MIGRANTI, LE ASSOCIAZIONI: CHIUDERE I PORTI NON È LA SOLUZIONE

Anpi, Arci, Azione cattolica italiana, Legambiente, Libera e Rete della Conoscenza invocano le norme internazionali sul soccorso in mare

Riproponiamo un lancio di Redattore Sociale, dedicato alla vicenda Aquarius e il destino dei 629 migranti che hanno trovato ospitalità sulla nave gestita da Sos Méditerranée.
Decisi gli interventi e gli appelli di numerose organizzazioni non profit e Ong, che invocano un rinnovato senso di umanità. 

Tanti i presidi organizzati in questi giorni lungo lo Stivale per manifestare contro la decisione di chiudere i porti (ieri a Roma e Bologna). Per oggi pomeriggio, alle 18.30, è previsto il presidio in Piazza della Scala a Milano a cui hanno aderito oltre 8mila realtà.

Qui la nota congiunta di Anpi, Arci, Azione cattolica italiana, Legambiente, Libera e Rete della Conoscenza diffusa ieri da Redattore.

 

La chiusura dei porti italiani alla nave Aquarius e alla Sea Watch 3, annunciata dal ministro Salvini, è una “soluzione inaccettabile”. Cosi’ in una nota congiunta le associazioni Anpi, Arci, Azione cattolica italiana, Legambiente, Libera e Rete della Conoscenza nel loro appello a riaprire i porti italiani “all’arrivo di vite umane che fuggono da conflitti e disperazione”.

La Convenzione di Amburgo del 1979 e le altre norme internazionali sul soccorso marittimo, oltre che i fondamentali principi di solidarietà, impongono, ricordano le associazioni, che “le persone soccorse in mare debbano essere sbarcate nel primo “porto sicuro” sia per prossimità geografica sia dal punto di vista del rispetto dei diritti umani”. Anche per questo l’Italia “non può voltare le spalle, ogni migrante, tra cui tante donne e bambini indifesi, è prima di tutto una persona costretta a lasciare la propria terra, a causa di guerre, fame, siccità e disastri ambientali, per cercare la sopravvivenza altrove chiedendo accoglienza e asilo”.

Per Anpi, Arci, Azione cattolica italiana, Legambiente, Libera e Rete della Conoscenza bisogna evitare “l’imperdonabile errore” di chiudersi nei confini della propria nazione, “di alzare nuovi muri di odio e paura” che non fanno bene al Paese e che “aumentano ancora di più le disuguaglianze”. (DIRE)

L’immagine di copertina è tratta dal video che Medici Senza Frontiere ha pubblicato sul proprio profilo Twitter che ritrae un momento del salvataggio, avvenuto nella notte tra il 9 ed il 10 Giugno scorsi.

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