SIAMO SERI! LA SCUOLA NON È UNO SCHERMO

La didattica a distanza non basta: serve una scuola tridimensionale. Per questo bisogna rifinanziare la 285/97 e mettere in campo politiche adeguate

L’MCE (Movimento di Cooperazione Educativa), i Cemea e altri soggetti educativi del volontariato e della società civile, in rappresentanza di centinaia di enti, associazioni, comitati, circoli e gruppi sparsi in tutto il territorio nazionale, nei giorni scorsi hanno prodotto il documento “Una Scuola grande come il Mondo” in cui evidenziamo la necessità di aprire la scuola, restituendo ruolo e progettualità al territorio, inteso come luogo dove i giovani sono a pieno titolo soggetti della propria crescita e trasformazione.
Chiediamo, in parallelo ad altre iniziative e campagne, che la Scuola si faccia capofila di un movimento di riscossa e ripartenza, intorno alla difesa del percorso sociale e educativo dei bambini e ragazzi, che sono non retoricamente tra le fasce più colpite dal “lockdown” e al tempo stesso tra quelli meno attaccati dal virus.

Una richiesta che sta riscuotendo adesioni e interesse, e che promuove iniziative sui territori, ma anche in Parlamento, per dare un segnale di reale superamento di una stasi che rischia di penalizzare indefinitamente le condizioni di vita e di studio dei bambini e ragazzi. Diciamo con chiarezza che intorno alla condizione di vita di infanzia e adolescenza la scuola è centrale, ma non esaustiva.
La Scuola è d’obbligo, ma, a maggior ragione, non può pensarsi isolata nelle soluzioni che prospetta, poiché queste producono pesanti condizionamenti nel tempo delle famiglie, nelle condizioni di apprendimento, nel tempo libero dei ragazzi, a partire dalla scelta della didattica a distanza.

Un’educazione tridimensionale

L’educazione non è uno schermo! Mettiamo in guardia dall’accettare la riduzione bidimensionale dell’educazione: portiamo l’educazione nella città, ricucendo la frattura tra Scuola e azioni territoriali includenti e aperte a tutti. Il tempo della scuola nel dopo pandemia sarà un tempo dilatato, con momenti in presenza e altri da inventare, ma non deve trincerarsi nella bidimensionalità di uno schermo, negazione strutturale di quei corpi in formazione che per primi assorbono ed elaborano le idee, i modi, gli esempi che la scuola promuove e veicola.

 

Mostra tanti per tutti
Fotografo: Tiziana Chieruzzi. Associazione: Scuola nel Bosco.

Se la comunicazione digitale può essere uno strumento utile per alcune funzioni, non può accontentarsi di tagliare le radici dell’esperienza di vita e deve quindi aprire all’incontro degli studenti con il contesto, le piazze, le strade, i luoghi di ritrovo della vita e della produzione.

Quello che ci serve è un vero patto di corresponsabilità tra genitori, studenti, scuola, Terzo settore, perché siano introdotti nel tempo della scuola le uscite, le ricerche, i cantieri, le piste che dalla città portano alla scuola e da essa rimandano alla città.
Una educazione tridimensionale è quella che permette a bambini e giovani di riscoprire la propria capacità di ascoltare, leggere, interagire e produrre cambiamenti nel corpo vivo del proprio contesto di vita, dall’ascolto della voce degli ambienti e dei viventi che li abitano.
Un’educazione non schermata, che non inizia da ciò che è riportato sui libri o sugli schermi, anche se lì può essere utilmente sistematizzato e messo in relazione.

Due azioni politiche

Abbiamo una tradizione fertile e troppo spesso dimenticata di questo genere di azioni, che proponiamo di riprendere rifinanziando la legge 285/97, che ha permesso in questi 20 anni di gestire progetti efficaci oggi ancora più essenziali.

Oggi gli unici progetti esistenti sono quelli contro la povertà educativa, finanziati dall’Impresa sociale Con i Bambini, che ha una disponibilità annua di circa 130 milioni: vorremmo che siano sempre più indirizzati a un’azione di riattivazione socio-culturale e raccordati con le politiche pubbliche.

Rifinanziare la 285 e coordinare le azioni di Con I bambini ci sembrano due elementi forti di una politica per l’infanzia e l’adolescenza che sostiene l’azione della scuola in maniera propositiva e lungimirante.

Se avete correzioni o suggerimenti da proporci, scrivete a comunicazionecsv@csvlazio.org

SIAMO SERI! LA SCUOLA NON È UNO SCHERMO

SIAMO SERI! LA SCUOLA NON È UNO SCHERMO