LA BANCA DELLE VISITE: UN MODO PER REGALARE LA POSSIBILITÀ DI CURARSI

È una piattaforma che funziona in modo analogo al "caffè sospeso": chi vuole dona una visita, e chi ne ha bisogno ne usufruisce

Qualche settimana fa, sulle pagine (anzi, sui pixel) di Reti Solidali vi abbiamo parlato di una tendenza sempre più in voga in Italia, quella del “sospeso”. Riprendendo un’antica tradizione napoletana, quella del caffè sospeso, cioè lasciato pagato in forma anonima per chi ne abbia bisogno, si stanno sviluppando molte iniziative – che vanno dalla possibilità di offrire un pasto caldo, o la spesa, fino ad altri beni, come dei vestiti – a chi siano utili. ScegliereSalute, startup nata nel 2015 e compartecipata da Health Italia, ha pensato alla possibilità di fare la stessa cosa con la salute, e ha lanciato la Banca delle Visite.

È un progetto che permette di offrire delle prestazioni sanitarie a chi ne abbia bisogno, donando una visita medica “sospesa” a qualcuno, senza conoscere chi ne usufruirà. In questo modo molte persone potranno avere accesso a prestazioni sanitarie dalle quali altrimenti sarebbero esclusi. Nel 2016, infatti, secondo il Censis, sono stati ben 11 milioni gli italiani che non hanno potuto sostenere le spese necessarie per la propria salute e hanno rinunciato alle cure per difficoltà economiche.

Dal caffè alle visite mediche

Ma da dove viene l’idea? «È stata una mia idea» ci spiega Giuseppe Lorusso, cofondatore della startup ScegliereSalute. «Mi sono chiesto per quale motivo non fosse possibile applicare lo stesso concetto del caffè sospeso, o del ristorante sospeso. Perché non farlo anche per la salute che è qualcosa di fondamentale per gli individui?».

caffè sospeso
Sono sempre più numerose le iniziative che invitano a donare con la formula del “sospeso”

Il team di ScegliereSalute ha messo così in campo i suoi mezzi tecnologici e il suo know-how, per lanciare questo progetto di solidarietà. «Abbiamo integrato all’interno di un portale più grande, ScegliereSalute, questo servizio», spiega Lorusso. «Per far sì che ci fosse un’integrazione reale con il portale abbiamo dovuto creare l’infrastruttura dal punto di vista informatico, e abbiamo pensato a una logica che ci consentisse di avere da un lato un donatore e dall’altro il richiedente della prestazione».

La Banca delle Visite, quindi, vive su un portale già avviato, SecegliereSalute, nato nel 2015 come portale di recensioni di strutture sanitarie pubbliche e private. «È una sorta di TripAdvisor della sanità», spiega Lorusso. «Poi è stato acquisito da Health Italia (ha una quota di minoranza nel capitale, ndr), che ha introdotto il servizio di booking delle prestazioni sanitarie. Dopo aver introdotto questo è stato pensato questo nuovo servizio, la Banca delle Visite, in modo che il portale avesse una valenza più solidale accanto agli altri servizi».

Operazione trasparenza

Una delle cose fondamentali che doveva avere questo servizio, andando a esplorare terreni sensibili come la sanità e i soldi, era la garanzia che tutto fosse il più possibile trasparente. «Abbiamo pensato di appoggiarci a una onlus, e far sì che le donazioni in denaro, o di visite, che si concretizzano comunque in denaro, finissero su un conto di questa onlus piuttosto che sul conto corrente di ScegliereSalute», racconta il fondatore. «Il paziente chiede a noi l’erogazione di una prestazione, ma noi, a nostra volta, la richiediamo alla onlus, che salda direttamente il professionista». L’onlus in questione è la Fondazione Basis, ente non profit impegnato nella divulgazione dei principi mutualistici e della solidarietà sociale.

La presenza di una onlus, il fatto che i guadagni arrivino da altri servizi che sono il core-business della startup, e che gli utili derivanti dalla Banca delle Visite vengano versati alla fondazione e reinvestiti in progetti di solidarietà, scongiurano pericoli di conflitti d’interesse. «Il motivo per cui facciamo questo servizio non è assolutamente quello di guadagnare dalla transazione», illustra infatti Lorusso. «I soldi che ricaviamo, cioè il 10% che la struttura interessata ci paga, vanno a finire sempre alla onlus, che si occupa di questo e di altri progetti sociali. Quindi non ci guadagniamo niente. È un progetto per il quale abbiamo messo a disposizione le nostre capacità dal punto di vista informatico e comunicativo senza alcuno scopo di lucro».

Chi e come può accedere alla Banca delle visite

Come fare quindi a donare, o ad accedere alle cure? «Da un lato c’è un cittadino, un’impresa o un ente che vuole fare una donazione», spiega Giuseppe Lorusso. «Che può essere libera, in denaro, o può consistere nella donazione di una prestazione precisa, che è nel nostro elenco. Per esempio, posso scegliere di donare una visita cardiologica in denaro, che ha il valore di circa novanta euro,  questa prestazione va a finire nella banca, e diventa una prestazione richiedibili da tutti. Le donazioni in denaro vanno a finire sul conto». E in questo modo concorrono a completare il budget per una prestazione.

accesso alle cure
Per avere accesso alle visite “sospese” basta un’autodichiarazione

Quindi è il cittadino che va a richiedere la prestazione. Come fa? E come si fa a capire se è davvero in stato di bisogno, o di indigenza (una condizione che, lo sappiamo, oggi è sempre più relativa)?. «Fa un’autodichiarazione, in cui sostiene di essere un cittadino in condizioni economiche disagiate e richiede la prestazione» ci spiega il fondatore. «L’unico modo che abbiamo di verificare è questo, non possiamo chiedere dati economici, dobbiamo fidarci. Chiediamo, a chi lo vuole, di mandarci un video di presentazione. A quel punto andiamo a contattare lo specialista e andiamo ad erogare la prestazione».

Ci si rimette insomma alla coscienza delle persone. E anche alla loro percezione, che, nel caso della povertà, è qualcosa di personale e delicato. «È un po’ come il concetto della mensa dei poveri, dove possono accedere tutti» commenta Lorusso.

Le associazioni come alleate

Dopo i primi cinque giorni di servizio sono state erogate sette prestazioni, e sono state messe a disposizione della banca dieci prestazioni che sono richiedibili. L’informazione sul servizio sembra funzionare, e non può che crescere. «Le persone che a oggi hanno richiesto le prestazioni hanno letto della Banca delle Visite principalmente sui social network», spiega Lorusso. «Sono usciti anche una serie di articoli sulla stampa, quindi ci aspettiamo un aumento delle richieste nei prossimi giorni».

Ma ci sono altri modi in cui il servizio può crescere. Per esempio si potrebbero pensare a degli accordi con associazioni o enti non profit, che possano indirizzare alla piattaforma utenti in situazione di bisogno. Abbiamo chiesto allora se fosse una possibilità. «Assolutamente sì», risponde il fondatore di ScegliereSalute. «La nostra idea è che le prestazioni possano essere richieste anche da associazioni di volontariato, non è necessario che sia un singolo cittadino. Un’associazione potrebbe contattarci e dirci “ho tot persone che mi richiedono delle prestazioni, come possiamo fare?” e noi siamo assolutamente disponibili a creare accordi con le associazioni».

Il dialogo con le associazioni è già in atto. «Siamo in contatto con un’associazione abbastanza grande a cui abbiamo chiesto di utilizzare la nostra piattaforma per erogare una serie di prestazioni sullo screening alla mammella», racconta l’ideatore della Banca delle Visite. «Invece di richiederle ai singoli centri, abbiamo proposto di far sì che tutte le prestazioni potessero essere richieste attraverso la nostra piattaforma».

 

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