ROMA: UNA MOBILITÀ (IM)POSSIBILE

È davvero possibile ripensare gli spazi urbani a Roma? L'incontro Idee x uno spazio pubblico possibile. Fra mobilità viabilità e spazi attraversabili, promosso da Comma 22 e Possibile

di Lucia Aversano

È davvero possibile ripensare gli spazi urbani di una città come Roma? E soprattutto, è davvero possibile ripensare questi spazi con i cittadini romani? Da queste due domande è partito l’incontro promosso dall’associazione Comma 22 e Possibile, tenutosi nella Casa dell’VIII Municipio a Roma.

Molte città europee, e non solo, stanno ripensando i propri spazi pubblici in un’ottica che pone al centro i cittadini, creando strade libere da automobili e facendo spazio alla mobilità dolce.  Roma però sembra andare in controtendenza. Se perfino il presidente del Primo Municipio sui social esulta per aver eliminato le pedane dei dehors per far spazio a dei posti auto, (chiudendo il post con “Avanti, per una città più curata e vivibile”) forse il problema più grande da affrontare è quello culturale anziché di spazio.

Una città a misura di macchine

Comma 22
Un momento dell’incontro

Senza dubbio, quello che affligge la Capitale è il numero sproporzionato di automobili presenti per le strade. E non solo per quanto riguarda il traffico ma anche per ciò che concerne la sosta selvaggia che oltre a ostacolare la mobilità dei pedoni rende difficile la mobilità dei mezzi pubblici. Secondo i dati dell’ultimo Rapporto Mobilità Roma, il parco circolante è di circa 1,75 milioni di autovetture, che diventano 2,73 milioni se si considerano anche le auto dell’area metropolitana.  In pratica, per ogni 1000 abitanti ci sono 629 autovetture. Sommando alle macchine i motoveicoli, il tasso di motorizzazione raggiunge i 768 veicoli per 1000 abitante. E se questo dato ancora non dovesse destare perplessità, basti pensare che se si considera la popolazione attiva (ovvero togliendo i minori di 14 anni e gli over 85) il tasso di motorizzazione di Roma raggiunge i 923 veicoli per abitante: ossia quasi un veicolo per ogni cittadino.

“Gli spazi pubblici non sono solo tuoi”

La spinta al cambiamento, dunque, deve partire  dal basso. All’incontro hanno preso parte diverse realtà che si occupano di mobilità e spazi pubblici. Public space is (not only) yours, ad esempio è una community presente su Instagram,  nata con l’obiettivo di denunciare in maniera fotografica ciò che accade quotidianamente per le strade di Roma. Macchine e furgoni parcheggiati sulle strisce pedonali, sulle ciclabili e sui marciapiedi, che rappresentano il ritratto della mala gestione dello spazio pubblico di Roma da parte delle amministrazioni, delle aziende e dei cittadini stessi. Giulia Papa, che ha parlato a nome della community, oltre a evidenziare lo stato delle strade romane, ha mostrato anche alcuni esempi di urbanistica tattica che è stata attivata in diverse città europee in cui piazze e strade hanno totalmente eliminato le macchine a favore di una mobilità alternativa.

Street for kids

Comma 22
Prima e dopo la pedonalizzazione in una strada di Parigi

Anche a Roma qualcosa sta iniziando a muoversi. Nel XIV Municipio, per esempio è stata realizzata una strada scolastica davanti alle scuole Stefanelli e C’era una volta. Daniele Giustozzi, consigliere municipale di Roma Futura, durante l’incontro, ha spiegato come si è giunti alla realizzazione della Street for kids di via Cesare Castiglioni. Obiettivo realizzato non senza difficoltà, ma che grazie al lavoro congiunto di amministrazione, cittadini e di attivisti per la mobilità dolce (Salvaciclisti, Bike to School e Clean Cities) è stato raggiunto. Per Clean Cities era presente Anna Becchi, coordinatrice della campagna strade scolastiche, la quale ha raccontato l’obiettivo della campagna strade scolastiche: «la creazione  intorno alle scuole di zone chiuse al traffico è importante innanzitutto per la sicurezza stradale dei bambini e dei genitori, e allo stesso tempo, laddove già sono state avviati progetti di questo tipo, si è registrato un miglioramento sensibile della qualità dell’aria. Inoltre queste zone pedonali favoriscono mobilità attiva e incoraggiano l’interazione sociale». All’incontro ha preso parte anche Piero Rovigatti, urbanista, il quale ha ribadito che il tema della mobilità e della viabilità non deve essere relegato a una politica di settore alla quale si dedicano solo gli esperti, ma deve essere considerata una questione politica che ha bisogno della partecipazione di tutti perché una mobilità sostenibile è un tema che ha a che fare anche con le disuguaglianze. Al confronto hanno partecipato anche Piero Casciani di Comma 22, Carmelo Comisi di Disability Pride, Andrea D’Emidio di Odiessea Quotidiana e Martina Testa, consigliere Municipio III.

 

ROMA: UNA MOBILITÀ (IM)POSSIBILE

ROMA: UNA MOBILITÀ (IM)POSSIBILE