IL SORRISO DI ARIANNA, L’ASSOCIAZIONE CHE FA RETE

Impegnata nella solidarietà a tutto campo, sul territorio di Pomezia coinvolge i giovani e collabora con altre associazioni

di Mirko Giustini

Si chiamava Arianna, sua figlia. Aveva 15 anni quando il terremoto di Pescara del Tronto del 24 agosto 2016 gliel’ha portata via. E se amici e compagni di scuola sono rimasti sconvolti dalla perdita, per sua madre, Manuela Emili, la vita è completamente cambiata. Invece di chiudersi in sé stessa e piangere in solitudine la perdita, dopo tre mesi ha inaugurato un’associazione in memoria della ragazza di Pomezia. Con un unico obiettivo: «interpretare quello che ad Arianna sarebbe piaciuto fare». Cosa significa? Ce lo ha spiegato la presidente dell’associazione Il sorriso di Arianna.

 

A chi si rivolge la vostra associazione?
«Mia figlia Arianna aveva 15 anni, quando è morta, e abbiamo deciso di occuparci di ragazzi della sua stessa età. Anche perché sul territorio di Pomezia non ci sono associazioni per giovani. Noi ci concentriamo soprattutto nell’organizzazione di corsi. Le nostre psicologhe, ad esempio, sono specializzate in terapie di emergenza. Subito dopo la tragedia hanno aiutato me e la mia famiglia e adesso organizzano il corso esperienziale “Liberi di essere liberi”, che si concentra sulla gestione delle proprie emozioni e il riconoscimento di quelle degli altri, per la costruzione di relazioni non violente. Il format lo abbiamo applicato tanto agli operatori del volontariato quanto agli studenti del Liceo Pascal di Pomezia. Vorremmo estenderlo anche a genitori e insegnanti.»

 

Il sorriso di Arianna
I volontari si impegnano del tutto gratuitamente

Quali altre attività oltre i corsi?
«Cerchiamo di collaborare anche con altre associazioni del territorio, come Italia Solidale, con cui abbiamo adottato a distanza una bambina dell’Uganda. In questo momento siamo in trattative con Cuore d’Africa, per adottare a distanza dei bambini. Non solo. Siamo riusciti a fornire una borsa di studio a un ragazzo sedicenne affetto dalla sindrome di hikikomori, quella che affligge i giovani che non vogliono uscire di casa e comunicano con il mondo esterno solo tramite i social network. Per lui abbiamo pagato la retta di un liceo privato per permettergli di studiare. A un altro ragazzo, affetto da due malattie degenerative, abbiamo pagato dei farmaci. E in materia di salute collaboriamo con Misericordia e con la casa famiglia Mater Amabilis di Lido dei Pini. Contemporaneamente seguiamo una nuova struttura una nuova struttura alla Selvotta, in zona Laurentina, aperta da un paio di mesi. I volontari del Sorriso di Arianna aiutano il personale, mettendosi a loro servizio. Insomma, tutto quello che ci viene segnalato lo valutiamo e se possiamo dare una mano la diamo.»

 

Un’associazione a servizio di altre associazioni?
«Nel nostro piccolo cerchiamo di creare una rete di associazioni, che sul territorio di Pomezia manca. Di solito le associazioni tendono a portare l’acqua al proprio mulino, mentre noi cerchiamo di formare un gruppo più unito per progetti ancora più grandi.»

 

Come si può entrare in contatto con voi?
«Siamo pronti ad ascoltare, valutare ed eventualmente mettere in pratica le idee, non solo delle altre associazioni, ma anche dei singoli cittadini. Aiutiamo a superare le difficoltà, indirizzando verso gli enti più giusti.»

 

Il sorriso di Arianna
Il sorriso di Arianna si autofinanzia con diverse iniziative

Siete impegnati su diversi fronti. Dove prendete le risorse per tutte le attività?
«Non abbiamo rimborsi perché siamo volontari e questo è un vantaggio. I nostri soci poi ci sostengono con una tessera del valore di 5 euro. Poi c’è il 5 per mille. I ricavati maggiori però derivano dalla vendita di gadget solidali e da donazioni. Sul nostro sito vengono resi pubblici tutti i progetti e se ci chiedono spiegazioni dettagliate siamo pronti a darle, oltre a fare un resoconto pubblico alla nostra festa annuale di gennaio. La trasparenza è apprezzata da chi ci segue e spinge altri a donare. Organizziamo molte attività e siamo molto presenti sul territorio. Le persone conoscono Il Sorriso di Arianna e sanno che possono fidarsi di noi.»

 

“Corriamo per loro” è il vostro evento principale. Come nasce?
«Pomezia ha avuto oltre 40 decessi nello stesso terremoto. Di questi 3 erano minorenni. “Corriamo per loro” è una Festa delle mamme, che celebriamo in occasione della Festa della mamma. Oltre a me ci sono i genitori di Gabriele e di Elisa. Con loro, e con chi vuole condividere il ricordo dei nostri figli, passiamo sotto le nostre tre case e lanciamo dei palloncini come forma di saluto. Con il tempo abbiamo arricchito la giornata con qualche spettacolo. Ogni anno organizziamo raccolte fondi finalizzate a uno scopo preciso. Quest’anno i soldi sono andati a Giulio, un bambino di Pomezia di quattro anni senza braccia per l’acquisto di protesi bioelettriche. Non essendo nel nomenclatore, il costo, tra i 17mila e i 60mila euro, non è coperto dallo Stato. Arianna avrebbe fatto la stessa cosa.»

Se avete correzioni o suggerimenti da proporci, scrivete a comunicazionecsv@csvlazio.org

IL SORRISO DI ARIANNA, L’ASSOCIAZIONE CHE FA RETE

IL SORRISO DI ARIANNA, L’ASSOCIAZIONE CHE FA RETE