MONTEROTONDO. PER GLI HOMELESS UN CENTRO, MA SOPRATTUTTO AMICIZIA

Il Centro emergenza freddo è punto di snodo dei percorsi che i volontari della Comunità di Sant'Egidio propongono. Mettendo al centro le relazioni

Da alcuni anni a Monterotondo è aumentato il numero dei senza fissa dimora, che stazionano prevalentemente nella zona dello scalo e nell’area della stazione ferroviaria. Vivono in strada, in rifugi di fortuna, in baracche nella campagna; alcuni di loro sono dipendenti dall’alcol, che nel freddo inverno sembra essere l’unico modo per scaldarsi. Alcuni, in questo ultimo anno, non sono sopravvissuti a queste dure condizioni di vita.

 

centro emergenza freddo a MonterotondoUn rapporto di amicizia

La presenza di queste persone è silenziosamente monitorata dai volontari della Comunità di Sant’Egidio: da tempo, infatti, cercano di costruire un rapporto di fiducia con loro anche attraverso la distribuzione della cena 2 volte la settimana. La consegna del pasto diventa occasione per una chiacchierata, durante la quale si cerca di capire chi sono queste persone, cosa fanno, come vivono, quali sono le loro condizioni di salute. Si tratta quindi di un rapporto di amicizia che li aiuta ad uscire dalla condizione di invisibilità e a riacquistare la loro dignità. Tutto ciò poi costituisce un’analisi del bisogno necessaria per attivare, lì dove serve, la rete dei servizi sul territorio.

Un lavoro, questo dei volontari, fatto con precisione e puntualità: non si salta mai un giorno, è per tutti un appuntamento fisso, ci si aspetta, durante tutto l’arco dell’anno, non solo quando fa freddo. Si tratta di persone sole, circa 20, uomini soprattutto, alcune volte diffidenti e solo questa vicinanza permette loro di aprirsi e di raccontarsi e, di conseguenza, permette ai volontari della Comunità di Sant’Egidio di attivare percorsi di recupero lì dove emerge la volontà di uscire dal tunnel, ad esempio dell’alcol, ed il desiderio di cambiare vita.

Un percorso che è una vera e propria presa in carico dei senza fissa dimora, che vivono sul territorio di Monterotondo. Questi bisogni sono stati portati all’attenzione dei servizi e dell’Amministrazione comunale, che già da un paio di anni si è attivata per cercare risposte almeno nei momenti critici invernali, con la distribuzione di coperte, qualche ricovero al chiuso per le notti gelide; a questo si sono aggiunti i servizi delle Caritas, distribuzione cibo e vestiario, e delle docce una volta la settimana presso la parrocchia di Gesù Operaio.

Il Centro per l’emergenza freddo

Il 2020 è iniziato con l’apertura del Centro per l’emergenza freddo per i senza fissa dimora e per persone in stato di bisogno, realizzato nei locali concessi da Città Metropolitana al Comune di Monterotondo e affidati alla Comunità di Sant’Egidio che ne ha curato la sistemazione e l’allestimento.

È un grande passo avanti, ma non un punto di arrivo, bensì un punto di partenza per dare visi, voci e speranza a chi per le alterne vicissitudini della vita si nasconde.

Un pranzo di Natale organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio

Un grande progetto questo del Centro, al momento allestito per passare la notte, ma che prevede al suo interno il servizio docce, la lavanderia, la possibilità della colazione e di un pasto caldo. Non basta tutto questo, però, a far spostare le persone dai loro rifugi, alcune volte la diffidenza è alta, qualcuno ha accettato di andare, ma poi è tornato a dormire sotto le stelle. Ecco perché il lavoro dei volontari diventa tanto più prezioso.

È piuttosto un punto da cui partire per costruire nuovi percorsi e nuove politiche di accoglienza per chiunque viva in condizioni di disagio. Il Centro per l’emergenza freddo è l’ultima attività in ordine di tempo della Comunità di Sant’Egidio, che è presente a Monterotondo in modo stabile dal 2015. Oltre al sostegno alle persone senza fissa dimora ed in stato di grande povertà, la Comunità è presente settimanalmente nelle strutture del territorio che ospitano gli anziani (Fondazione Boccetti, Villa Romani, Domus Nova, Villa Romani 3) per offrire loro momenti di svago e di festa; da alcuni mesi, infine, è iniziata presso la Scuola L. Campanari, la Scuola della Pace ambito familiare e di amicizia, che sostiene il bambino nell’inserimento scolastico, aiuta la famiglia nel suo compito, proponendo un modello educativo aperto agli altri, solidale verso i più sfortunati, capace di superare barriere e discriminazioni.

 

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