PNRR INCLUSIONE E COESIONE: IL RUOLO DEL TERZO SETTORE E LA COLLABORAZIONE CON GLI ENTI LOCALI

Un Avviso pubblico del Ministero del Lavoro per individuare interventi da finanziare in Misura 5. Ecco come è illustrato il ruolo del terzo settore negli investimenti previsti dal Piano nazionale

Il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) comincia ad avviare le sue attività anche sui temi dell’Inclusione e coesione (Misura 5). Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha pubblicato un importante Avviso pubblico rivolto agli Ambiti Sociali Territoriali ed ai Comuni di tutt’Italia per individuare interventi da finanziare nell’ambito della Misura 5 (ne abbiamo parlato qui).

Qui vogliamo capire come l’Avviso pubblico illustra il ruolo del terzo settore negli specifici investimenti previsti dal PNRR.
L’Art. 12 Obblighi del Soggetto attuatore – dell’avviso, a pagina 44, prescrive agli enti attuatori (Ambiti territoriali sociali e Comuni) di: “rispettare le disposizioni di cui agli artt. 55 e 56 del Decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, Codice del Terzo Settore, nonché le norme del Decreto Ministeriale n. 72 del 31 marzo 2021″Questo dovere è anche articolato e specificato in numerosi passaggi dell’avviso.
Intanto all’articolo 5 – Soggetti Attuatori ammissibili, si precisa che gli Ambiti territoriali attivano processi collaborativi sia con altri enti pubblici sia con enti privati e di terzo settore.
Il ruolo del terzo settore è quindi di carattere generale sia nelle forme della co-programmazione, co-progettazione ed accreditamento previste dall’articolo 55 che nelle forme del convenzionamento previsto dall’articolo 56.

La natura ed i tempi di questi percorsi progettuali da parte degli enti locali impongono procedure snelle e tempestive. La prima richiesta da avanzare da parte delle associazioni e degli enti di terzo settore deve riguardare l’impegno degli enti attuatori al rispetto delle disposizioni dell’art. 12 dell’Avviso prevedendo un rapido percorso di coinvolgimento ed un esplicito impegno al rispetto delle procedure e delle forme di collaborazione previste dal Codice del terzo settore nella fase di “presentazione dei progetti di dettaglio corredati di cronoprogrammi e di piani finanziari”, come recita l’impegno degli enti locali previsto nelle schede.

L’Avviso richiama gli enti locali ad una interlocuzione con gli enti di terzo settore su specifiche attività che sono già svolte, prevalentemente, con il supporto de terzo settore e/o in cui il terzo settore ha una particolare esperienza.

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In ogni ambito, in ogni Comune sarebbe utile che gli enti di terzo settore proponessero agli enti locali l’avvio di un percorso di collaborazione.

Le attività 

La linea di attività relativa al rafforzamento dei servizi sociali a favore della domiciliarità (1.1.3) prevede progetti volti ad assicurare la garanzia di dimissioni protette tramite: l’attivazione dell’offerta di servizi di assistenza domiciliare socio-assistenziale, azioni di formazione specifica, il rafforzamento dell’offerta di servizi di assistenza domiciliare socio-assistenziale, tramite l’attivazione di prestazioni domiciliari ulteriori. Nell’ambito di tali progettualità potranno essere attivati percorsi specifici di collaborazione anche con enti, privati e di terzo settore, accreditati per le prestazioni. Si tratta di un ambito in cui le cooperative sociali hanno, storicamente, un ruolo prevalente nella costruzione e realizzazione delle attività. Le associazioni di persone disabili e dei familiari hanno una conoscenza e competenza riguardo ai bisogni reali che dovrà essere ascoltata ed interpellata.  Sembrerebbe irragionevole e dannoso non attivare processi collaborativi in tutte le fasi previste dall’Avviso.

La linea di attività relativa ai percorsi di autonomia per persone con disabilità (1.2) prevede la linea di intervento: Definizione e attivazione del progetto individualizzato. In questo contesto l’Avviso richiama esplicitamente l’opportunità di implementare progetti realizzati in collaborazione con gli enti del terzo settore. Si tratta di un ambito in cui sia le cooperative sociali che le associazioni di volontariato e di promozione sociale hanno una grande competenza e uno specifico interesse alla realizzazione delle azioni previste. In particolare le associazioni di pazienti e familiari vorranno e potranno contribuire alla definizione ed implementazione di servizi davvero corrispondenti alle esigenze delle persone con disabilità. Il percorso collaborativo faciliterà l’attivazione di servizi innovativi previsti dall’Avviso come: a) l’adattamento degli spazi, domotica e assistenza a distanza; b) sviluppo delle competenze digitali per le persone con disabilità coinvolte nel progetto e lavoro anche a distanza.

La linea di attività a favore della realizzazione di housing temporaneo (1.3.1) prevede di privilegiare la realizzazione di alloggi diffusi di piccola dimensione (composto da 2-4 appartamenti rivolti a circa per circa 10-15 persone) nel territorio e riconversione di tradizionali strutture di accoglienza in alternativa  mini-alloggi e convivenze per un numero limitato di persone con spazi e servizi comuni; alloggi per comunità a spazi condivisi per persone non in grado nel breve, medio o lungo periodo di mantenere una sistemazione autonoma; strutture di accoglienza post-acuzie per le dimissioni protette. L’insieme di queste attività si intrecciano con le attenzioni e le finalità di tante associazioni di persone disabili e di familiari che hanno concentrato la loro attenzione sulla vita indipendente. Da segnalare che il supporto del terzo settore è esplicitamente segnalato nella costruzione di Agenzie sociali per l’affitto per la mediazione degli affitti privati.

La linea di attività a favore della realizzazione di centri servizi (stazioni di posta) per il contrasto alla povertà (1.3.2) ha l’obiettivo di creare punti di accesso e fornitura di servizi, diffusi nel territorio, ben riconoscibili a livello territoriale dalle persone in condizioni di bisogno.
In particolare si prevedono servizi innovati di contrasto alla povertà come le stazioni di posta – centri di servizi in cui le esperienze delle associazioni potranno dare un contributo anche metodologico e tecnico. L’avviso segnala sia il contributo degli enti di terzo settore, anche per l’affidamento della gestione operativa, che l’esplicito coinvolgimento delle organizzazioni di volontariato a rafforzamento dei servizi offerti.

In ogni ambito, in ogni Comune sarebbe utile che gli enti di terzo settore proponessero agli enti locali l’avvio di un percorso di collaborazione improntato alla partecipazione attiva all’amministrazione del percorso avviato con i progetti della Missione 5 del PNRR.

Le forme, le modalità, i tempi di questo percorso potranno essere differenziati per territorio e per singolo progetto. Lo spirito che dovrà ispirare questo processo dovrà volto alla capitalizzazione territoriale delle opportunità proposte dal Piano di Ripresa e Resilienza, affrontando quelle carenze, spesso croniche, del sistema di inclusione territoriale che è elemento imprescindibile per lo sviluppo territoriale e la qualità della vita delle persone.

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