DA RIETI I PRIMI AIUTI ALL’UCRAINA. 150 QUINTALI DI BENI RACCOLTI

Partiti i primi tre furgoni. Altri aiuti partiranno il 5 marzo. In tanti si sono mobilitati

di Pier Luca Aguzzi

Sono partiti i primi tre furgoni colmi di aiuti materiali e tanta speranza, direzione Ucraina. Da Rieti, nella mattinata di mercoledì 2 marzo 2022, una piccola quanto importante carovana su quattro ruote ha intrapreso un lungo percorso che arriverà fino alle porte di un Paese allo stremo, depauperato dall’offensiva russa, che provoca di ora in ora morte, danni e sofferenza.

Sofferenza ad una popolazione che dopo la caduta del Muro di Berlino e la scomparsa dell’URSS ha sempre proclamato la sua linea di pace e indipendenza, ma che oggi, nel 2022, si trova nuovamente a difendersi in maniera massiccia dalle bombe russe, anche con mezzi di fortuna, con un “esercito cittadino” che d’improvviso ha dovuto convertire le proprie capacità da civili a militari.

aiuti all'UcrainaGli aiuti all’Ucraina

L’Italia ripudia la guerra, ce lo ricorda la Costituzione, l’Italia vuole la pace, ed assiste il popolo ucraino con aiuti di ogni tipo. In tante città si raccolgono beni di prima necessità, e così anche a Rieti che da diversi giorni ha attivato un punto raccolta di aiuti all’Ucraina presso la Mensa Santa Chiara, dove sono già affluiti 150 quintali di cibo a lunga scadenza, acqua, pannolini, assorbenti, medicinali, ma anche cibo per cani e gatti.

Si stimano in 150.000 le famiglie che stanno fuggendo dall’Ucraina, molte di loro con in braccio bimbi di pochi mesi, giocattoli, anziani sotto braccio e  animali d’affezione. E gli aiuti da Rieti sono una mobilitazione nella mobilitazione. Per chi non vuole abbandonare l’Ucraina, pronto a combattere in difesa di una bandiera e di propri diritti già acquisiti con tanto sangue, per chi è nascosto in bunker o scantinati, per chi non riesce ancora a fuggire dai missili. Questi aiuti sono una mano tesa ad un popolo ferito, nel corpo e nell’anima.

La mobilitazione

L’Ucraina chiama e Rieti risponde. Questi aiuti seguono i sit-in tenuti in piazza Cesare Battisti, di fronte alla Prefettura, ai quali ha partecipato anche la Comunità ucraina, con struggenti canti ed una immensa bandiera gialloblù sventolata come un grido al cielo. Quel cielo che s’è fatto grigio a Kiev, Odessa, Kharkiv, Chernhiv, Leopoli.

La Comunità ucraina continua a chiedere aiuto anche sui media locali, per dire stop alle armi: troppi i giovani morti dal 2014 ad oggi nel Donbass e in Crimea, troppe le persone civili e non, che stanno perendo in questi ultimi giorni, con una guerra che si è inasprita facendo definitivamente capitolare la pace in Ucraina, o quel poco che vi era rimasta da otto anni a questa parte.

Da Rieti, centro esatto dell’Italia, altri aiuti all’Ucraina partiranno sabato 5 marzo, con nuovi furgoni carichi di materiale, proveniente da tutto il Lazio e dalla vicina Umbria. Volontari della Mensa Santa Chiara, studenti, Protezione Civile, Croce Rossa, animalisti, tutti insieme per un unico popolo, sotto la stessa bandiera, quella della solidarietà e della comprensione, perché in fondo siamo tutti un po’ Ucraina.

 

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