VITERBO, ECOSOFIA 2023: LA FELICITÀ DEL VIVERE LENTO

Si è svolta a Viterbo la seconda edizione di Ecosofia, alla scoperta dei valori della generatività e del tempo. Per Becchetti amministrazione condivisa e comunità energetiche i vettori di un cambiamento sostenibile

Sabato 17 Giugno si è svolta a Viterbo la seconda edizione di Ecosofia, evento culturale organizzato dall’associazione giovanile La Via-Aps, nata con l’obiettivo di valorizzare le relazioni umane e di promuovere la consapevolezza ambientale come fattore fondamentale per risvegliare la coscienza collettiva. Rispetto alla prima edizione di Ecosofia, incentrata sull’ambiente e la salute, la seconda edizione ha posto l’attenzione sul concetto di slow life, che si contrappone all’idea di una vita frenetica, al fast fashion e al fast food.
Il moderatore dell’evento, il presidente dell’associazione, Marco Sanna, ha guidato i due relatori, il professor Leonardo Becchetti – docente di Economia politica all’Università Roma Tor Vergata, co-fondatore di Next e direttore del Festival nazionale dell’Economia civile – e l’antropologo Enrico Petrangeli, che hanno esplorato il concetto di slow life dal punto di vista dell’economia sociale e della coesione sociale. Come lo stesso Becchetti ha evidenziato, l’economia sociale è una scienza volta a massimizzare la felicità delle persone. Secondo recenti studi, sette sono le variabili che influenzano la felicità delle persone nel World Happiness Report, tra cui la salute e la libertà di scelta, ma la variabile più significativa è la generatività. Quest’ultima rappresenta il nostro termometro interno: quando ci sentiamo coinvolti in qualcosa che ha un futuro, siamo felici.

Verso un cambiamento sostenibile

Ecosofia
Un momento di Ecosofia-Slowlife 2023

Il futuro, ha sottolineato Becchetti durante il dibattito aperto, è minacciato da tre grandi problemi: l’ambiente, le diseguaglianze (considerando che produciamo oltre 20 miliardi di tonnellate di cibo per una popolazione di 7 miliardi di persone) e la povertà (anche culturale). La soluzione a questi quattro mali è un cambiamento dell’economia basato su quattro punti fondamentali: riconoscere l’uomo non solo come homo oeconomicus, ma come essere umano capace di coltivare le relazioni e l’empatia reciproca, creando relazioni basate sulla fiducia reciproca, che si conquista attraverso lo scambio di doni; considerare, da parte delle imprese, l’impatto sull’ambiente, evitando di adottare un atteggiamento  ambientalista di facciata, ma preservando attivamente la biodiversità; utilizzare gli indicatori appropriati per misurare le azioni che intraprendiamo. L’indicatore chiave è la generatività, che può essere valutata attraverso la longevità, l’impegno civico e la percentuale di giovani Neet. infine, utilizzare il potere del portafoglio per fare scelte consapevoli: siamo noi, ha sottolineato Becchetti, che, attraverso le nostre scelte di acquisto, influenziamo l’attività politica ed economica. In questo senso il professore ha ribadito come sarebbe possibile affrontare le fragilità se, chi ne avesse le possibilità, facesse scelte consapevoli. Vettori principali in questa azione verso un cambiamento sostenibile sono l’amministrazione condivisa e le comunità energetiche (in Italia se ne contano oltre 60). La condivisione delle migliori pratiche e la creazione di politiche rispettose di tali principi rappresenta un grande passo avanti nella lotta contro il tempo che minaccia la sopravvivenza dell’umanità sulla Terra.

Quale tempo determinerà il nostro futuro?

Nella seconda parte dell’evento, è intervenuto l’antropologo Petrangeli, che ha approfondito il concetto di tempo, evidenziandone la natura sia veloce che lenta, a seconda della prospettiva di chi lo percepisce. Nella società attuale, la velocità è diventata un valore predominante, indipendentemente dalla qualità delle azioni compiute. Come sosteneva il poeta Petrarca, “Solo et pensoso i più deserti campi vo mesurando a passi calmi e lenti”. Il professor Pietrangeli ha considerato anche le concezioni di tempo di Levi-Strauss e di Andre le Roi Geran, evidenziando che ognuno di noi vive tempi dilatati e tempi ristretti, contemporaneamente o a intervalli. Il tempo è sia un’istituzione sociale, considerato come una risorsa, sia una qualità oggettiva. Questa visione ha portato all’utilizzo efficiente del tempo, esaltando la velocità e promuovendo la realizzazione continua di programmi. Durante l’evento, non sono mancate domande rivolte ai relatori riguardo a come affrontare lo scetticismo e i bias cognitivi che spesso ostacolano il cambiamento. Si è anche discusso della differenza tra beni di comfort e beni di stimolo, approfondendo l’importanza di fare scelte consapevoli in linea con una visione sostenibile. Infine, un’ultima domanda ha chiuso l’incontro in modo suggestivo: tra i vari approcci al tempo, religioso, scientifico, filosofico, sociologico e capitalistico, quale sarà il tempo che determinerà il nostro futuro?

Immagini La Via-Aps

 

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