ROMA. UN BANDO-PONTE PER MANDARE A SCUOLA I BAMBINI ROM

Lo ha annunciato l'assessore Marco Rossi Doria, ma a molti non piace

Oggi l’assessore alla Scuola e allo Sviluppo delle Periferie del Comune di Roma, Marco Rossi Doria, ha annunciato un bando-ponte per risolvere il problema dei bambini che vivono nei campi rom e che, alla ripresa dell’anno scolastico, non hanno più potuto andare a scuola.  L’Amministrazione comunale, infatti, non ha rinnovato il bando scaduto il 30 agosto scorso.
Fino ad allora, i servizi di scolarizzazione nei campi erano appaltati a quattro cooperative:  Arci Solidarietà, Ermes, Casa dei Diritti, Eureka I, i cui operatori (107 per circa 2mila bambini) seguivano i bambini nei loro percorsi di integrazione scolastica. Ora è rimasto in piedi il servizio di trasporto con i pullman, affidato a Multiservizi all’interno del maxi bando Global Service. ma, senza operatori, i bambini su quei pullman non salgono.

Il bando ponte

La situazione si dovrebbe sbloccare definitivamente quando verrà pubblicato il bando europeo attraverso il quale si faranno i nuovi affidamenti dei servizi, ma non si sa quando il bando sarà pronto, e nel frattempo rischiano di interrompersi percorsi di scolarizzazione spesso già complicati. Ieri Rossi Doria ha spiegato: «Sono venuto a fare l’assessore a Roma in un momento in cui qualunque proroga presa in considerazione viene guardata con estremo rigore. L’assessore Danese ed io abbiamo cercato di affrontare il problema legandolo immediatamente ad una prospettiva molto seria, cioè con l’utilizzo fondi sociali europei al fine di sostenere un solido progetto di scolarizzazione rom per i prossimi anni, che tenesse bene in conto le buone pratiche delle esperienze fatte», ha spiegato.  
Il Comune non è disposto a una proroga perché ha fatto la scelta di non fare deroghe rispetto alle procedure regolari e trasparenti. Per questo la via d’uscita, secondo Rossi Doria è «un bando ponte che stiamo già preparando. Un bando che vada da qui al bando europeo che contestualmente continuiamo a preparare».
La soluzione però non piace ai sindacati, che ieri hanno manifestato in aula Giulio Cesare, perché, come ha spiegato Giovanni Alfonzi della Fp Cgil Roma,  «si tratta di un bando sottosoglia, pari al massimo a 207mila euro equivalenti a cinque settimane di attività». In più, rischia di essere attivato non prima di metà novembre.

La posizione del Cilap

Contrario anche il Cilap–Collegamento Italiano di Lotta alla Povertà, sezione nazionale di EAPN European Anty Poverty Network. La presidente Nicoletta Teodosi ha dichiarato: «Pur comprendendo le difficoltà che l’Amministrazione capitolina sta affrontando, come rete di lotta alla povertà ci resta impossibile giustificare le interruzioni di servizi di integrazione sociale e scolastica dei minori Rom dai campi dove abitano alle scuole dove sono iscritti a Roma». Al Cilap stanno a cuore «i bambini Rom che hanno il diritto di essere integrati», ma anche «quei lavoratori e lavoratrici che da anni svolgono il lavoro di mediazione sociale» e «quelle organizzazioni del Terzo settore, cooperative sociali o associazioni che siano, che sono state promotrici di interventi innovativi e che per norme, spesso disattese o applicate male, rischiano di perdere progetti e servizi con il risultato di licenziare o ricorrere a contratti di solidarietà». Secondo il Cilap non è possibile che «si continui ad affidare servizi, oramai considerati essenziali per garantire il diritto allo studio di minori, con bandi di gara annuali» ed è necessario, «sapendo che i bambini Rom ci sono e ci saranno sempre, affidare i servizi di integrazione scolastica in maniera più semplice onde evitare interruzioni, ricorsi al Tar, licenziamenti di personale».

 

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