero andare in galera”» ci racconta Andrea. «Arrivarono le minacce di morte e ricevetti una scorta». Grazie a questa attività nel 2013 riceve il premio Agenda Rossa Paolo Borsellino.

Il rifugio

Di qui la decisione di costruire un rifugio, un simbolo, per dimostrare che non occorre per forza ammazzarli in modo orribile gli animali; per mostrare alla Uefa che aveva incassato un sacco di soldi per realizzare dei canili  – «avevo speso 8mila euro, una cifra ridicola», commenta -; che dei rifugi di possono davvero fare. Andrea Cisternino inizia così a salvare dei randagi: ud un certo punto, nel rifugio, ce ne sono 96. Purtroppo, però, si mette contro alcuni paesi vicini, che non capiscono il senso del suo lavoro, finché, il 12 aprile 2015, nel giorno della Pasqua Ortodossa, qualcuno dà fuoco al rifugio. Muoiono 70 cani e una gattina. Dopo 4 giorni Andrea e i suoi ricostruiscono da capo. Poi qualcuno gli chiede di salvare una vitella, Margaux e così Andrea inizia a salvare animali dai macelli, dai ristoranti. Oggi il rifugio conta circa 430 animali, tra cavalli, mucche, pecore, capre, tacchini, galline, cani e gatti. Con il tempo, intanto, l’animalismo in Ucraina inizia a prendere piede; iniziano a passare provvedimenti legislativi importanti e oggi, chi uccide cani e gatti in modo violento incorre nel carcere, fino a otto anni. E molti dog hunter sono finiti in galera.

La guerra

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«La mattina del 24 febbraio sono arrivati i primi caccia russi.  Siamo stati 40 giorni sotto le bombe»

Arriviamo all’anno scorso. Sono in giorni in cui Putin dice di non voler invadere l’Ucraina. Ma nessuno si fida. I sentori di guerra sono forti. E così Andrea e i suoi iniziano a fare scorte. «Se scoppierà questa guerra io resterò», pensa subito Andrea. «Non potevo abbandonare anni di lavoro, i miei animali, le persone con cui lavoro. Avrei potuto andarmene ma sarei stato un codardo», racconta. «La mattina del 24 febbraio abbiamo sentito dei rumori: sono arrivati i primi caccia russi.  Il rifugio è vicino al passaggio dalla Bielorussia. Abbiamo subito il primo attacco con bombardamenti violenti, Ho cominciato a sentire i tuoni che sentivo nei film di guerra. Siamo stati 40 giorni sotto le bombe, occupati dai russi, con i carri armati accanto al rifugio. Quando le scorte non bastavano più abbiamo iniziato a toglierci il cibo per sfamare i cani. Ho perso 12 chili. Per fortuna, il 2 aprile i russi si sono ritirati e sono arrivati i primi soccorsi con i rifornimenti».

Una vittoria

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Andrea Cisternino sarà al circo Massimo il 19 marzo per Insieme per il bene comune – Good Deeds Day, nello stand di Animal Aid Italia

L’attività di Andrea Cisternino, in tutti questi anni, è comunque una vittoria, Gli ucraini hanno cambiato il loro modo di trattare gli animali. Prima li consideravano spazzatura, ora sono i loro compagni di vita. Quando scoppia la guerra, alcuni li portano con loro, altri li affidano al rifugio prima di scappare. Ci sono anche dei cavalli: una è incinta e, dopo qualche giorno, nasce Vika. Una puledrina che porta fortuna: due giorni dopo i russi si ritirano. Ci sono cani che scavano sotto i cancelli per paura dei bombardamenti ed entrano nel rifugio, altri vengono portati dai soldati ucraini prima di andare a combattere.  Sono tante le storie dei soldati ucraini che hanno salvato animali, come Ivan, che si è buttato nelle acque di un lago per salvare un capriolo in difficoltà, o un gruppo di soldati ucraini che hanno iniziato ad accudire bisonti. mufloni, cervi, daini, una cavalla della riserva in cui vivono dopo la fuga dei custodi. Così ora dei soldati stanno sfamando animali, aiutati da Andrea e dal rifugio. Ed ora che sono dovuti partire per il fronte, altri ne sono arrivati. In Ucraina ci sono sempre più checkpoint, dove si fermano tanti randagi che vengono gestiti direttamente dai soldali, ai quali vengono portate crocchette dal rifugio. In uno di questi, c’era una femmina che non stava bene: «L’abbiamo portata in clinica, dove ha subito due operazioni» racconta Andrea. «Dopo 15 giorni l’ho portata nello stesso checkpoint e, quando i soldati hanno visto che stava bene, hanno avuto una reazione forte. Ho visto i soldati piangere, li ho sentiti chiamarla per nome. Mi hanno detto: “non lasciarla da noi, portala al tuo rifugio. Qui non è sicuro”».

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andrea cisterninoAndrea Cisternino
Non per coraggio ma per amore.
La mia storia sotto le bombe con 400 animali da salvare
Edizioni Piemme, 2022
pp. 160 , € 17

UCRAINA, ANDREA CISTERNINO: «HO VISTO SOLDATI PIANGERE PER UN CANE»

UCRAINA, ANDREA CISTERNINO: «HO VISTO SOLDATI PIANGERE PER UN CANE»