GIORNATA DELLA LENTEZZA 2017: RISCOPRIRE LA BELLEZZA DI RIPRENDERSI IL PROPRIO TEMPO

Iniziative in tutta Italia per la giornata lanciata dall'associazione Vivere con Lentezza. Per riconquistare tempo, ma anche diritti e relazioni

«Ci sono molte cose che puoi comprare, l’unica cosa che non potrai ottenere è il tempo» (Nicole Kidman, attrice); «Il tempo è la cosa più preziosa che un uomo possa spendere» (Teofrasto, filosofo greco); «Ma il tempo, il tempo, chi me lo rende? Chi mi dà indietro quelle stagioni…» (Francesco Guccini, cantautore).

Queste sono probabilmente solo alcune tra le più belle citazioni sul valore del tempo. Tanti si sono interrogati sulla sua importanza, almeno quanti si dimenticano come sia importante il tempo. A ricordarcelo ci pensa, come da una decina d’anni anni a questa parte, la Giornata della Lentezza 2017, che si svolgerà lunedì 8 maggio: un invito a riscoprire quanto sia bello riprendersi il proprio tempo, la cosa più importante che ognuno di noi possiede.

Le iniziative della Giornata della Lentezza 2017

La Giornata della Lentezza 2017 partirà da Padova con una pedalata acquatica, alla quale parteciperà il fondatore dell’associazione Vivere con Lentezza Bruno Contigiani con Vo.Ra.Be (voga, rama e bevi). La Giornata, organizzata dall’associazione Vivere con Lentezza, con questa iniziativa invita le persone a riprendersi il proprio tempo, ad ascoltarsi e a connettersi con sé stessi, con gli altri e con l’ambiente. L’evento riguarderà diverse città sia in Italia che all’estero: da Milano a Matera, da Venezia a New York. E ancora Pavia, Piacenza, Ferrara, Lodi, Padova, ecc. Tutti gli eventi hanno un comune denominatore: dimostrare che è possibile affrontare «con un passo differente la vita di tutti i giorni».

A Milano, grazie a una collaborazione con il Politecnico e l’Università Cattolica ci sarà un appuntamento sulla Sharing Economy, cui hanno aderito diverse associazioni che si riconoscono nella “filosofia della Lentezza” e nei “14 comandalenti” di Vivere con Lentezza.

giornata della lentezza 2017
La giornata della lentezza è organizzata dall’associazione Vivere con Lentezza (foto dal sito)

Ricordiamo che Vivere con Lentezza è un progetto nato nel 1999 tra Pavia e Milano. Nel 2005 la nascita dell’associazione, che dal 2013 è Onlus di diritto. Lo spirito di Vivere con Lentezza, si legge in una nota, «è quello di ricercare nuovi modi di vivere meglio, basandosi su un principio di necessità di rallentamento dei ritmi di vita, per capire dove stiamo andando e dove vogliamo andare». L’associazione Vivere con Lentezza è anche attiva nel sociale: in India lavora a progetti di scuole nelle baraccopoli di Jaipur con bambine e bambini di strada, mentre nelle case circondariali di Pavia e Piacenza, l’associazione opera con gruppi di lettura ad alta voce e alla preparazione di periodici scritti dai detenuti».

«La Giornata della Lentezza», dichiara Contigiani nella nota, «è un invito gioioso a rallentare, a non essere preda della frenesia. Ma nonostante ciò affronta un tema molto serio: l’indifferenza e il distacco dalla realtà, che il correre senza freni comportano, trasferendoci in una realtà amplificata, dove in luogo di stare con gli amici, inforchiamo gli occhiali virtuali. Fermarsi e rallentare, fa bene non solo al cuore, ma anche alle nostre relazioni, agli affetti, a riconnetterci con noi stessi, gli altri e l’ambiente. Proviamoci, con leggerezza, non sarà una resa», conclude, «ma una pausa per una felice ripartenza».

Così crescono frenesia e competitività

Lo sanno bene i lavoratori di molti Paesi del mondo, costretti a turni massacranti per stipendi miseri da parte di capetti miserevoli. Una Giornata della Lentezza 2017 servirebbe anche agli operai cinesi, il cui sudore regala al proprio Paese crescite di Pil strabilianti: pare che nel 2017 il Pil cinese crescerà del 6,9%, mentre in Italia siamo costretti a ragionare sullo “zero virgola”.

Nel nostro Paese i lavoratori vedono un arretramento del loro ruolo sociale: la globalizzazione li costringe a dare sempre di più. Da loro si pretende sempre più tempo e più qualità, nessuno si interroga sul loro benessere o si chiede se siano felici. In un mondo dove gran parte del lavoro umano va scomparendo a favore delle macchine, sembra che i lavoratori siano sempre più trattati alla stregua dei robot. Degli automi a cui è vietato manifestare sentimenti, che siano buoni o cattivi.

La voglia di stare con la propria famiglia nei sacri giorni di Pasqua e Santo Stefano: questo hanno gridato a gran voce i dipendenti dell’Outlet di Serravalle pochi giorni fa. Quattrocento braccia incrociate per far capire alla multinazionale McArthurGlen che non può esistere solo il lavoro, per quanto importante, nella vita di una persona. Su 250 negozi solo 4 hanno aderito allo sciopero dei sindacati, ma non è stato un fallimento, come si sono affrettate a scrivere diverse testate giornalistiche vicine all’establishment italiano. Restare chiusi avrebbe voluto dire, per i proprietari dei negozi, beccarsi una multa da quasi 5mila euro: parecchi evidentemente non se la sono sentita.

«Hanno un bel coraggio a chiamarlo fallimento, il risultato lo abbiamo ottenuto. Ora la gente conosce la realtà del lavoro nei centri commerciali, alcuni politici si sono accorti di noi», ha detto al quotidiano “La Stampa” Cristina Vignolo, responsabile Fisascat Cisl di Alessandria. «Non deve passare l’idea che i lavoratori protestano perché non vogliono lavorare la domenica o i festivi», ha sottolineato la Vignolo. «Protestano perché non hanno scelta. Sono figlia di un commerciante, mia madre non la vedevo mai alle feste, ma era una scelta sua. Qui non si sceglie, si è obbligati con il ricatto del lavoro: o fai così o non ti rinnoviamo il contratto». E ovviamente tanti dipendenti hanno contratti a chiamata o interinali, nonostante nell’Outlet ci siano marchi che fatturano migliaia di euro al giorno.

È innegabile che il capitalismo sfrenato nel nostro Paese abbia portato anche a un arretramento dei diritti dei lavoratori, come ben dimostra la cancellazione dell’art.18. Una delle richieste dei sindacati, attualmente, è quella di rivedere la liberalizzazione degli orari di lavoro introdotta nel 2011 dal governo Monti con il Decreto Salva Italia.

giornata della lentezza
Lo stress da lavoro costa 3 miliardi l’anno

Siamo sicuri che basti? Macché! Quando in Cina lavorano 13 ore al giorno e tu devi competere con loro, capisci che qui da noi è necessario ripensarlo proprio il mondo del lavoro. Nel nostro Paese, secondo dati di questi giorni, abbiamo 3,1 milioni di disoccupati. Parallelamente, secondo uno studio del 2015 della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso), lo stress da lavoro ci costa 3 miliardi l’anno con 30 milioni di assenze per malattia. Allora una soluzione a questi problemi potrebbe essere rappresentata da una diminuzione dell’orario lavorativo settimanale, da 40 a 20 ore: lavorare meno, ma lavorare tutti…E perché no, far sì che un evento come la Giornata della Lentezza 2017 si svolga più volte l’anno. Ma forse, con una riduzione dei ritmi lavorativi, non sentiremmo neanche il bisogno di un simile evento.

La ricchezza si concentra sempre più nelle mani di pochi, nonostante siano aumentati i ritmi lavorativi di molti. Ma anche se la ricchezza fosse diffusa, la nostra felicità, oltre un certo PIL, probabilmente non aumenterebbe. È il “paradosso della felicità”, una nozione introdotta nel 1974 dall’economista Richard Easterlin. Lo sostengono anche ricerche recenti, come “Le Origini della felicità”, condotta dall’economista e politico inglese Richard Layard. Secondo l’ex consigliere di Tony Blair e Gordon Brown, «eliminando la depressione e l’ansia si ridurrebbe la miseria del 20% rispetto ad appena il 5% di quello che si ottiene, come fanno i politici, a concentrarsi sulla riduzione della povertà», perché «la maggior parte delle miserie umane possono essere riconducibili a relazioni fallite o a malattie fisiche mentali, piuttosto che a problemi di soldi o povertà».

Giornata della Lentezza 2017, economia della felicità, sostenibilità (green economy): tanti concetti simili per ripensare il nostro modo di vivere. Se il presente non ci piace, e forse non ci piace se abbiamo pensato a simili concetti alternativi allo statu quo, allora dobbiamo impegnarci a cambiarlo.

 

GIORNATA DELLA LENTEZZA 2017: RISCOPRIRE LA BELLEZZA DI RIPRENDERSI IL PROPRIO TEMPO

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