BANDI PER L’INFANZIA: NEL I MUNICIPIO CONTA PIÙ LA QUALITÀ CHE IL RISPARMIO

Aboliti i ribassi d'asta nei servizi finanziati dalla Legge 285. Si spera che la stessa scelta si possa fare anche per altri bandi

Una richiesta che il Terzo settore avanza da tempo è stata accolta, a Roma, dal Primo Municipio e si tratta di una scelta coraggiosa: il 27 settembre la Giunta ha deliberato che nei prossimi bandi su infanzia e adolescenza saranno eliminati i ribassi d’asta.  La qualità del servizio tornerà quindi ad avere un peso importante.

Si comincia con i bandi per i servizi finanziati grazie alla Legge 285 “Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza”, ma la speranza è che la stessa scelta si possa fare anche gli per i bandi che coinvolgono altri ambiti del sociale.

 

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Sabrina Alfonsi, presidente del Municipio I di Roma

«Abbiamo dato mandato alla nostra Direzione Socio Educativa di emanare i prossimi bandi relativi al rinnovo di questi servizi, alcuni dei quali sono prossimi alla scadenza, eliminando dai criteri di attribuzione dei punteggi l’elemento del ribasso economico» ha dichiarato Sabrina Alfonsi, presidente del Municipio I. «In sostanza, mentre fino ad oggi è stato attribuito un punteggio maggiore ai progetti che prevedevano anche un ribasso economico rispetto agli importi a base d’asta, e quindi un risparmio per l’Amministrazione, oggi noi abbiamo fatto la scelta opposta, perché siamo convinti che in materia di servizi sociali, ed in particolare di servizi rivolti all’infanzia e all’adolescenza, più che il risparmio debba essere premiata la qualità dei progetti che vengono messi in campo».

L’imposizione dei ribassi d’asta, infatti, finisce con l’abbassare la qualità dei servizi, a scapito di coloro che devono usufruirne, anche perché i costi fondamentali – dall’impegno di professionalità qualificate ai costi di gestione – non si possono comprimere. Per questo Emiliano Monteverde, assessore alle Politiche Sociali del Municipio, ha indicato come obiettivo quello di «costruire un percorso analogo da estendere a tutti gli ambiti del sociale in cui ciò risulti possibile». Più che della capacità di contenere i costi, nei bandi si terrà conto  di altri paramenti, «attribuendo maggior rilievo, in relazione all’utenza accolta (bambini dai 4 agli 11 anni) e alle finalità della Legge 285/97, alla selezione delle offerte esclusivamente sugli elementi qualitativi che le caratterizzano».

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